La soffitta. Erika non si ricordava neppure quando ci fosse entrata per l'ultima volta.
Salì le scale ed entrò nel luogo dove il padre disse di andare e dove avrebbe potuto trovare ciò che cercava... era un posto ampio nonostante dava un'idea quasi claustrofobica. Le pareti in legno erano piene di polvere e vi erano sopra parecchi quadri e cornici di vario genere. La rossa continuò a rovistare tra le pila di giornali, vecchie cornici e diversi scatoloni alla ricerca di quel l'oggetto un pò datato che stava cercando freneticamente e in modo svelto nonostante avesse molto tempo a disposizione.
Ecco ciò che cercava.
Aveva trovato la macchina da scrivere in un angolo e sopra erano ammassati diversi fogli di quotidiani datati 2 giugno 1964. Erika tolse uno alla volta i giornali su cui erano scritte notizie su quel giorno così importante per ogni italiano, pensando tra se e se "Viva il patrittosmo".Una volta liberata la macchina da scrivere ci mise più attenzione possibile per prenderla senza lasciarla cadere o urtare oggetti vicini, ma la sua buona volontà e la concentrazione furono vane. Una piccola scatola in legno posata su una menzola vicina cadde lasciando fuoriuscire il ciondolo che si trovava all'interno: un orologio da taschino argentato in stile ottocentesco con una catenina del medesimo colore.
-Dannazione!-
Frustrata, appoggiò a terra la macchina da scrivere e raccolse l'orologio. Lo pulì sfregandoci sopra le mani, come fosse una lampada di un genio e guardandolo meglio vide ogni piccola incisione e decorazione: uccelli di varie specie che tenevano in bocca alcune parti che unite sembravano formare una sfera. Ogni parte sembrava raffigurare un pezzo del mappamondo. Nel becco dell'uccello nell'estema destra erano facilmente distinguibili l'India e la Cina mentre nella parte a sinistra l'uccello era chiaramente un aquila che non poteva portare altro che l'America del Nord."Ancora tanto patriottismo" pensò.
Nella parte bassa si trovava un uccello che teneva lo sguardo basso e nel becco portava un pezzo di mappamondo raffigurante l'Eggitto e per finire nella parte alta c'era un volatile con in bocca parte dell'Europa.
-Erika!- la chiamò il padre -farai tardi...-
La ragazza rimase inginocchiata a terra e continuò ad osservare l'orologio non prestando attenzione alle parole del padre.
-Erika! Non prenderai in tempo il treno!-
Al secondo "richiamo" la ragazza balzò in piedi.
-Eccomi!-
Rimise tutte le scatole e i giornali a posto, compreso l'orologio: lo mise nella scatola in legno e lo posò sulla mensola.
-Stò arrivando papà!-
...quando stava per scendere le scale si bloccò...
-Eh se...-
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Erika e l'orologio temporale
Fantasy"Questa è la storia di Erika, una ragazza italiana che dopo la separazione dei suoi genitori in tenera età inizia ad aprire gli occhi e un giorno, per caso, si trova a salvare la vita di un ragazzo e a fronteggiare esperienze paranormali tutte colle...