Si vede bene solo con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.
(Antoine de Saint-Exupéry)Le lettere in rilievo di Orgoglio e Pregiudizio mi scivolano tra le dita, l'odore pungente scava nelle mie narici. La coperta e la cioccolata densa mi riscaldano totalmente. Sono talmente persa a toccare due lettere che non sento la massiccia porta di legno spalancarsi.
"Ei there!"
una voce squillante mi trapana l'orecchio sinistro e la tazza mi cade rovinosamente sul pavimento.
"Cristo.." cerco di ripulire il salvabile, sarebbe una causa persa pensare anche al piumone
"Martha scusami" gli rivolgo uno sguardo duro, sa benissimo che il mio udito non è dei migliori.
"Non tenermi il broncio! È più forte di me lo sai, adoro vederti saltare ogni volta" alzo gli occhi al cielo facendomi scappare un sorriso, poi le mie dita corrono sul display. Mi porto l'indice alle labbra. "Leila! La cioccolata è finita sulla tavoletta" grido arrabbiata.
"Corro a comprartene un'altra, quanto potrà costare? 25, 30 massimo." cerca freneticamente nella borsa. Prendo il bastone e mi dirigo verso il bagno.
"Non riesco a capire" sbuffo frustata tornando con un fazzoletto di carta
"È di metallo, basta pulirla. Fallo tu perfavore" gli rivolgo un piccolo sorriso
"Mi hai fatto preoccupare! Stavo andando in panico." comincia a strofinare con insistenza
"Così la prossima volta ci pensi prima di farmi i tuoi soliti scherzetti" tolgo il piumone sporco chiamando Dolores, la governante.
"Scusami se ti disturbo" individuo la sua sagoma accanto alla porta
"Stia tranquilla signorina Montgomery, arrivo fra 5 minuti a cambiare il letto" è stato facile
"Oh, okay grazie" rispondo imbarazzata, odio essere aiutata, posso farcela benissimo da sola.
"Ecco fatto!" mi consegna la tavoletta pulita
"Ma scusa, ti piace davvero questo libro? Chi ti ha pagato per leggerlo?" alza un sopracciglio divertita.
Alzo le spalle annoiata.
"A giusto, Mrs Blake, l'affascinante e misterioso professore della 5. B" recita mettendosi una mano sul cuore, io scoppio a ridere. Dicono che Jhonatan sia un dio greco. È il mio professore di letteratura inglese, lo sa che odio leggere, mi ha scaricato il libro.
"Ti farò amare i libri, sarà la mia opera di carità per questo anno" così aveva detto. La sua voce è molto calda, dolce. Le mie piccole dita passerebbero volentieri tra i suoi capelli, sul viso, vicino alle rughe degli occhi, le labbra, il mento.
"Martha ascolta" Leila si avvicina cautamente a me
"Il dottor Fisher continua a chiamare, che devo fare con lui" che scocciatura! Finirà prima o poi? Tiro su le ginocchia e appoggio il mento, guardando un punto indefinito. Il grande letto a baldacchino occupa la parte destra della mia camera, dove si affaccia una grande vetrata. Il soffitto non è molto alto, le decorazione oro accarezzano le travi in legno ed il grande lampadario scende al centro della stanza. Di fronte vi è una grossa scrivania con un grande specchio. Accanto si trova un piccolo bagno. Mi sono fatta descrivere alla perfezione ogni cosa, ogni piccolo particolare. La parte sinistra è occupata dalla cabina armadio. La casa era dei miei genitori, morti l'anno scorso in un incendio nella fabbrica di mio padre, che mi ha causato una cecità totale. Adesso è abitata da me e Leila, la mia migliore amica, nonché cugina. Abbiamo entrambe 18 anni e frequentiamo l'accademia d'arte a Seattle: "University of Washington". Non seguo corsi diversi a causa della mia disabilità, vado in quella scuola da 5 anni e cambiare all'ultimo sarebbe stato un casino. Non essendo cieca dalla nascita non ho grosse difficoltà, mi sono rimboccata le maniche immediatamente e leggendo con le dita dei puntini in rilievo su carta o su altro supporto sto a passi con gli altri. La scrittura in questo codice avviene tramite uno strumento chiamato tavoletta Braille; esso è stato generalmente sostituito dalla dattilobraille, una macchina che permette di ottenere testi in Braille in maniera più rapida. Attualmente le tecnologie informatiche più avanzate consentono di elaborare il testo tradizionale visualizzato sullo schermo convertendolo in caratteri braille che, a loro volta, possono essere trasmessi a una speciale barra braille o a una stampante che riproduce le classiche punzonature. Dopo questa "brevissima" introduzione, di cui probabilmente vi interessa ben poco, posso proseguire con il spiegarvi chi è il dottor Fisher. Lui è il medico di famiglia, mi segue da più o meno un anno e continua ad insistere per sottopormi ad un intervento alla cornea. Se andasse a finire bene ricomincerei a vedere, in caso contrario non avrei più alcuna possibilità. La mia vista migliora gradatamente, sarebbe inutile.
"Ci devo ancora pensare" rispondo monocorde a Leila, lei sbuffa frustata
"Martha basta! Cosa gli posso dire ancora?"
"Non lo so Leila, basta." cerco di liquidarla velocemente. Rox, il cane guida, scende dal letto, facendo spazio a Dolores.
