"Ora che ho perso la vista ci vedo di più"
Mi sveglio di soprassalto e il sapore del sangue secco in gola mi provoca una forte tosse. Sento l'aria che dal finestrino mi scompiglia leggermente i capelli. Dove stiamo andando? Siamo lontani da casa mia?
"Ma come diavolo si guida?" una voce sconosciuta impreca contro la mia macchina, so che è la mia, ne riconosco l'odore, riconosco il tipico odore del pino bianco.
"Era l'ora che ti svegliassi principessa, russi come un camionista sai?" mi dice divertito.
"C-cosa vuoi da me? Chi sei? Lasciami subito andare" tremo e mi agito sul sedile, mi ha immobilizzato! La macchina si ferma improvvisamente.
"Devi stare calma principessa, non vuoi che io ti metta nel bagagliaio dietro,vero?" si è avvicinato pericolosamente al mio viso.
Sento il suo fiato caldo vicino al mio orecchio destro. Mi giro completamente verso di lui e gli do una testata sulla fronte.
"Cazzo.." mi sono fatta malissimo.
"La testata l'ho ricevuta io, fa male a me non a te" ridacchia lievemente.
"Non c'è niente da ridere, voglio sapere immediatamente dove mi stai portando, giuro che mi metto ad urlare" sono arrabbiata, non più impaurita, la rabbia sta prendendo il sopravvento. Quanti anni avrà questo? Una ventina, non di più.
"Non vedi principessa? Abbiamo appena superato il cartello." spero stia scherzando. Solitamente, quando qualcuno ti rapisce, un minimo di conoscenza su di te deve averla. No?
"Si, naturalmente io indosso un paio di occhiali da sole in pieno inverno perché mi stanno bene, giusto?" rispondo ironicamente.
"Che c'entrano gli occhiali adesso?"
"Sono cieca razza di deficiente" potevano mandare qualcuno di più astuto, però non mi lamento.
"Il capo non mi aveva avvertito.." parla tra se e se
"Quindi? Dove stiamo andando?" sono esausta e devo andare urgentemente in bagno.
"Una cieca? Chi me l'ha fatto fare, stavo così bene in campagna.." continua a borbottare
"Scusami!" alzo la voce
"Che c'è?" urla anche lui
"Vorrei sapere dove stiamo andando, grazie" sto esagerando, io non conosco questo ragazzo, non so cosa potrebbe fare quando la rabbia lo prende. Non mi sono mai sentita così viva, ho paura, ma è una bella sensazione, straordinaria. Ho l'adrenalina a mille.
"Principessa devi darti una calmata okay? Non parlarmi in questo modo, stiamo andando a New Orleans." mi blocco improvvisamente
"A New Orleans?" ripeto sottovoce
"A NEW ORLEANS?" urlo
"Portami a casa cazzo, voglio tornare a casa mia." il panico comincia a crescere e l'adrenalina a sparire, la paura prende il suo posto.
"E smettila di piagnucolare" mi dice in tono annoiato
"Sono tre giorni di viaggio!" si rende conto?
"Si, me ne rendo conto. Fuori è quasi buio perciò ci fermeremo da qualche parte" è pazzo, io devo andare a casa, si staranno preoccupando tutti.
"Almeno liberami, giuro che non scappo" lui accosta e mi toglie i lacci ai polsi. Me li massaggio delicatamente. Appena sento che il ragazzo scende prendo il bastone e mi precipito fuori, comincio a correre cercando di non cadere ed evitando ostacoli. Improvvisamente il mio copro si immobilizza completamente. Non riesco a muovermi, provo ad urlare ma la voce mi muore in gola. Che succede? L'uomo si avvicina e prendendomi di peso mi carica nuovamente in macchina, legandomi più stretta. Il mio corpo è ancora fermo, impietrito.
"MOTUS" dice sottovoce una parola latina, che diavolo sta succedendo? Piano piano ogni particella del mio corpo si rilassa e riesco a muovere le dita delle mani e dei piedi
"Comincio a spaventarmi seriamente, cosa sta succedendo? E cos'era quella parola?" sto urlando, di nuovo.
"Non mi conosci bene principessa, il capo mi ha detto di portarti da lui sana e salva.."
"Ma potrei semplicemente dirgli che c'è stato un incidente, mi ferisco un po' le braccia ed il gioco è fatto"
"Voglio andare a casa" ormai la stanchezza si fa sentire e le lacrime minacciano di scendere
"Fai poco la difficile Leila, non può essere così tanto male trascorrere del tempo in mia compagnia" mi dice incurante del mio stato attuale
"Che c'entra mia cugina adesso?" gli rispondono confusa
"Non lo so, che c'entra tua cugina adesso?" è confuso anche lui, sbuffo.
