Terza parte.

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«Niall, consolami con qualcosa che possa farmi dimenticare anche il mio vero nome.» disse Zayn, al bancone. Erano passati trenta minuti dall'uscita di Louis, incapace di seguirlo, senza coraggio, come un codardo.
«L'alcol non risolve i problemi.. » a parlargli era Liam, che con occhi colmi di compassione, aveva capito cosa fosse successo. «Non dovresti incolparti di niente, Louis capirà. Ti vuole bene e capirà. È confuso. Non è facile per tutti fare i conti con la propria sessualità.»
«Voglio sapere anche io!» si intromise Niall. «Quali sono le novità? » sorridente come se si stesse discutendo della bontà di un bignè al cioccolato, Niall ottenne un sonoro dito medio come risposta da parte del moro. Zayn che , si era ormai accasciato sul bancone, inconsolabile.
Liam non riusciva a guardarlo così, gli dispiaceva, empatico come era riusciva a percepire almeno metà del suo dolore pur non conoscendone tutte le cause. Gli strinse le spalle con le sue braccia, cercandolo di consolarlo. Zayn lo lasciò fare, inerme.
«Eppure, ad esempio, se io lo provassi non avrei paura ad ammettere di amarti Liam, perché Louis deve rendere tutto così complicato anche per se stesso?»
Liam arrossì vistosamente perché era, senza dubbio, una frase che non poteva lasciarlo indifferente. «Te l'ho detto, è diverso per ogni persona. Nemmeno io avrei problemi ad ammetterlo a me stesso, con gli
altri è più complicato.»
«Ma io sono come un fratello per lui, è sempre stato così! » non riusciva proprio a capacitarsene. «Come può avere timore della mia opinione? Non sono uno qualunque, cazzo!» diede un pugno sul bancone dando vita ad un livido violaceo sulle sue nocche.
«Appunto per questo, sei la persona più importante della sua vita.» disse Liam, disegnando cerchi immaginari su per la schiena di Zayn, accarezzandolo, cercando di tranquillizzarlo come meglio potesse fare.
«Oppure è innamorato di te, semplice. » continuò Niall.
«Questo è impossibile, fuori discussione, non ci crederei mai.» replicò Zayn, convintissimo della sua tesi.
A Liam invece, quella non parve un'idea così impensabile.


Tre giorni erano passati da quella sera, tre giorni che si era tagliato fuori da ogni contesto sociale, tre giorni rinchiuso nella sua stanza come se fosse l'unico posto in cui rintanarsi dalle insidie del mondo.

Non aveva risposto alle chiamate di Zayn, né ai continui messaggi di Harry, non aveva permesso a sua sorella di entrare in camera, né ricambiò i saluti e le attenzioni di sua madre.

Era lunedì ed aveva saltato la scuola, il pomeriggio avrebbe saltato anche le lezioni alla Starlight.

Tendeva ad esagerare con le reazioni, ma davvero non ne poteva più di far finta di nulla.

Era stufo delle paranoie che continuavano a farsi spazio nel suo cervello fino a pervaderlo tutto senza via d'uscita, era estenuante sentire il bisogno di parlarne con qualcuno ma non poterlo fare per paura di essere giudicato.

La verità era che se anche avesse avuto l'opportunità di parlare, non avrebbe saputo cosa dire, da dove iniziare, come trarre le somme.

L'arrivo di Harry aveva scombussolato il suo già precario equilibrio mentale.

E sentiva la sua mancanza.

Ma sentiva anche la mancanza di Zayn, mai erano stati lontani tre giorni.

Mai.

Non avrebbe mai voluto iniziare a provare quei sentimenti per Zayn, voleva indietro il suo rapporto fraterno, la spalla sulla quale appoggiarsi, eliminare tutte quelle fantasticherie da patetici film d'amore che si era fatto negli ultimi tempi, abbandonare l'idea di una dipendenza così malsana che gli logorava l'animo.

Perché Zayn era dipendenza, c'era chi non poteva fare a meno delle droghe, chi dell'alcol, chi del cibo, Louis invece non riusciva a stare senza Zayn.

Ma un'idea così sbagliata alla quale aggrapparsi, poteva essere definita amore? O era solo un forte desiderio di amare?

Louis non aveva risposte, o meglio, ottuso come era, non voleva ricercarle a fondo.

I wait for light like water from the sky.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora