Guarda la tua finestra. Forse tu non mi vedi ora, ma sappi che io sono lì, dietro il vetro, a guardarti. Vedo già che stai facendo la tipica espressione da presa per il culo di quelli che dicono:<< Si, vabbè, già cominciamo con uno scherzo del genere. Sarà un'altra di quelle storie che cerca di spaventare il lettore con cazzatine di questo genere.>> Non dire di no. So che stai pensando qualcosa del genere.
Che espressione tesa che vedo. Scusa, non volevo farti quest'impressione fin da subito. Sono andata troppo oltre.
Mi presento, io sono Selvaggia, ho 48 anni, ho i capelli neri molto corti, gli occhi marrone dorato e sono di corporatura forte. Ecco, credo che queste informazioni possano bastare, per adesso. Ora hai una piccola e anonima immgine di me in testa. So che stai pensando: "Quando inizia la storia?". Con calma, ora te la racconto. E ti svelerò di più: tu ci sei dentro, in questo preciso momento. Intrigante, eh?
Che ne dici di far iniziare questo viaggio direttamente dalla mia infanzia? Vedrai che ti divertirai.
Tutto iniziò quando io avevo poco più di 5 anni: ero una bambina piuttosto attiva e vivace, sempre felice, il che stupiva molto le suore a cui ero stata affidata. Ah, vero, quasi dimenticavo di dire che fino agli 11 anni io sono stata sempre trasferita da un orfanotrofio all'altro, a causa della mia iperattività, che provocava problemi ai proprietari. No, non ho mai conosciuto i miei genitori. Io ci sono nata in orfanotrofio.
Insomma, ero una piccola peste vivace, e le suore erano parecchio confuse, non sapendo né come calmarmi né perchè fossi così felice. Allora cercarono di insegnarmi la religione cattolica (ancora non capisco il nesso logico tra l'essere eccessivamente felice e la religione), ma alla piccola me di soli 5 anni questa cosa non piaceva. Così, un giorno, per giocare, cominciai a rovesciare tutte le croci che trovavo in orfanotrofio, poi a staccare il Gesù Cristo di turno dal legno della croce per giocarci con le bambole. Non ci volle molto perchè quelle donne incappucciate mi scoprissero. Erano veramente arrabbiate, ma proprio tanto! Mi isolarono dagli altri bambini e mi misero in castigo nella cappella dell'edifio, a ripensare a quel che avevo fatto. Ero sola, iperattiva e con tanta voglia di giocare, in una piccola cappella cattolica; davanti a me si ergeva un enorme crocifisso in legno, e sull'altare davanti ad esso c'erano tante, ma tante candele accese. Un pò per vendetta, un pò perchè faceva freddo, la Selvaggia di allora prese una, due, tre candele e le piazzò ai piedi del vecchio crocifisso. Inutile dire che questo prese fuoco quasi immediatamente.
Io non avevo idea di quali danni poteva procurare il fuoco. Lo vedevo come una innocua massa informe gialla lucente che riscaldava il camino; nessuno mi aveva mai effettivamente spiegato cosa fosse. A me era solo stato detto di non toccarlo. Infatti non lo toccai.
Uscii con calma dalla cappella e chiusi la porta a chiave. Ma dopo poco le fiamme cominciarono ad agire sulla porta. Per non toccare il fuoco decisi di uscire di nascosto dall'edificio, chiudendomi la porta principale alle spalle.
Quel giorno, 48 bambini e 23 suore morirono bruciati in quell'orfanotrofio.
Nessuno sospettó mai di me. Tutti pensarono che io fossi stata baciata da Dio per essermi miracolosamente salvata. Ironia della sorte, era tutto il contrario. Buffo, no?
A 8 anni risuccessesse di nuovo la stessa cosa, solo che la strage fu più elaborata, questa volta: ero a messa e stavo facendo la chirichetta, quando decisi di far cadere il crocifisso sulle persone del coro. Ovviamente prima gli diedi fuoco. E' incredibile che nessuno, nemmeno il prete, se ne sia accorto fino all'ultimo momento.
Anche lì, decine di persone morirono bruciate o soffocate dal fumo.
Io fui spedita in un ospedale psichiatrico, per poi essere rimandata in orfanotrofio per la mia troppo giovane età. Fui messa in quarantena e passai i peggiori giorni della mia vita. I maestri decisero di farmi seguire costantemente da un dottore.
Quando ebbi 11 anni fui finalmente ritenuta guarita, e poco dopo la mia guarigione fui adottata da una coppia parecchio giovane.
Il divertimento riinizió a 15 anni, in prima liceo. Ero una ragazzina parecchio forte, e ben presto divenni la bulletta della scuola. Le mie vittime non parlarono mai, anche perchè non avevano il òcoraggio; per questo non venni mai scoperta. Fu durante uno dei miei atti di bullismo che la mia vera natura venne fuori. Natura in senso letterale, perchè con le mie vittime ero letteralmente una bestia.
Ricordo che un giorno mi ero talmente arrabbiata con un ragazzino che lo accoltellai con un coltellino svizzero. Finì all'ospedale e disse di essersi accoltellato da solo per depressione. E mentre lui copriva le mie azioni, io pensavo a quanto fosse stato gratificante accoltellare quel piccino e quanto fosse caldo il suo sangue.Due anni dopo iniziarono nella mia città a manifestarsi "misteriose" scomparizioni di persone, seguite sempre e puntualmente da ritrovamenti macabri di corpi fatti a pezzi e completamente privi di sangue. E se non l'avessi ancora capito, si, ero io l'artefice di tutto questo. Per me uccidere era una passione, ed il sangue caldo una droga, una dipendenza. Adoravo berlo ancora caldo, farlo gocciolare dalle vene direttamente nella mia bocca, preferibilmente sotto gli occhi delle vittime morenti.
Ehy, attenzione, ho ancora questa passione. Il sangue è ancora una mia droga. Ehy, ora che ti noto, hai una bella carnagione viva..... Ah, sarà meglio che me ne vada, prima che mi prenda fame. Ma non ti preoccupare, zuccherino, tornerò prima di quanto pensi. Prometto....
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Muori.
TerrorHeylà! Qui CreepypastaFAIL vi parla con un nuovo libro pronto per essere letto....SI, questo lo finisco, giuro. Ehm, vi avverto che questo libro è molto meno cazzaro del mio precedente, quindi.....bhe, spero che lo possiate apprezare lo stesso. Avve...