"Va bene va bene, cosa mi hai promesso oggi?" oddio, mi ero completamente dimenticata del centro commerciale.
"Si si, vai a prepararti. Ci vediamo esattamente fra 20 minuti di sotto" lei corre in camera e io mi dirigo lentamente verso la cabina armadio, tocco vari pantaloni e opto per un leggins.
"Dolores di che colore è?" chiedo timida, lei arriva in fretta e furia.
"Nero signorina" mi risponde gentile
"Mi potresti prendere la magliettina bianca? quella comoda comoda, è la mia preferita" cerco di stare molto attenta all'outfit, per me è sempre stato importante, anche adesso, sopratutto adesso.
"Okay grazie, sopra invece c'è la giacchetta in pelle nera" è straziante non poter vedere quei bellissimi colori. Tocco ogni stoffa
"Leggins c'è, maglietta c'è, la giacca c'è.." mi giro verso la figura di Dolores
"Manca qualcosa?"
"Signorina, se non vuole andare al naturale direi di prendere anche l'intimo" mi dice sghignazzando
"Oh giusto, che sbadata. Ultimo cassetto a destra, prendi la brasiliana nera abbinata al reggiseno" prendo la pila di vestiti e seguo Rox in bagno. Tolgo il pigiama e poso gli occhiali sul lavandino. Focalizzo nella mia mente la mia immagine riflessa allo specchio. I miei lunghi capelli neri leggermente arruffati a causa della notte precedente, gli occhi verdi arrossati, senza vita. Mi accarezzo dolcemente il seno sinistro dove ho una strana voglia a forma di pino bianco. L'ho sempre adorata, tutta la mia famiglia ne aveva una, compresa Leila. Ho un corpo slanciato, atletico, ho sempre amato la ginnastica artistica, la praticavo fin dall'età di 5 anni. Dopo l'incidente ho smesso, ero davvero brava, una delle migliori. Evidentemente non l'amavo abbastanza, probabilmente non l'ho mai amata, probabilmente ci andavo solamente per avere un sedere perfetto e il ventre piatto. Ero una ragazza superficiale, una delle "popolari", ero la reginetta del ballo. E adesso cosa sono? Dovevo diventare cieca per capire che brutta persona fossi? Dovevo diventare cieca per capire che ero circondata da persone false e approfittatrici? Infilo velocemente l'intimo, tocco l'etichetta del leggings a vita alta e lo infilo, passando successivamente alla magliettina e al giacchino in pelle. Tasto il marmo freddo del lavandino e apro il rubinetto per poi prendere lo spazzolino. Quando esco dal bagno un odore di lavanda mi invade, l'olfatto è uno dei sensi che ho sviluppato maggiormente, oltre all'udito ovviamente. Ognuno di noi ha un odore specifico.
"Che scarpe vuole signorina?" Dolores è sempre molto gentile con me
"Le Puma grigie, grazie" le infilo velocemente e seguo il cane di sotto.
"Sei in ritardo, ti sei pettinata i capelli? Sei un disastro!" che tragedia..
"Una volta saresti corsa di sopra, dai vieni qui" una volta, hai detto bene. Usciamo velocemente e saliamo nella mia macchina. Vi starete domandando: "Ma i ciechi possono guidare?" ebbene sì, è un progetto che continua dal 2007.
Un sistema di soffiaggio dotato di microcamere a sensori laser che scannerizzano la strada davanti all'auto e che poi mandano al conducente informandolo su ciò che c'è davanti: incroci, semafori, curve, ostacoli.
Tale sistema è poi collegato a dei guanti speciali che il guidatore deve indossare e che gli trasmettono vibrazioni e impulsi per avvisarlo sul percorso. Leila mi apre la portiera e metto Rox dietro. Arriviamo in 5 minuti
"Non troveremo mai parcheggio Martha, a no eccone uno" ma dove?
"Leila non posso vedere" odio questa situazione
"Gira a destra, okay perfetto" lei scende per prima prendendo il cane, non mi sento particolarmente bene oggi.
"Cominciate ad andare, vi raggiungo tra poco" dico con voce mal ferma
"Noi chi?" a volte è tanto stupida, poverina.
"Tu e Rox rimbambita" sorrido lievemente
"Martha che hai?" mi giro lentamente
"Oh, okay, ci vediamo dentro. Chiama se hai bisogno" se ne va leggermente preoccupata, lo sa che a volte mi vengono queste crisi. Faccio dei respiri profondi e apro la portiera ma questa viene improvvisamente chiusa e una sagoma si siede accanto a me.
"Ma che.." sono confusa, cerco di identificare l'odore ma una grossa mano preme un fazzoletto imbevuto di etere dietilico sul mio viso. Il buio più totale si impossessa di me.Ei there!
Questa è la mia prima storia, spero che vi piacerà. Sicuramente dal secondo capitolo le cose si faranno un pochino più movimentate🍣
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The Sight
Fantasy"Fai poco la difficile Leila, potrei arrabbiarmi seriamente" continuo a scalciare e a tirare pugni, urlo, nessuno mi sente, Leila? La mia Leila? "Chi cazzo è Leila?" dico con voce rotta dal pianto "Tu cretina" vorrei tanto vedere la sua faccia in...