Nella nostra cabina c'è un silenzio tombale da più di 10 minuti, a placare il silenzio è l'altoparlante dell'aereo che informa i passeggeri di stare con le cinture allacciate perché ci saranno delle turbolenze.
"Come mai mi hai fatto questa domanda?" Chiedo a Jonatan, sono confusa... Perché voleva sapere come io persi la verginità? I conti non tornano... "Em.. Ecco vedi io... Ho riconosciuto i tuoi occhi, avevi un viso famigliare, quella sera con quel abito nero eri perfetta" dice Jonatan.
Oddio! No, no sta calma, Stpeh sta calma, non può essere lui. La persona che mi ha rovinato la vita è di fianco a me, sono paralizzata.
Jonatan continua a parlare, ma non riesco a sentire niente, non ho la percezione del mio corpo, lo guardò solo in faccia, ma non riesco a capire quello che mi dice.
Ha il viso rigato di lacrime.
Non parla più, ha la faccia tra le mani e continua a piangere.
Riesco a riprendere la percezione dei suoni e dei rumori.
"Ti ho rovinato la vita, non me lo potrò mai perdonare, non pensavo che tu potessi rimanere incinta, hai passato tutto questo a causa mia" lo abbraccio, anche se sono io quella che dovrebbe piangere ed essere abbracciata e consolata, ma in questo momento abbiamo avuto un crollo totale in due.
Non ci posso ancora credere, sto consolando la persona che mi ha rovinato la vita e che mi ha costretto ad uccidere il mio bambino.
Jonatan ancora abbracciato a me dice: "perché sei così dolce e comprensiva con me? Ti ho rovinato la vita e per colpa mia hai dovuto uccidere il tuo bambino"
Lo sento tirare su con il naso, allora mi divincolo dall'abbraccio per prendergli un fazzoletto.
"Il nostro bambino" dico con gli occhi colmi di lacrime, "no il tuo, io non lo merito, anche se ora è su in cielo, anche se vorrei, non posso dire che è il nostro bambino, perché è per colpa mia che ora non c'è più.
Sì è vero, tu eri piccola per fare la mamma, ma io non ero piccolo per fare il papà, avevo 19 anni, quasi 20, potevo benissimo tenerlo io, potevamo essere una famiglia felice, ma io ho rovinato tutto" pensa davvero che potevamo essere una famiglia?
Sono stanca, confusa e ho sonno.
Jonatan mette per terra il vassoio, "mi è passata la fame" dico.
"Anche a me piccola".
Ci corichiamo entrambi e lui dice: "posso fatti un'ultima domanda?"
"Okay, a patto che non sia su Federico"
"Dopo quella notte sei mai andata con qualcuno?" Perché mi fa questa domanda? "No... Non riuscivo neanche a guardarmi allo specchio, sono passati tre anni e quella sera me la ricordo come se fosse ieri" dico in tono infelice.
"Pensi mai a Federico? E a come sarebbe la tua vita se lui fosse ancora vivo?" Mi chiede Jonatan guardando il soffitto.
"Ma la domanda di prima non doveva essere l'ultima?"
Non so se mettermi a ridere o a piangere, mi aveva promesso che non mi avrebbe chiesto nulla su di lui.
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gli opposti si attraggono
ChickLitStpeh una ragazza australiana di 19 anni parte per il collage a Boston. Riuscirà a trovare la sua anima gemella ed a dimenticare il ricordo più brutto della sua vita? in collaborazione con @elisaermidi (un viaggio per dimenticare)