Cap 35: Revolution Jhon Butler solo

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(Cristo Santo, Jhon non è un uomo, è qualcosa di più. E questo "solo" porta con sé, groove, sentire e rivoluzione)

Caroline

Ci provo a tenermi tutto dentro.
Ci provo a governarmi.
Ma la punta delle mie dita trema.
Ci provo a non mostrare.
Ci provo a fingermi indifferente.
Ma il mio corpo non mi da scampo.
Rivoluzione.
Rivoluzione e attrazione.
Richard.
Rivoluzione.
Rivoluzione e amore.
Guardo il suo silenzio mentre cammina accanto a me.
Le mani a muoversi irrequiete lungo i fianchi.
Rivoluzione.
La sua.
La mia.
Il nostro nuovo incontrarci.
Lo stare vicini.
Il suo profilo da guardare.
Le sue labbra a piegarsi, il labbro a scomparire nella sua bocca.
Rivoluzione.
Bisogno.
Voglia di stringerlo.
Sentirlo sin dove non l'ho mai sentito.
Le sue ginocchia a piegarsi sulla riva buia, l'acqua ad obbedire al suo tocco.
Cerchi lineari a nascere, allargarsi e scomparire.
Come tutte le cose perfette a cui ho assistito.
"Carol" la sua voce, quella linea fluida e in continuo mutamento a venirmi incontro.
I miei piedi fermi, incagliati sul terreno morbido.
"Ti ho portato qui per non farti più cadere. Sei qui, dove sono cresciuto, dove ho pianto, dove ho urlato. Sei qui dove ho imparato che sbagliare è dovuto" i suoi capelli a nascondere un volto fragile.
Spaventato come non lo è stato mai.
Rivoluzione.
Quella scia controcorrente che nessuno come lui sa cavalcare.
Richard.
"Carol" continua, il suo sguardo a voltarsi appena "Ti ho portato qui per non farti più male. Sei qui, sotto l'albero che mi ha insegnato che le vette sono sempre difficili da raggiungere, sei qui, dove mio padre mi portava sempre. Dove Nicolas amava rincorrermi. Dove sono tornato quando ho scelto di imparare a non sentire"
Un passo che mi costa una ricostruzione sudata.
Un passo che pesa quanto i sentimenti che ho vissuto e sofferto.
Un'altro ancora ad accorciare distanze che dovrei lasciare lì, ferme dove stanno.
Ma è una rivoluzione.
Richard.
È una rivoluzione in grado di coinvolgere tutto quello che incontra.
Le sue parole, timide e nuove.
Una rivoluzione che mi preme dentro il petto.
Gli occhi, quelli che incontro raggiungendolo.
Una rivoluzione.
Inarrestabile.
Un movimento a rivoltare tutto quello di cui sono fatta.
Un movimento che non sa fermarsi.
Fluido, mescolato al sangue che gira veloce dentro di me.
"Carol" il mio nome, sulla sua bocca, la melodia più bella.
Le mia dita ad appoggiarsi a quelle labbra che mi sono mancate più di mia madre.
Rivoluzione.
Richard.
Il mio volto a volerlo far smettere, al non voler sentire altro.
Il mio volto ad avvicinarsi al suo.
Un animale che non sa più fiutare il pericolo.
Ecco cosa sono accanto a lui.
Ingorda di un calore che solo lui sa dare.
Rivoluzione.
Vera.
I palmi delle sue mani a stringermi i capelli sulla nuca.
Il polso a piegarsi liscio.
Le braccia a tendersi.
Il guizzo di un tentativo che so, per lui, ora, ingestibile.
Rivoluzione.
Il mio corpo a sbattere sul suo.
Il buio ad insinuarsi dentro di me.
A nascondere tutto quello che mi ha portato lontano da qui.
Richard a barcollare con me.
La sua decisione a mescolarsi con il respiro dentro le mie labbra.
La spinta, la sua, ad appoggiarmi alla superficie ruvida dell'albero dietro di noi.
"Carol" la sua sicurezza a farsi morbida.
"I momenti come questo sono fatti per non aggiungere altro Richard" dico tornando ad un nostro momento ormai indefinito.
L'attrazione, che enorme mistero, più buio dell'amore, più incomprensibile dei sentimenti.
So che potrò girare attorno a Richard anche per un tempo infinito e so anche che finirò sempre nel solito posto.
Sulla sua pelle.
Rivoluzione.
Il mio annegare dietro una parola capace di darmi coraggio.
Le mie dita a scivolare sui suoi fianchi, i Jeans ad aprirsi al mio tocco, la mia maglietta ad alzarsi.
Sempre nel solito posto.
Sulla sua pelle.
Rivoluzione.
Rivlozione e attrazione.
Richard.
Rivoluzione e amore.

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