"Hai pronunciato il suo nome prima, Leila" lui si gira piano
"N-non dirmi che.." si passa una mano nei capelli in modo nervoso, lo sento, percepisco ogni suo movimento.
"T-tu sei Leila giusto?"
"Io sono Martha!" gli rispondo arrabbiata, non ci posso credere.
"Cazzo. cazzo. cazzo". tira fortissimi pugni al volante della macchina, per poi appoggiarvi la testa sopra
"Ho preso la ragazza sbagliata" dice in maniera sconsolata
"Cosa dirò al mio capo?" lui cosa?!
"Tu cosa?!" non ci posso credere!
"Hai sbagliato ragazza? Non potevi controllare prima? Non ti è saltato in mente di vedere se era o meno la persona giusta? Saranno tutti preoccupati per me! Santo iddio portami a casa! Davvero, sei un incapace, non sa-" improvvisamente le sue labbra si posano sulle mie, mi tiro indietro e gli do un'altra testata.
"Che diavolo fai?" sono senza parole
"Era l'unico modo per farti stare zitta" cretino.
"Ma vai a farti fottere." poso la testa sulla portiera della macchina, ormai stanca di lottare.
"Sembravi una ragazza tanto dolce ed educata inizialmente." ma che vuole da me questo?
"Poi ti ho sentito russare ed è stato tutto più chiaro" mi giro verso di lui con la bocca leggermente aperta
"Io non russo!" credo
"Eccome se russi principessa, comunque mi dispiace davvero tanto di averti portato via" la mia bocca si apre ancora di più.
"Ti stai scusando per avermi rapito? Davvero?" lui ridacchia
"Proprio così, siamo troppo lontani per tornare indietro perciò.."
"Che razza di rapitore sei? Dovresti minacciarmi di morte, non scusarti" adesso a ridacchiare sono io
"E ti lamenti?" mantengo il sorriso
"Per carità, non potrei mai."
"Ah ecco. Hai capito?" si rivolge a me.
"Capito cosa?"
"Credo sia troppo tardi per tornare indietro, cioè, vuoi davvero andartene?" sta balbettando, è adorabile
"Che posso dire? Sarà un lungo viaggio!" devo essere sincera, da un lato sono elettrizzata.
"Come? Non mi prendi più a testate?" scoppio a ridere
"No, hai la testa troppo dura. Mi sono fatta un gran male." ed è vero, ho un piccolo bernoccolo sulla fronte.
"Perché non mi supplichi di tornare indietro? Potrei essere un pedofilo di cinquant'anni che ti sta portando a New Orleans per ucciderti" la cosa mi mette leggermente i brividi
"I miei genitori erano persone molto ricche, la loro vita era basata completamente sul lavoro." comincio a raccontare in tono atono
"Non sono mai uscita dallo stato di Washington, non ho mai viaggiato, non ho mai fatto pazzie." lui rimane in silenzio ad ascoltarmi
"Dopo essere morti, io ho perso la vista. Improvvisamente il cielo, la città, le persone sparirono. Non ho più fatto niente, la gente provava compassione per me, mi trattava in modo diverso." mi fermo per riprendere fiato
"Certo, io sono la povera ragazza cieca senza genitori, aiutiamo Martha, non c'è la può fare da sola, poverina."
"Leila mi aiuta spesso, così come Dolores, la mia governante. Non voglio aiuto, non è ho bisogno, devo vivere la mia vita come più mi piace." lo sento sorridere
"Giusto principessa, perciò facciamo questo viaggio insieme?" che ansia
"Si cazzo" mi fermo
"E cosa dirai al tuo capo?" gli chiedo lievemente preoccupata
"Scusa boss, ho preso la prima ragazza che mi sono trovato davanti e te l'ho portata" deficiente
"Fingiti Leila" mi risponde semplicemente.
Ma Leila chi?
"Stai per caso parlando di mia cugina?"
"No, è una ragazza sui vent'anni anni. Ci abbiamo impiegato 12 mesi per trovare una ragazza come lei. Cristo"
"Mi hai scambiato per una ragazza di vent'anni?" gli chiedo divertita e leggermente offesa
"Come potrei? Sei alta un metro e 50" mi prende in giro il ragazzo senza nome
"Stronzo" gli tiro un pugno sul braccio
"Piuttosto, hai un nome?"
"Forse" vuole un'altra testata, si.
"Me lo dirai prima o poi"gli rispondo decisa
"Come facciamo con Leila?" proseguo, che confusione ragazzi!
"Ci fermeremo in un negozio, dovrai assolutamente essere uguale a lei, c'è solamente un problemino" lo sento nervoso
"Ma come diavolo hai fatto a confonderti, mi chiedo ancora. Non avete mai visto i film di spionaggio?" se devono fare una cosa, che la facciano bene.
"Che problemino?" gli chiedo curiosa
"Ha giusto un paio di tatuaggi e piercing" come?
