Era una tranquilla giornata d'estate.
Al Campo Mezzosangue, il Sole illuminava i campi di fragole, che davano un tocco di rosso alle colline.
I ragazzi svolgevano le varie attività normalmente, sorvegliati dai capicabina. Alcuni semidei giocavano a pallavolo con i satiri; mentre i membri della casa di Ares, capeggiati da Clarisse, che risaltava tra i suoi fratellastri con la sua armatura rosso sangue, si stavano allenando nei combattimenti con lancia. I figli di Demetra erano impegnati a raccogliere le fragole mature, mettendole nei cestini, che erano per la maggior parte già pieni. I semidei della casa di Afrodite erano seduti in riva al lago, dove si specchiavano per controllare il trucco appena fatto, ritoccando eventuali imperfezioni.
I figli degli dei minori definivano gli ultimi dettagli delle loro nuove cabine appena costruite. Si notava in particolar modo Nico Di Angelo, vestito tutto di nero, che facendosi aiutare da alcuni scheletri-zombie, sistemava il tetto della nuova costruzione per i figli di Ade.
Invece i mezzosangue della casa di Apollo cercavano, invano, di insegnare a Percy Jackson ad usare l'arco. Anche da lontano, si potevano osservare perfettamente le espressioni di terrore dei figli del dio del Sole ogni volta che Percy scoccava una freccia, che volava puntualmente in direzioni opposte al bersaglio.
Di tutta quella tranquillità, la nota stonata, ma che per i più era diventata la normalità, erano i due fratelli Stoll. Stavano uscendo furtivamente dalla cabina numero sei, che era vuota; infatti tutti i figli di Atena si stavano esercitando nell'arrampicata, salendo il muro da cui colava lava ad intervalli irregolari.
Subito dopo i due ragazzi si nascosero dietro la cabina numero sette, che era sul lato opposto a quella da cui erano appena usciti.
Nascosti dai semidei che passavavo nel piazzale fra le case, i due fratelli sporgevano di tanto in tanto la testa fuori dal nascondiglio per osservare. In faccia avevano stampati due sorrisi sghembi, da cui si poteva intuire la loro enorme furbizia e malizia.
Lì intorno, i nuovi semidei del campo li guardavano con curiosità, mentre i veterani pensavano alla o alle povere vittime degli scherzi dei due figli del dio Messaggero.
Questi ultimi stavano sogghignando fra loro, aspettando che succedesse qualcosa. I mezzosangue più grandi erano in attesa di vedere cosa sarebbe successo.
Di lì a poco, arrivò nel piazzale tra le case Annabeth Chase, con i ricci capelli biondi legati in una coda alta disordinata. Aveva il volto sudato e gli occhi grigi allegri, simboli di un buon allenamento con i suoi fratelli. Uno di questi, Malcolm, le stava chiedendo se sarebbe venuta con lui a parlare con Chirone di un progetto complicato, degno dei cervelloni come loro, figli di Atena. Annabeth rispose ad alta voce, mentre si allontava dal fratello: -Vai tu. Io ora mi faccio una doccia. Ti riaggiungo dopo. -
Annabeth camminava sicura verso la sua cabina, passando, ignara, davanti al nascondiglio dei fratelli Stoll. Al sentire la risposta che Annabeth aveva dato al fratello, i loro sorrisi scaltri si erano allargati ancora di più, mentre gli occhi scintillavano di divertimento.
Gli altri semidei, notando ciò, si irrigidirono all'istante, pensando alle conseguenze di un eventuale scherzo, o più probabilmente danno, visto che a farlo erano gli Stoll, alla semidea presente da più anni al campo. Nonostante questo, rimasero tutti a guardare la scena.
Quando Annabeth entrò nella sua cabina, i due figli del dio Messaggero si passarono alcune cose, e subito dopo Travis corse via velocemente fino ad arrivare davanti ai bagni delle donne. Lì si nascose dietro al muro adiacente all'entrata, per poter essere invisibile a chiunque passasse. Aveva in mano una macchina fotografica, che sarebbe servita per immortalare la povera vittima.
Connor invece era ancora nascosto dietro la casa di Apollo. Aveva in mano un prisma di cristallo e l'estremità di un tubo di una pompa dell'acqua portatile. In molti semidei ce l'avevano; infatti erano comode per avere un'ottima fonte d'acqua per i messaggi-Iride.
Dopo circa cinque minuti, uscì Annabeth dalla casa di Atena. Portava con sé un grosso asciugamano grigio, vestiti puliti, un flacone di shampoo ed uno di sapone per il corpo.
Quando erano al campo, tutti i semidei ne approfittavano per lavarsi normalmente, senza avere il pericolo di essere sorpresi da mostri nel bel mezzo di un bagno.
Così, la mezzosangue si incamminò verso le docce.*
Subito dopo che Annabeth fu passata davanti al suo nascondiglio, Connor azionò la pompa per avere un getto per un messaggio-Iride.
