Capitolo 12

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Nessuno coglie il senso della mia battuta. Appena l'ho pronunciata, subito constato quando stupide sono state le mie parole. Ci sono nove Favoriti lì dentro ad aspettarci e pronti a uccidere chiunque gli si avvicini. È già tanto se siamo arrivati fino a qui e se ne usciamo vivi, sarà solo per pura fortuna. Guardo tutti negli occhi e mi vergogno di quello che ho detto. "Dai su, apro io" fa Allison. 

Il portone è aperto, senza neanche una chiusura. Strano. Hanno di sicuro fatto così per attirare Tributi. Entriamo il più silenziosamente possibile, cercando di osservarci attorno. Il palazzo me lo ricordo bene, quindi conduco i miei compagni attraverso il corridoio che porta alla palestra dell'addestramento. "È ora di dividerci, ragazzi", dico fermandomi al limitare della porta che dà sulla palestra. Thomas fa :"Ok", ma Emily dice :"Ehi, fermi tutti. Dov'è Allison?". Con orrore ci guardiamo attorno e non la vediamo più, sembra sparita. "Magari ha trovato una scorciatoia per entrare nella palestra" dice Thomas. "Potrebbe essere" dico, ma la paura mi attanaglia ancora, mi tiene stretto in una morsa che non posso contrastare, è troppo forte. Mi faccio coraggio e apro la porta con un calcio.

La prima cosa che noto è il buio. Strano, perché è pomeriggio. Mi guardo attorno alla ricerca di qualche pericolo, ma non c'è nessuno. Magari erano così sicuri che non fosse venuto nessuno che hanno lasciato tutto qui. Comincio a camminare silenziosamente verso le armi. Sento un singulto strozzato. Emily mi guarda e non capiamo che cos'è, o chi è. Mi giro lentamente. È Allison. Ma c'è qualcosa di strano in lei. È terrorizzata. Fuori dall'ombra viene Coraline. Le tiene premuto un coltello sulla gola, credo. Ma è un coltello strano. È un'arma triangolare, con tre lame sui suoi vertici. adesso capisco. È una shuriken. Un'arma a distanza giapponese. "Eccoli qui i tuoi amici, guardali" dice Coraline. Non ho neanche il tempo di dire qualcosa che lei ricomincia :"Dì addio" sussurra e le taglia la gola, schizzando sangue ovunque.

"Noooooo!" urlo disperato. Estraggo un coltello e lo lancio alla testa di Coraline, ma quella lo schiva per un soffio. "Niente male, Marks, per un minatore" esclama. Sento un sibilo e mi sposto prima che una freccia mi attraversi la testa. Anzi, due frecce, che arrivano quasi a segno. Incocco una freccia e colpisco Halsey, la ragazza con la balestra del 2, che crolla a terra morta. Emily lancia un coltello contro Chrystal e muore anche lei. Due colpi di cannone per Halsey e Chrystal. Subito arriva Finnick Junior, che scaglia un tridente contro Thomas. Lui lo evita e gli scaglia a sua volta una lancia alla testa. Va a segno. Si sente subito un urlo e arriva Diamond, che comincia a frustarlo, cercando di arrotolargli la frusta intorno al collo. Il cannone spara per Finnick. Estraggo un altro coltello e uccido l'altro ragazzo dell'1. Il cannone spara per lui. Oh no. Arriva Ryan e comincio a combattere con lui, io con due pugnali, lui con una spada. È difficilissimo. "Beh, 12, mica male" ammette Ryan mentre combattiamo. "Come hai fatto a prendere dieci?" mi domanda divertito. "Immaginando che tutti i manichini che colpivo fossero te". "Beh, ha funzionato" replica. Ma all'improvviso Thomas urla :"Trattenete il respiro" e lancia una granata fumogena. Subito i Favoriti cominciano a tossire e io e la mia squadra attraversiamo la palestra di corsa, rompiamo una finestra e corriamo fuori verso l'accampamento, non prima di aver preso quello che ci serve. Ma all'improvviso cambio idea e torno indietro, andando verso il corpo di Allison. È ancora viva. Mi vuole dire qualcosa. Mi chino su di lei :"Allison, mi dispiace così tanto..." le dico accarezzandole i capelli. "Non ti preoccupare" mi risponde lei. "Sebastian, ora devi essere forte. Vinci per me, ok? Ricordati che io..." e si ferma lì, su quella frase mai conclusa.
Le do un bacio sulla guancia e corro anche io fuori dal Centro d'Addestramento, abbandonandola per sempre.

È notte fonda ormai e sono tornato all'accampamento. Il cielo si illumina della foto di Allison, sorridente, come se non fosse successo niente e non fosse ancora morta qui, ma viva e io la guardo, piangendo silenziosamente.

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