Seconda parte.

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Appena entrato nel pub non si era accorto della presenza di una band, troppo distratto ad ascoltare una stupida battuta di Zayn che lo fece ridere anche se non era per niente divertente.
Vedere Zayn gli faceva sempre un certo effetto, voleva fingere che le cose tra loro fossero le stesse , aveva bisogno di Zayn, era praticamente la parte mancante del suo puzzle, l'unico che lo teneva ancora in piedi, come poteva pensare di abbandonarlo?Sapeva che lo stesso-anche se con intenzioni diverse- era per Zayn. Quindi preferiva soffrire in silenzio per quanto possibile e stare vicino al suo migliore amico di sempre.
Lottie non si era staccata dal cellulare per tutto il tragitto in macchina, e non aveva quasi parlato.
Lui d'altro canto si sentiva curioso di venire a conoscenza di questa 'sorpresa' anche se ormai immaginava di cosa si trattasse.
Scontato e banale, sicuramente Harry e la sua band .
Per tutta la settimana non ci aveva nemmeno pensato a quella probabilità, però quel venerdì sera, dopo l'incontro spiacevole-o forse no- con Harry, gli era sembrato tutto più chiaro.
Infatti, non si meravigliò quando, volgendo il capo, vide gli strumenti posizionati sul palchetto installato a posta per le esibizioni, la scritta 'Dragonflies' sulla batteria balzava ai suoi occhi ed ormai era evidente di cosa si trattasse.
Zayn invece non se lo aspettò, o almeno Louis non riuscì a comprendere la reazione dell'amico, troppo preso ad imprecare per conto proprio.
Aveva bisogno di bere ma poi si ricordò che si era ripromesso di non farlo e desistette.
"Lottie, questa me la paghi." sembrava volesse dire con lo sguardo a sua sorella che, di tutta risposta, iniziò a fischiettare qualcosa di indefinito, facendo finta di niente.
"Fottuta bastarda." non poté fare a meno di pensare.
Non si rese conto invece che Zayn era attento agli sguardi complici-o da serial killer, dipendeva dalle prospettive- dei fratelli, ma non poteva capire a cosa si riferissero e questo gli dava sui nervi perché Zayn sapeva sempre tutto di Louis. Ora si sentiva escluso. Come anni addietro.
«Buonasera.» Harry salutò gentilmente, con gli occhi che gli brillavano dalla gioia e lo sguardo ancora fisso in direzione di Louis. Quel faccino che Louis aveva desiderato prendere a schiaffi più volte ora invece gli sembrava quello di un tenero gattino da coccolare... Gattino coi ricci e gli stivaletti glitterati? No, okay, si rimangiò tutto, arrossendo solo per aver immaginato una cosa simile.
«Iniziamo con 'Temporary fix.'» disse Harry, con un tono di voce a metà tra l'innocente e il malizioso, ovviamente con gli occhi puntati su Louis, come fosse la sua preda. Il ragazzo di conseguenza si sentì a disagio, Zayn gli strinse la mano, capendo che l'amico non si sentisse bene, ma non afferrando a pieno il motivo. Lui non sapeva.
Louis si sentì improvvisamente accaldato, preso da due fuochi diversi. Non ci stava capendo più niente, la testa gli scoppiava e tante, troppe, paranoie non facevano che rimbombargli nella testa.
Harry iniziò a intonare le prime note e Louis iniziò a sudare, senza un motivo preciso.

Ascoltava con frenesia la canzone, la musica e ovviamente il testo. Se l'ultima volta che lo aveva sentito cantare lo aveva riportato nella pace dei sensi, questa volta si sentì capovolto in un altro mondo che lo metteva su di giri, e senza nemmeno ubriacarsi. Era un po' come se in quel momento il suo alcol fosse Harry.
Harry che lo tentava, lo provocava, giocando col filo del microfono, muovendo quest'ultimo su e giù in corrispondenza della bocca.
E il corpo di Louis reagiva, Harry lo sapeva.

Saw your body language and I know how you're feeling
(...)

You caught my attention, you were looking at me first
Saw that I could tease you, waking up in my t-shirt
If you're not up to anything right now, I can be your vice

I wait for light like water from the sky.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora