Emma pov
Mi girava la testa, mi sentivo come stordita. Gli occhi facevano fatica ad aprirsi, sembravano un macigno. Sembrava essere un peso insopportabile dover aprirli. Ne schiusi uno a fatica. Non ero in grado di focalizzare e riconoscere il luogo in cui mi trovavo. Le pareti erano di un grigio triste e malinconico, di certo non ero nella mia camera. Non che fosse mai stata piena di arcobaleni e adesivi a forma di unicorno, anzi. La mia camera da letto aveva sempre vantato delle pareti di un rosso paragonabile a quello della mia adorata giacca. La mia amata.
Mi tornò alla mente il ricordo del giorno durante il quale l'avevo rubata.
Questa giacca era una sicurezza. La mia sicurezza.
Questa giacca era il mio riparo.
Questa giacca era la mia barriera difensiva.
Aprii, anche se ancora faticosamente, entrambi gli occhi, il dolore lancinante alla testa era migliorato.
Abbassai lo sguardo... "cos'è questo aggeggio infernale che mi circonda i polsi?" pensai.
Dovevo ancora riprendermi.
Mi sentivo ancora disorientata e confusa.
D'un tratto una mano possente mi afferrò il viso dal mento e lo portò all'altezza del suo.
Il viso di un uomo, sì. Un uomo estremamente affascinante. Possedeva degli occhi di un blu profondo e ipnotizzante. I capelli corvini gli ricadevano sull'ampia fronte in un ciuffo disordinato e scomposto.
Schiuse le labbra, parevano così morbide.
Io, Emma Swan, che fantasticavo così su un uomo? Dovevo aver preso una bella botta che mi aveva fatto perdere i sensi, me lo sentivo.
Si avvicinò pericolosamente al mio orecchio e mi sussurrò...
-Siamo svegli bella addormentata?- con un tono volontariamente ironico e un sorriso sghembo, solleticandomi l'orecchio con il suo respiro. Sapeva di rum e salsedine, era piacevole.
-Temo sia ora dell'interrogatorio e ho bisogno che tua sia sveglia. Ti sei già riposata abbastanza direi. Ho molte domande che necessitano risposte, tesoro.-