capitolo 2

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Era quasi finita l'estate, fine di agosto, e i miei genitori decisero di partire per l'Italia dai miei nonni.

L'Italia è così un posto strano, è piccola mi sentivo chiusa in gabbia ma i paesaggi di quella penisola ti tolgono il fiato.

Rimasi lì per circa una settimana e qualche giorno.

Avrei voluto restare in quella gabbia per tutto l'anno invece che ritornare e fare la quinta liceo. Ero spaventata come la prima volta che entri alle scuole elementari e non conosci nessuno...forse anche peggio.

ero così spaventata perché incominciai a capire che fra pochi mesi avrei dovuto affrontare la maturità e a questo non ero pronta.

Arrivò settembre e mi trasferirono in un ospedale per fare uno stage... la dentro c'era puzza di medicinali e malattie varie, nonni che non riuscivano a cambiarsi il pannolone da soli, bambini neonati a cui dare la pappa e cambiare il pannolino, signori a cui mettere la flebo quando avrei voluto mettermene una io.

Tutto questo non faceva per me. Non volevo cose semplici, non ho studiato 4 quasi 5 anni medicina per cambiare pannolini. Volevo avventurarmi in enigmi da risolvere come fossi in Detective Conan ma non mi era concesso.

L'ospedale era tutto bianco, sapeva di tristezza, metteva angoscia e nelle ore buche non sapevi cosa fare.

Erano le 11:25 del mattino del 23 settembre e in quel preciso istante la mia idiozia si fece sentire.

Mi chiesero di portare delle cose in un reparto, fin qui tutto tranquillo, se non fosse per il fatto che quelle cose che dovetti portare furono provette di pipì che rovescia addosso ad un ragazzo.

Ma non è stata colpa mia! Certo lo so che pensate il contrario ma quello mi tagliò la strada ed io beh non lo vidi e non mi fermai in tempo... ma non è affatto stata colpa mia. Punto.

Si alzò da terrà, mi urlò dietro per cinque minuti senza neanche guardarmi in faccia, dopo alzò lo sguardo rimasi tre minuti senza dire nulla.

Aveva gli occhi azzurri, carnagione ne tanto scura ne tanto chiara, capelli neri, alto e abbastanza muscoloso...ad un certo puntò mi guardo, si stupì come se avesse visto Dio sceso in terra, balbettò, mi sorrise, mi chiese scusa e se ne andò. Ma io dico: vi pare? Prima mi urli dietro per mezz'ora e poi mi guardi ti scusi e te ne vai come un cane bastonato? Sei strano forte allora.

Fatto sta che qualcosa in lui, mi era familiare, ma non capì cosa.

Andai per la mia strada raccogliendo bottigliette di urina schifosa da terra e pulendo quelle rotte. Ora da medico divento una schiava ovvio! Le future principesse non si trattano così.

Dovetti restare per 7 ore di fila all'ospedale. Poi andai a casa, ma mentre mi avviavo, il ragazzo strano (quelle delle bottiglie di urina) mi continuava a fissare..e in ogni istante mi sembrava di conoscerlo sempre di più. Qualcosa non andava in me, o in lui...non ci capivo più nulla.

Decisi di scattargli una foto di nascosto, e di farla vedere in giro per capire se qualcuno lo conoscesse. Beh sì, lo conoscevano tante, tantissime persone.

Si chiamava Jackson e il suo cognome era Hill, frequentava la mia stessa scuola, era al mio stesso anno, nato solo un mese prima di me, mentre io frequentavo la 5^B lui frequentava la classe C.

Okey cinque anni vicino a me e neanche sapevo delle sua esistenza. Ho scoperto di essere un genio.

Lo stage finì una settimana dopo e alla fine dovemmo fare un esame nello stesso ospedale per controllare i nostri progressi (certo sono molto migliorata nel cambiare pannolini questo sì).

Fatto sta che me lo ritrovai li, alla fine della prova mi presi di coraggio e andai a parlargli.

Gli dissi:"ciao, sono Emily...ti ricordi...beh le bocciette di urina? Si beh sono io" (forse è stata una delle mie più grosse figure di pupù che io abbia mai fatto...ovviamente incominciare a parlare con un ragazzo di urina non era il massimo ma va beh...sono io non potevo aspettarmi di meglio.

Mi rispose con un semplice:"ahah mi ricordo. Piacere Jackson."

Andammo avanti a parlare fin quando mi disse:"Emily...io ti conosco e tu pure."

p.s. :scusatemi se non ho aggiornato prima, ero molto impegnata a causa degli esami. spero vi piaccia.

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