"Non mi farò ne tatuaggi ne piercing." ma siamo matti?
"Okay, lei avrebbe potuto nascondere i tatuaggi e i piercing toglierli. Però devi farti assolutamente bionda" può andare
"Va bene, io devo andare in bagno però. Quando ci fermiamo?" sento il rumore della tastiera del telefono
"Ci dovrebbe essere un'autogrill a cinque minuti da qui" menomale, non ne potevo più
"Da quanto siamo in viaggio?" gli chiedo annoiata
"Sei ore ormai" sono sveglia solamente da un paio d'ore, quanto mi ha drogato?
"Perché cercate una ragazza di vent'anni? Non mi sembrate cattive persone" mi sembra un ragazzo abbastanza gentile
"Non siamo delle brutte persone, un giorno ti racconterò tutto. Ormai ci sei dentro fino al collo in questa storia, mi dispiace molto." cerco la sua mano e ci poggio la mia sopra
"Non devi preoccuparti, è stata una mia scelta seguirti in questo viaggio" non deve incolparsi di niente, o almeno, non di tutto.
"Grazie Martha, io comunque sono Ethan." Mi posa una mano sulla spalla ed una piccola scossa mi scuote il corpo. Mi avvicino di più a lui e aspiro il suo inebriante profumo. Oddio. Non ne ho mai sentito uno così buono ed intenso, si sente un aroma di menta misto a tabacco e i suoi capelli odorano di miele.
"Mi stai annusando?" mi sposto immediatamente andando a sbattere contro la portiera
"Annusare?" scoppio in una risata isterica
"Perché dovrei?"
"Che ne so io, comunque siamo arrivati" menomale, il bagno mi chiama, ed è maleducazione non rispondere
"Bene Ethan, hai anche un cognome?"
"Johnson." carino
"Non riesco a parcheggiare cristo, ma come fai a guidarla? impedito
"Lascia fare a me" scende dall'auto e mi slega, mi massaggio lievemente i polsi, di nuovo, e mi metto al posto del guidatore. Facendo una live manovra parcheggio
"Sono cieca, è una macchina fatta apposta per me"
"Guidi tu dopo?" mi chiede supplicante
"Ti fidi?" prendo il bastone e scendo
"Non dovrei?" mi prende a braccetto, io mi scanso
"Ce la faccio" non mi ascolta e mi prende nuovamente il braccio
"Lo so benissimo, voglio solamente starti vicino" alzo gli occhi al cielo e contino a camminare.
"Come si vestiva Leila?" chiedo ad Ethan
"Non si vestiva" mi giro verso di lui
"Come non si vestiva?"
"Si vede più pelle nuda che tessuto" risponde con disgusto, mi sento lievemente imbarazzata, fino a qualche anno fa ero esattamente così.
"Bene, andiamo a fare un po' di shopping" mi tira per un braccio e prende degli indumenti
"Ethan prendimi anche una lametta, un po' di intimo, spazzolino, il dentifricio e un pigiamino" su queste cose non transigo
"La lametta c'è, la uso io per la barba, ti metti un paio dei miei boxer, il dentifricio pure e per il pigiama basta una mia maglietta" mi risponde conducendomi alla cassa
"Oh, okay" che situazione di merda"Ammettilo, non vedi l'ora di avere le sue mutande addosso"
Mi guardo intorno preoccupata
"Hai sentito qualcosa?" gli bisbiglio all'orecchio
"Come?" mi risponde confuso
"No, niente"
"L'hai presa la tinta?" domando cambiando discorso
"Si, vai in bagno, sempre dritto davanti a te. Io finisco di pagare e ti raggiungo, riesci ad incominciare da sola?" la prendo dalle sue mani e mi dirigo alla toilette. Posiziono tutto sul lavandino ed agito il composto, aiutandomi con il pennellino mi sistemo la tinta sulla cute.
"Eccomi, vuoi che te lo faccio meglio dietro?" in effetti faccio fatica ad arrivarci. Annuisco.
"Bene, abbiamo finito. Metti la testa giù che ti sciacquo."
Le sue dita affusolate mi accarezzano la testa, facendo movimenti circolari. Che goduria cavolo.
Li asciughiamo velocemente.
"Non è venuto totalmente bene, dobbiamo fare un'altra passata"
Dopo dieci minuti sono nel bagno cercando di mettere una minigonna striminzita e dei tacchi a spillo.
"Ethan sei proprio sicuro?" perché sto facendo tutto ciò?
"Si dai, esci." mi incita in tono scocciato.
Spalanco la porta e lui rilascia un grande fischio. Mi prende una mano e la porta in alto, facendomi fare un piccolo giro.
"Stai benissimo principessa, non piegarti troppo però." le mie guance vanno a fuoco probabilmente
"M-mi descrivi?" gli chiedo a bassa voce
"Come?"
