Capitolo 4

27 0 1
                                    

"Essere ciechi non è una sventura: è una sventura essere incapaci di sopportare la cecità."
JOHN MILTON
"Professor Blake?!" non ci posso credere
"Ma è lei?" mi avvicino cauta e gli annuso il collo, la parte più sensibile
"Si! È proprio lei!" gli butto le braccia al collo e lui mi allaccia le sue dietro la schiena accarezzandomi piano. La stanza si è nuovamente zittita.
"Ethan, il tuo piano è fallito miseramente, so già tutto. L'hai fatta diventare bionda per nulla, amavo i suoi capelli" dice rivolto al mio amico toccandomi le punte
"Lei è il capo? Quindi posso evitare di mettere quegli abiti succinti?" chiedo emozionata
"Esatto, stavo solamente mettendo alla prova il ragazzo, non esiste nessuna Leila con dei poteri, tu cugina non li possiede realmente ." torno a sedermi e ridacchio per i borbottii di Ethan
"Gli ho detto di seguire il suo istinto, che l'ha portato a te. Che sei la punta dell'abete" quale abete?
"In che senso?" gli chiedo confusa
"Vieni con me, è ora che tu scopra la verità" mi alzo riluttante prendendo il bastone. Arriviamo in una stanza con un odore sgradevole di muffa e di aria viziata. Lui mi invita a sedere su una vecchia poltrona.
"Si, sono il capo degli otto White Trees, Ethan ti ha già spiegato tutto vero?" annuisco e lui prosegue
"Devi sapere che io ho semplicemente 23 anni, sono molto giovane, però ho moltissime abilità" ventitré anni?!
"Possiedo ognuno dei poteri che hanno i ragazzi di la ed inoltre controllo perfettamente acqua, fuoco, terra e aria." bene, io che c'entro?
"Giusto, passiamo a te." trasalisco leggermente, legge nel pensiero.
"I tuoi genitori sono i fondatori di questo campo base, loro erano dei maghi potentissimi"
"N-non ci posso credere" cerco di alzarmi e le lacrime minacciano di uscire
"Siediti per favore. Loro sono morti per tutti noi, sono morti per una buona causa"
"Come ti permetti?" urlo arrabbiata e con il volto rigato dalle lacrime
"Dovevo morire anche io con loro!" continuo a ripetere portando le ginocchia al petto e nascondendoci la faccia
"Tu puoi cambiare le cose, non sei morta perché non era giusto ." mi dice dolcemente Jhonatan
"Hai dei poteri anche tu, ancora non sappiamo quali, ma sei qua per allenarti e per scoprirli" continua a parlare
"Puoi rivendicare i tuoi genitori, sei una ragazza forte, lo sappiamo tutti. Noi abbiamo bisogno di te per sconfiggere i Black Trees. Tu sei la punta dell'abete, sei la parte più importante." alzo il viso e mi asciugo le lacrime
"Avete davvero bisogno di una ragazza cieca?" gli chiedo con voce tremante
"Sarai anche cieca ma vedi meglio di noi tesoro" mi alzo in piedi
"Okay, voglio iniziare da subito."
"Calma Martha, prima dobbiamo parlare anche con i ragazzi di la, poi decideremo come sarà sviluppato il tuo addestramento. Potremmo fare qualcosa per la tua vista, che ne dici?" mi siedo nuovamente a peso morto, troppe novità in poco tempo
"P-puoi farmi tornare la vista?"
"Certamente, vuoi?" sta per succedere davvero? Sto veramente riacquistando la vista?
"Vieni qua, alzati in piedi" prendo il bastone e mi posiziono di fronte a lui. Mi toglie gli occhiali e mi posa le mani sugli occhi
"VIDERE" pronuncia una sola parola in latino e si allontana, non apro gli occhi, li tengo ancora chiusi.
"Aprili" mi ordina Blake
"Ho paura" confesso al mio professore
"Non devi, la stanza è in penombra, non sentirai nemmeno dolore" prendo un respiro profondo e apro piano gli occhi. Il buio continua a regnare sovrano.
"Allora?"
"N-non vedo niente" ricomincio a piangere e corro ad abbracciarlo
"Mi dispiace tanto, ha sempre funzionato. Non capisco cosa sia andato storto" mi risponde dubbioso. Mi stacco lentamente e vado a prendere gli occhiali, mi blocco.