Successivamente, posizionò il prisma di cristallo sotto l'acqua. Presto si formò un mini arcobaleno, e con pochi rapidi gesti, Connor tirò fuori dalla tasca una dracma d'oro e la gettò nell'arcobaleno. Accompagnò il movimento pronunciando la formula di rito: -O dea, accetta la mia offerta. Mostrami Travis Stoll. -
Nel frattempo Travis, che stava aspettando un segnale, vide l'aria intorno a lui incresparsi. Subito dopo comparì la faccia del fratello attraverso il messaggio-Iride. Connor gli disse poche e concise parole: -Sta arrivando. Preparati con la macchina fotografica. E stai all'erta per scappare immediatamente.- Parlò e l'istante dopo, la chiamata si concluse. A quel punto, Travis si nascose meglio, e sporgendosi, osservava l'entrata dei bagni. Finalmente intravide Annabeth, con la maglietta arancione del campo che spiccava sul verde del paesaggio.
Dopo poco, la semidea scomparve all'interno.
*****Annabeth aveva davvero caldo. Era stanca dopo il duro allenamento, nonostante fosse soddisfatta dei suoi progressi nell'arrampicata.
Amava migliorarsi, e ogni volta vedere anche un minimo passo avanti in qualcosa la rendeva felice.
Entrata nei bagni, mise l'asciugamano, i vestiti di ricambio e i prodotti per lavarsi su una sporgenza del muro, vicino alle docce. Poco dopo, ci appoggiò i vestiti sudati che si era appena tolta.
Si posizionò sotto il getto della doccia e sussultò al contatto dell'acqua gelata con la sua pelle. Pur essendo estate, non amava lavarsi con l'acqua fredda; così aspettò un po' che questa si riscaldasse, ed iniziò a lavarsi. Prese lo shampoo e si insaponò i capelli. Nel periodo della guerra contro i Titani, aveva trascurato molto il suo aspetto, in particolar modo i suoi capelli. Ora, in tempo di pace, aveva iniziato a trattarli un po' meglio.
Si sciacquò i capelli, tenendo gli occhi chiusi, per evitare che vi entrasse lo shampoo. Successivamente, cominciò ad insaponare il corpo. Ripetè l'operazione una seconda volta con i capelli e poi si lavò via il sapone dalla testa ai piedi.
Prese l'asciugamano e si asciugò il corpo. Fatto questo, indossò i vestiti puliti e si incamminò con le sue cose verso l'uscita. Passò accanto alla parete di destra, su cui era posto un grande specchio, che le figlie di Afrodite avevano tanto insistito a mettere. Vi posò fugacemente lo sguardo, e colse un dettaglio non familiare. Allora osservò la sua immagine sulla superficie riflettente: maglietta del campo mezzosangue arancione, pantalonicini di jeans, scarpe da ginnastica e il suo pugnale legato al polso. Era tutto normale. Poi spostò lo sguardo sul suo volto e rimase scioccata: ad incorniciare la sua faccia abbronzata, dove due occhi grigio tempesta si stavano spalancano in un'espressione di sorpresa, c'erano i suoi capelli, ancora bagnati dopo la doccia, ricci e scuri. Si avvicinò di più allo specchio e notò che erano diventati blu.
Blu? Come blu? Io ho i capelli biondi.
Pensò stupita Annabeth.
L'iniziale sorpresa si stava tramutando in rabbia fumante e, intuendo come fosse potuto succedere, si versò un po' di shampoo sulla mano. E, come aveva pensato, vide che il sapone era di un colore blu molto intenso, del tutto diverso dal bianco del suo shampoo normale. Constatato che aveva indovinato la causa dei suoi capelli blu, urlò con rabbia.
Quindi la figlia di Atena aprì il rubinetto e lavò via il sapone.
Allora uscì dagli spogliatoi arrabbiata. Camminò via velocemente, quasi correndo, per iniziare la ricerca del o dei responsabili.Note dell' autrice:
Questa storia è nata come una OneShot, ma visto che era troppo lunga, ho deciso di dividerla in tre capitoli. Ho intenzione di pubblicarli ad un giorno di distanza l'uno dall'altro.
Vorrei ringraziare FrancescaBridger che ha fatto il meraviglioso disegno della Percabeth in copertina, ispirandosi ad una fanart di Viria.
Un grosso grazie anche a solocioccolataelibri che mi ha aiutato a correggere gli errori presenti nella storia.*Non sapendo dove fossero le docce, perché da quanto ho letto Rick non lo ha mai specificato, le ho collocate nei bagni comuni, di cui conosco l'esistenza.
Se per caso mi fossi sbagliata, vi prego di dirmelo così da poter correggere.
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Una Giornata Tranquilla (O Quasi) - Percabeth
FanfictionEra una tranquilla giornata d'estate. Al Campo Mezzosangue, il Sole illuminava i campi di fragole, che davano un tocco di rosso alle colline. I ragazzi svolgevano le varie attività normalmente, sorvegliati dai capicabina. (...) Di tutta quella tra...