"Descrivimi" gli ripeto con gli occhi bassi
"Ma certo" comincia a girarmi intorno
"I capelli biondi sono in netto contrasto con il rossetto rosso e gli occhiali neri. Il top aderente ti comprime il seno in maniera non troppo volgare e la minigonna a vita alta svolazza morbida."
Continua a girare per un po', piazzandosi poi di fronte a me.
"I tacchi neri ti slanciano moltissimo" resto sbalordita
"E poi, almeno sei più alta" dice infine ridacchiando
"Sei un coglione" ridacchio e lo spingo lievemente
"Martha dovresti chiamare Leila però, sara preoccupata non credi?" mi sbatto il palmo della mano sulla fronte
"Posso chiamarla con il tuo? Me ne ero completamente dimenticata" mi passa il telefono e tocco velocemente i tasti componendo il suo numero
"Se non fosse per il bastone non ti darei mai della cieca" sorrido in modo sornione, è un complimento enorme.
Dopo vari squilli una voce squillante risponde
"Leila sono Martha"
"Ciao tesoro, senti posso chiamarti dopo?" come scusa?
"No che non posso chiamarti dopo!" mi altero leggermente. Sento una voce maschile dall'altra parte del telefono e lei ridacchia stupidamente.
"So benissimo che sei con Ethan, basta che stai attenta, io mi fido di te." sono paralizzata
"Come mai ti conosce?" mi giro arrabbiata verso Johnson
"Dopo ti spiego" mi sussurra
"Martha?" Leila mi richiama
"Ci sono, come fai a conoscere Ethan?" lei trasalisce da dietro il telefono
"Non ti ha detto niente vero?"
"Non mi ha detto cosa? Spiegami per favore"
"È giusto che lo faccia lui, io vado. Fai la brava mi raccomando. Ti voglio bene" Leila spegne il telefono e io lo riconsegno a Ethan
"Da dove posso cominciare?" mi chiede il ragazzo conducendomi fuori dall'autogrill
"Dall'inizio".
Lui apre e chiude la bocca un paio di volte. Continuo a camminare grazie al bastone ed improvvisamente vengo scaraventata a terra.
"O santo cielo, m-mi dispiace tanto. Ti sei fatta male?" mi rialzo a fatica massaggiandomi la zona posteriore
"Quanta forza hai?!" gli chiede Ethan incredulo accorrendo in mio aiuto. Credo sia una ragazza qualche anno più giovane di noi.
"Tieni, prendi la mia mano" mi allungo e riesco a rimettermi in piedi ma una forte scossa mi paralizza. Nella mia mente appare l'immagine di una ragazzina, sui 15anni che sta correndo verso casa con delle buste in mano. Varcata la soglia un uomo robusto e mal vestito, con macchie di unto sulla canottiera bianca la prende per i capelli e la sbatte sul divano. Le buste cadono a terra e la ragazzina urla, piange, mentre l'uomo la spoglia velocemente. Improvvisamente lei si allunga verso il tavolino vicino, prende il posacenere e glielo tira con forza sulla nuca. Lei prova a rialzarsi, corre per un breve tratto di strada, corre verso la porta, l'uomo la blocca per un piede facendole sbattere rovinosamente il mento a terra, successivamente le pianta un coltello nell'occhio sinistro.
L'immagine sparisce e le forze vengono a mancare. Comincio a urlare e a piangere, Johnson cerca di tenermi ma io lo spingo via. Chi era quella ragazza? Lui l'ha uccisa? Le mie gambe cedono.
"Tranquilli, è mia sorella. La sto portando in un ospedale che cura malattie come le sue" urla Ethan alle persone intorno a noi, io gli tiro un piccolo pugno prima di cadere.
"Ti ho preso principessa" Ethan mi solleva e mi porta fino alla macchina.
"C-cos.." provo a parlare ma lui mi interrompe dolcemente
"Ti riprenderai velocemente, si chiama precognizione, una conoscenza anticipata di ciò che avverrà solo nel futuro." non capisco più niente
"Non diremo niente per ora, finché non capiterà un'altra volta, sarà il nostro piccolo segreto." mi posa davanti alla macchina.
"O-okay, adesso raccontami." gli dico ancora abbastanza confusa tastando le chiavi nella borsa
"Che cosa?"
"Come vi conoscete tu e mia cugina"
"A giusto." si gratta la nuca nervoso
"Da dove parto?"
"Dall'inizio".

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The Sight
Fantasy"Fai poco la difficile Leila, potrei arrabbiarmi seriamente" continuo a scalciare e a tirare pugni, urlo, nessuno mi sente, Leila? La mia Leila? "Chi cazzo è Leila?" dico con voce rotta dal pianto "Tu cretina" vorrei tanto vedere la sua faccia in...