Prologo

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Andrea ripose l'ultima camicia accuratamente piegata nella sua pesante valigia di pelle nera.
Lara era già di sotto che parlava con gli addetti della ditta di traslochi incaricati di trasportare i loro bagagli sani e salvi nella nuova casa a Roma dove si sarebbero stabiliti appena possibile.
Erano fidanzati ormai da sette anni e quando ad Andrea era stato offerto un posto di lavoro più che vantaggioso in uno dei più grandi ospedali di Roma trasferirsi insieme e convivere era sembrata a entrambi la cosa più logica da fare:dopotutto aveva ventisette anni,lei ventisei e una relazione cosí duratura non poteva che sfociare presto o tardi in un matrimonio,per quanto Andrea non ci avesse mai realmente pensato.
Trovare casa non era stato un problema:la famiglia di Lara era estremamente ricca e in poco tempo era riuscita a comprare una lussuosa villa a due piani nel centro di Roma,tra l'altro a pochi chilometri dall'ospedale.
Andrea sorrise:fin da bambino desiderava ardentemente diventare un bravo medico e il suo sogno stava finalmente prendendo forma.
《Andrea,amore,sei pronto?》
La voce di Lara risuonò per il corridoio.
《Si.》
Chiuse la valigia e raggiunse la ragazza,per poi oltrepassare con lei la soglia della sua vecchia casa,ansioso di conoscere quel che il futuro gli aveva riservato.

Alcune ore più tardi erano nella nuova casa a catalogare scatoloni e sistemare oggetti.La villa si era rivelata ancor più sfarzosa e accogliente che in foto e Lara sogghignava compiaciuta.
Andrea sentì le mani di lei che percorrevano le sue spalle per insinuarsi sotto la sua camicia.
《Allora,che cosa ne pensi?》
L'uomo giró il viso in sua direzione.
《Mi piace.》
Lara sfoderó uno sguardo malizioso.
《Inauguriamo la camera da letto?》
Andrea rise e la baciò sulle labbra.
《Non stasera,cara.Domani mattina devo alzarmi presto ed essere riposato.Dopotutto sarà il mio primo giorno di lavoro qui.》

*****

Aida bussò alla porta della camera 27.Erano le sette del mattino e lei era appena tornata da una delle notti più orribili della sua vita.Si guardò i jeans sporchi e strappati mentre attendeva che qualcuno aprisse la porta.
《Oh mio Dio,cosa ti è successo?》
La sua amica Monica era ferma sulla porta e la fissava con aria sconvolta.
《Ti spiace se rimando a dopo le spiegazioni?Avrei bisogno di una doccia...》
Monica le sorrise come avrebbe fatto una madre apprensiva e si spostò per farla passare poi chiuse la porta.
Aida si fiondó in bagno e ne uscì dopo circa un'ora,finalmente più serena.
《Ora mi dici cosa è successo?Stavo per chiamare la polizia,hai passato tutta la notte fuori senza avvisare e non rispondevi nemmeno al telefono!》
Monica pressò l'amica non potendo aspettare oltre.
《E come avrei potuto?Ero nel bel mezzo di un incendio.》
Disse Aida come se nulla fosse.
Monica quasi si strozzó con il toast che stava rosicchiando.
《Cosa?!Un incendio?Mi spieghi la faccenda nel dettaglio,per cortesia?》
Aida sorrise come se non avesse rischiato la vita solo poche ore prima.
《Ero al Red Tail a bere qualcosa e nella palazzina di fronte è scoppiato un incendio pazzesco.Non è morto nessuno ma i vigili del fuoco tardavano ad arrivare e al secondo piano c'era un bambino che gridava...》
Monica la interruppe,si alzó dalla sedia e la fulminò con lo sguardo.
《Sei una pazza sconsiderata!Potevi morire!》
Aida sospirò.
《Già,ma se non lo avessi fatto probabilmente sarebbe morto qualcun'altro.E poi,hey,sono qui e sono viva,non è andata così male.》
Monica non perse la sua espressione furibonda.
《Ti sei introdotta in un palazzo che andava a fuoco e mi dici che non é andata male?Ti rendi conto che per una di queste tue pazzie potresti lasciarci la pelle?!》
Aida smise di sorridere:in effetti era da una vita che agiva così,senza pensare ai rischi che poteva correre.
Non era una pazza,ogni suo gesto sconsiderato aveva sempre una ragione e il più delle volte serviva a salvare qualcuno ma evidentemente nessuno credeva che valesse la pena di rischiare la vita per preservare quella di qualcun'altro.
Non che ad Aida importasse qualcosa del giudizio altrui:lei salvava gli altri perchè nessuno aveva salvato lei e c'erano giorni in cui avrebbe detto che semplicemente preferiva morire perchè la vita di qualcun'altro continuasse piuttosto che condurre un'esistenza inutile ed egocentrica.
Monica la distolse dai suoi pensieri.
Ora non aveva più l'aria accigliata di poco prima e aveva invece una tenera espressione di ammirazione mista a malinconia.
《Dovresti prenderti più cura di te stessa,Aida.》
La ragazza rise.
《Credimi,lo faccio già.Non è forse la cosa più meravigliosa al mondo il sorriso di un bambino?Io non mi sono mai sentita meglio di cosí.》
Monica annuì poco convinta.
《Sta bene il piccolo?》
Aida giocherelló con il cucchiaino prima di affondarlo nel barattolo di nutella che aveva davanti.
《Mh,si.Ha qualche piccola ustione ma se la caverà.Più tardi vado a fargli visita in ospedale.》
Monica le sorrise ancora una volta senza aggiungere altro,contenta che tutto sommato la nottata non si fosse conclusa in tragedia.
Aida alzó la testa dal barattolo.
《Cecilia?》
L'amica rise.
《Oh,credo che sia con la sua ultima conquista.Nemmeno lei ha fatto ritorno questa notte ma per lei non ho motivo di farmi venire il crepacuore.》
Aida rise a sua volta.Cecilia,la loro terza coinquilina,era probabilmente la più spensierata creatura di Roma:il suo unico interesse era godersi la vita all'ennesima potenza e non tralasciava occasione per abbandonarsi ai piaceri della vita.
Tutto sommato peró era una brava persona e una buona amica per cui le ragazze le volevano bene.
Aida sorrise ripensando allo strano assortimento che si era creato:"la pazza che non ha paura del rischio,la timida e ansiosa appassionata di romanzi rosa e la sensuale seduttrice che passava le notti in discoteca o tra le lenzuola di uomini sempre diversi illudendosi ogni volta di aver trovato quello giusto."
Erano diverse e condividevano un minuscolo appartamento in cui c'era a malapena spazio per tutte e tre ma Aida non avrebbe cambiato quel suo piccolo centro di equilibrio per nulla al mondo:le sue amiche erano le uniche persone al mondo di cui si fidava e la cosa più simile ad una famiglia che avesse mai avuto.
Cecilia tornó poco dopo e la abbracció ignara degli avvenimenti di quella notte.Aida ricambió l'abbraccio,guardó verso di lei e poi verso Monica.
Non potè fare a meno di sorridere di nuovo.
"Si,va proprio bene così."

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