"Jhonatan.." lo chiamo sottovoce
"Jhontan.." lo richiamo alzando la voce
"Jhonatan cazzo, io vedo!" urlo felice
"Io vedo!" apro le braccia e comincio a girare su me stessa, lacrime di gioia prendono il posto delle precedenti. Corro alla finestra ad ammirare la città. Un cielo non troppo azzurro mi si para davanti, le stradine di New Orleans sono già vive e piene di musica. I colori e gli odori si mescolano in un'incredibile magia. Mi giro di scatto verso il mio professore. È un dio greco. Di corporatura è possente, molto alto e slanciato. Le spalle sono larghe e gli avambracci muscolosi. I capelli corvini sono leggermente scompigliati e gli occhi azzurri mi scrutano eccitati. La maglietta bianca aderisce perfettamente al suo copro e i pantaloni della tuta ricadono morbidi sui fianchi, facendo vedere l'elastico dei boxer.
"Sei meraviglioso.." mi lascio sfuggire, coprendomi poi la bocca. Lui scoppia in una fragorosa risata
"Ti ringrazio, vieni, andiamo di la, sarai curiosa di vedere i tuoi compagni." continuo a guardarmi in giro e a immagazzinare ogni dettaglio. Le pareti del corridoio sono ricoperte di quadri, saranno probabilmente i vari capi che hanno mandato avanti questa organizzazione nel tempo. Il pavimento è completamente ricoperto da un grosso e polveroso tappeto rosso.
"Ragazzi" richiama tutti all'attenzione il professore Appena arriviamo nella sala 800 paia di occhi si posano su di me. Io sorrido sornione e mi guardo in giro. Il posto è molto illuminato e gli occhi bruciano leggermente, le finestre sono una ventina, disposte tutte in alto. La tavola è molto lunga, di cristallo. Individuo immediatamente Ethan e mi siedo accanto a lui. Gli prendo il viso con la mano e lo analizzo bene.
"Occhi azzurri, pelle chiara, capelli ramati, tatuaggi.." è proprio un bel ragazzo. Gli lascio il mento e continuo ad ispezionare il corpo
"Ma sei pieno!" è completamente ricoperto, non ha spazi liberi, mi giro e guardo gli altri.
"Voi chi siete?"
"M-ma tu ci vedi?" mi chiede scandalizzato Johnson, gli altri sorridono
"Non e la prima volta che lo fa fratello, perché sei così sorpreso?" gli chiede un ragazzo molto simile a lui alludendo al mio professore
"N-non credevo, mio dio, principessa tu ci vedi!" mi abbraccia felice, io lo stringo forte e inalo il suo profumo.
"Comunque, io sono Nathan Clarke dolcezza" lui dovrebbe essere il ragazzo che domina la terra. Molto carino. Capelli marroni, occhi verdi, mascella squadrata e un piccolo accenno di barba.
"Io sono Stephen Williams, acqua" continua a parlarmi con tono freddo senza guardarmi negli occhi. Ma che gli ho fatto?
"Alex Johnson, fratello di Ethan, fuoco" è uguale! A parte per il colore degli occhi, in quella famiglia i tatuaggi vanno di moda.
"Jennifer Sullivan, acqua" rossa di capelli, vogliosa di piselli. Ovviamente. Bella da togliere il fiato. Ovviamente. Stronza. Ovviamente.
"Ma siete solo in cinque, non dovreste essere in otto?" gli chiedo continuando la mia colazione. Il cibo è bellissimo: il bacon croccante è roseo al punto giusto e le uova bianche sono leggermente bruciate ai lati.
"Se conti il capo diventiamo 6, più Leila, tua cugina, siamo 7 e con te diventiamo 8!" mi dice Nathan, il cibo rischia di andarmi di traverso e tossisco convulsamente, lui mi porge un bicchiere d'acqua che svuoto immediatamente. Successivamente rido.
I 5 ragazzi mi guardano straniti.
"Leila non ha dei poteri!" continuo ridendo.
Ethan gira esterrefatto il volto verso il professore, quest ultimo sorride indifferente e alza le spalle. 
"Sono abbastanza sconvolto, è stata una mattinata piena di emozioni forti." afferma afflitto il ragazzo tatuato.
"Allora Martha, tu hai dei poteri lo sai?" prosegue ancora intontito.
"Quindi io li possiedo, ma quali? Non c'è un modo per farli venir fuori?" i ragazzi si guardano tra di loro con un sorrisino satanico. Mi fermo con la forchetta in bocca e li guardo, ho paura.
"Che c'è?" chiedo
"Un modo ci sarebbe" dice Ethan.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The SightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora