3. Honeymoon

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Il ricevimento era finito da un pezzo, e sull'isola di Mizushima erano appena sbarcati i due piccioncini. Si tenevano per mano mentre avanzavano nella sabbia ormai più tiepida per via della brezza serale.

<< Rin-chan, cosa stai facendo? >> domandò Nagisa con gli occhi fuori dalle orbite. L'altro ragazzo lo aveva preso in braccio e lo stava portando dritto fino all'ingresso della grande casa che avevano scelto per la loro nuova vita insieme. Bastò un solo giro della chiave per entrare.

<< Aspetta, Rin! >> gridò Nagisa.

Rin-chan non lo ascoltava, era troppo occupato a portare le proprie gambe e suo marito nella camera da letto. Chiuse la porta dietro di sé, e distendendosi sul morbido materasso invitò Nagisa a fare lo stesso, ma quello non sembrava molto convinto della cosa.

<< No >> disse. << Non voglio farlo sul letto >>.

<< Come? >> chiese Rin, stranito dal suo comportamento. << E dove vorresti farlo? >>.

Nagisa assunse un'espressione pensierosa: ci stava davvero pensando su?

<< Usciamo fuori >> decise alla fine.

<< Cosa? Dove vuoi andare? >>.

<< Facciamolo in acqua! >> esclamò Nagisa battendo le mani. << E non provare a dirmi che hai paura, siamo nuotatori tutti e due >>.

<< Io non ho paura dell'acqua, piuttosto ho paura di te in questo preciso momento >> commentò Rin, quel ragazzo gli avrebbe fatto perdere la testa di brutto prima o poi.

<< Oh su, piacerà anche a te! E poi fa bene provare qualcosa di nuovo nella vita! >> trascinò il senpai fuori dalla stanza, scesero le scale e varcarono la soglia. Un leggero venticello scompigliò i loro capelli, la luna era alta nel cielo ed emanava una luce sognante. Una visione semplice ma perfetta. Nagisa continuò a portarsi dietro Rin, i loro piedi che affondavano nella bianca sabbia ad ogni passo fino a condurli davanti ad una conca. Le rocce imponenti brillavano alla luce lunare grazie alle ondate d'acqua salata, e gli occhi di entrambi brillavano di stupore.

<< Dài, vieni! >> intimò Nagisa. Infilò un piede nell'acqua, era fredda come non mai. Ma lui non si tirò indietro, avanzò fino al piccolo buco che divideva i due massi e tese una mano a Rin.

<< Devo venire fin là? >> chiese accigliato.

<< Mi sembra ovvio. Dài, è bellissimo qui! >> lo incitò l'altro.

Un po' titubante il senpai si immerse fino al busto, raggiungendo finalmente il suo amato.

Era arrivato il momento.

<< E' arrivato il momento >> disse tra sé e sé. Probabilmente non lo pronunciò a bassa voce perché arrivò anche alle orecchie di Nagisa.

<< Hai detto qualcosa? >> domandò.

<< E' arrivato il momento, Nagisa. Hai capito? E' arrivato il momento! >> quasì lo gridò a pieni polmoni per dare ancora più importanza a ciò che secondo lui non aveva eguali. C'era solo suo marito davanti a lui, e nient'altro riusciva a distoglierlo da quel pensiero. Doveva cogliere l'occasione, prenderla e godersela al massimo.

<< Beh, sì, stiamo per fare qualcosa >> disse incerto Nagisa. Guardava il senpai con aria interrogativa, non capiva il perché di tutta quella euforia. Certo, era pur sempre la loro prima notte da sposati, ma non riusciva a cogliere il senso di quella frase. I suoi dubbi vennero subito spazzati via da qualche bacio di Rin. Gli mordeva il collo, lo succhiava come un vampiro assetato di sangue, lo leccava con bramosia. I gemiti dell'uke erano musica da orchestra. Lo spogliò piano, prima la giacca e poi la camicia lasciandolo solo in cravatta e, poco dopo, in mutande. Anche Nagisa si rese partecipe. Levò di mezzo ogni strato di cotone presente sulla pelle di Rin, baciandola e stringendola talvolta tra i denti, e in poco tempo rimasero entrambi nudi con solo la cravatta e l'intimo. Rin scese più giù, palpando attraverso le mutande del biondo, e lasciando dei baci lungo il tessuto si liberò di questo con le mani. Il pene già eccitato dell'uke era pronto per essere stimolato, e Rin non se lo fece ripetere più di una volta a prenderlo in bocca e succhiarlo. Lo aspirò dolcemente, leccando la punta dalla quale fuoriuscivano i primi liquidi, e insieme all'acqua salata del mare lo spinse fino alla gola. Assaporò ogni centimetro della pelle che ricopriva l'intero membro, e impugnandolo con una mano iniziò a masturbarlo.

Only You Can Set My Heart On FireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora