Trust me.

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Dedicato a Alvaritoshug .

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Una settimana dopo.

"Non ce la faccio più" sbuffò la ragazza di fianco a me,buttando all'aria alcuni fogli sopra la scrivania.
Seguii il loro movimento con lo sguardo,per poi portarlo sulla ragazza.
"Non c'è bisogno di lanciare tutto all'aria,Clara" le dissi. Erano fogli importanti,quelli.

"Sì,hai ragione,scusa" disse lei,alzandosi e rimettendo tutto al suo posto,in silenzio,stranamente.

"È tutto okay?" chiese Marco,notando il suo strano comportamento.
All'inizio non rispose,era distratta.
"Eh? Oh,sì,tutto okay..." rispose in seguito.

Si capiva che stava mentendo,non ci voleva un genio. Di solito è sempre vivace e spensierata,mentre in quel momento si ritrovava distratta e tutt'altro che allegra.

"Non sei brava a mentire" dissi io,continuando a scrivere sul mio computer.
Non che m'importasse particolarmente,ma non mi piace quando le persone mentono.

Non parlò,neanche una parola.
Abbassò solo lo sguardo.

"Non so quanto possa esserti d'aiuto un vecchio come me,ma sfogarsi fa sempre bene. Tenersi tutto dentro peggiora solo le cose" intervenne Marco.
"Uh,davvero,non è niente di importante" disse,facendo un sorriso palesemente forzato, "Soliti e stupidi problemi di cuore,ahaha" concluse.

"Oh...problemi con Álvaro?" chiese lui "Guarda che se ti fa soffrire gli tiro le orecchie,eh. Oramai ti considero come una figlia" disse.

//

Quelle parole le fecero spuntare un piccolo sorriso,anche se era ancora amareggiata.

Era da più di due settimane che lei ed Álvaro si erano allontanati,sempre di più.
Non uscivano quasi mai,o meglio,lui trovava sempre delle scuse o la liquidava con "Voglio fare degli allenamenti extra,scusami" e se ne andava.

All'inizio non ci dava molto peso,ma dopo un po' iniziava ad essere sospetto.

Non uscivano più a cena insieme,non passeggiavano,non giocavano più come degli idioti a FIFA e avevano smesso persino di andare al cinema insieme,anche se era diventata una tradizione,quella.

Continuava a chiedersi se aveva fatto qualcosa di sbagliato o di offensivo.
O forse si era solo stancato di lei.

Lo amava,Dio se lo amava.
Amava i suoi occhi,ci si perdeva ogni volta.
Adorava passargli le mani tra i capelli.
Amava le sue labbra e i suoi baci.
E i suoi abbracci,Dio solo sa quanto adorava essere stretta e protetta dalle sue braccia.
E non avrebbe sopportato il fatto di perderlo.

Ma come si dice: tutte le cose belle sono destinate a finire.

Le lacrime minacciavano di uscire,mentre il suo cuore e la sua testa erano un completo casino.
Non voleva piangere,non davanti a Marco e a Lea,odiava farsi vedere debole.

"Penso che non mi voglia più al suo fianco...magari ha un'altra,non so..." disse,senza pensarci più di tanto.
"Perchè pensi questo?" le chiese il medico.
"Ci stiamo allontanando e ha sempre delle scuse per non passare del tempo insieme..." rispose.

"Se non hai delle prove,è inutile andare a conclusioni affrettate" disse la ragazza,non togliendo lo sguardo dallo schermo del suo PC.

Beh,forse aveva ragione lei.

[...]

"Ehi amore,torniamo a casa insieme?" gli chiese.
Erano le 16.00,e il lavoro pomeridiano lo avevano finito entrambi.

"Ehm.." il ragazzo si grattò la nuca "In realtà oggi avrei da fare...mi dispiace...domani sono tutto tuo,prometto" disse.

La ragazza sentì una fitta al cuore a quelle parole.
Aveva ancora da fare?
Non aveva più tempo per lei,per loro.

"Oh,va bene..."
"Ci vediamo domani,ti amo" disse lo Spagnolo,per poi lasciarle un bacio sulla guancia ed uscire dall'edificio.

Non sapeva più a cosa credere.
Non sapeva neanche se poteva fidarsi di quel 'ti amo'.

//

[...]

"Mi spieghi perchè mi hai portato con te?" le chiesi.

Clara mi trascinò fuori dall'edificio per poi costringermi a camminare con lei per tutta Torino.
Erano circa 40 minuti che camminavamo,cercando di non dare nell'occhio.

Ci fermammo dietro ad un cartellone pubblicitario.
"Sto inseguendo Álvaro,okay?" disse lei.
"Ed io che c'entro?"
"Mi serviva supporto morale".

Che situazione assurda.

"Ssh,eccolo" disse,indicando la figura di Álvaro che usciva da un negozio con in mano una rosa.

"Aspetta...ma quella è Chiara?" disse poi.
Guardai bene,e sì,vicino allo Spagnolo c'era Chiara.
"Sì" risposi.

Álvaro le diede la rosa rossa sorridendo,per poi abbracciarla.

//

Chiara?
Era lei la ragazza con cui spendeva il suo tempo?

Il suo cuore si stava lentamente frantumando.
La considerava una delle sue più care amiche,le voleva bene.

Si sentiva tradita,da entrambi.
Voleva solo piangere,urlare e tirare calci a qualcosa.

Strinse i pugni e si avvicinò minacciosamente ai due.

"Che..? Clara,ma..che ci fai qui?" disse,nervoso,il ragazzo,notandola.
"Sei un bastardo" disse solo.
"Ma che stai dicendo?"

"Potevi dirmelo che non ti andavo più bene,invece di continuare a farmi vivere in questa illusione" disse,mentre una lacrima le rigava il viso.

"Mi fidavo di te!" disse poi,alzando la voce.
La gente iniziava a guardarla,ma se ne fregava altamente.

"Clara calmati...posso spiegar-" cercò di tranquillizzarla Álvaro.
"No,non c'è nulla da spiegare!" continuò lei.
"Devi fidarti di me" disse lui.

"No,Álvaro. Sei uno stronzo. Mi hai messa da parte come quando un bambino si stanca del suo giocattolo e ne vuole uno nuovo. E poi? Con una delle mie più care amiche? Fa male,sai?!" continuò.
"Clara ci stanno guardando tutti...calmati" disse lui,girandosi intorno.

"Non me ne frega niente!" le lacrime continuavano a bagnarle le guance,la voce era spezzata e si sentiva come se una lama le avesse appena trafitto il cuore.
Stava dannatamente male.

"Fammi spieg-" cercò di calmarla,di nuovo.

Ma lei continuava a dimenarsi e a piangere,insultandolo.
Chiara stava da parte,in silenzio,mentre la gente guardava la scena.




"Clara smettila" disse lui.
"Ti odio!" disse lei,cercando di dargli uno schiaffo.

Il ragazzo le bloccò le mani,guardandola negli occhi.
















"Vuoi sposarmi?"

ᴄʟᴀʀɪᴛʏ ; ᴘᴀᴜʟᴏ ᴅʏʙᴀʟᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora