ᑕᗩᑭITOᒪO 12

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La bella vista di Bristol mi fece dimenticare per un attimo Isaiah e il fatto che mi mancava, quando ci ripensai però dissi a me stessa che se per tenermi vicino Isaiah avrei anche dovuto raccontargli tutto, lo avrei fatto. Solo se fosse stato indispensabile però!
Improvvisamente sento dei passi sempre più vicini dietro di me, mi giro e vedo Isaiah barcollare con una bottiglia in mano, immagino fosse ubriaco e che la bottiglia era un qualche alcolico tipo vodka. Mi piace molto la vodka, quando vado alle feste o in qualche ritrovo solitamente è alla ciliegia, però devo cercare di non lasciarmi andare, devo badare a Isaiah almeno per stanotte e fare in modo che non faccia qualche stupidaggine...non vorrò mica ubriacarmi con lui!
Faccio per alzarmi ma lui mi fa un lento segno che immagino volesse dire di starmene seduta dove mi trovavo. Sono spaventata, ormai non lo conosco più bene e anche se so che non mi farebbe niente di brutto credo comunque che non sia da eliminare come opzione dato che non l'ho mai visto ubriaco e non so nemmeno come si comporta in questo stato. Indietreggio lentamente e prendo il mio zaino, lo metto sulle spalle e mi alzo. Ho paura. Si avvicina sempre più...io sono bloccata.
Ed eccolo lì, tra le mie braccia tremanti a smaneggiare  con la bottiglia in mano, gli occhi chiusi e a borbottare qualcosa che non si riesce nemmeno a capire minimamente, l'unica cosa ormai sensata da fare a sto punto credo che sia metterlo a terra e lasciarlo dormire per fargli passare la sbronza.
Lo appoggio delicatamente a terra e mi siedo accanto a lui. In questo momento se ci trovassimo in un fil d'avventura accenderei un fuoco per riscaldarci e tirerei fuori dallo zaino due sacchi a peli, ma visto che siamo due semplici cittadini tra cui uno sbronzo e l'altra che non sa nulla di tecniche di sopravvivenza e altre stupidaggini del genere, mi limito a chiudergli la cerniera del giacchettino e io mi sdraio di fianco a lui con lo zaino sotto la testa a guardare le stelle.
Un filo di luce mi sveglia e mi accorgo che è appena l'alba, guardo di fianco a me e Isaiah...Isaiah è pallidissimo e le sue labbra sono blu! Oh mio dio, l'ho fatto morire di freddo! Lo scuoto prima delicatamente poi sempre più forte, socchiude gli occhi e mormorando qualcosa si mette una mano sugli occhi, comincio a pronunciare il suo nome e in seguito a chiedere se sta bene, se ha bisogno di qualcosa o se vuole andare a casa e fortunatamente mi dice di essere solamente stanco, con un mal di testa tremendo e ancora confuso per la sbronza.
Dopo almeno 4 ore finalmente si sveglia, si stiracchia e sfregandosi gli occhi mi chiede: "Acqua? Sto morendo di sete, ho la bocca secca e mi sento una merda." Gli porgo la bottiglia d'acqua che ho comperato la sera prima al negozio e comincio a parlare a raffica, dicendo tutto ciò che mi passa per la mente dalla sera precedente: "Hai scoperto qualcosa? Sai, su quello che mi avevi detto, proprio in questo posto, che avresti scoperto a tutti i costi... Ci tieni ancora a me? Ho paura di no..e se per riaverti come prima il prezzo sarebbe raccontarti tutto ciò che è successo per il tempo che hai passato in Australia...allora lo farò. Mi manchi Isaiah, mi manchi veramente molto...averti sempre assieme a casa, poterti parlare di tutto e di tutti, mangiare insieme, guardare film...tutto insomma, mi manca tutto di noi."
Mi guarda stranamente...e poi ridendo afferma: "Sinceramente non ho capito molto...ho un mal di testa che non puoi capire!"
"..."
"Dai scherzavo!!" dice poi, credo si sia accorto di quanto ci fossi restata, dopo essermi aperta con lui e sapere che non aveva capito un cazzo...non è molto bello.
"Però il mal di testa ce l'ho veramente..."  conclude.
Non so che cosa dire, non ha nemmeno risposto alla mia domanda e saranno 10 minuti che sta zitto a guardare la città. Cosa dico?? Sono veramente restata senza parole...sono anche felice che abbia ripreso il senso dell'umorismo in mia presenza,però era una cosa seria!!
Dato che nessuno si fa avanti a parlare rompo il ghiaccio: "Dopo che sei partito mi mancavi e mi sentivo molto in colpa perché non ti ho salutato prima che partissi...mi sento tutt'ora in colpa però vabbeh...ora ti ho vicino. Dopo appunto che sei partito avevo bisogno di un altro te, e anche se nessuno può prendere il tuo posto, qualcuno l'ho trovato. Si chiama Jason ed era il mio migliore amico, l'unico...ma niente di strano fin qui. Un giorno, appena finita la scuola andiamo in un posto nostro...anche se non è molto segreto...e lì mi fa la proposta di stargli assieme. Sinceramente rimasi di stucco, non avrei mai voluto ammetterlo a me stessa però io lo vedevo solamente come migliore amico e in più avevo paura che se avessi risposto di sì tra di noi sarebbe cambiato tutto. Lasciai perdere le mie preoccupazioni e risposi di sì. Ti assicuro che me ne pentii ben presto: quella sera mi aveva invitata a casa sua, i suoi non c'erano e nel mentre che ci incamminavamo ebbe una lunga telefonata e in più non voleva dirmi chi c'era dall'altra parte della linea...mi preoccupai già lì. Ma di nuovo lasciai perdere. Ma poi quando...

La maschera del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora