H. W. Military Academy

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"Ispezione a sorpresa!"
"Yes, commander!" fu la risposta immediata e corale dei quattro.

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Il sopracitato comandante si limitò a sollevare uno dei suoi (enormi) sopraccigli e a portare le mani dietro la schiena, senza lasciar intendere se fosse soddisfatto o meno dell'accoglienza ricevuta. Avanzò invece lentamente nella stanza, scrutandone ogni singolo dettaglio con i suoi penetranti occhi verdi alla ricerca di una qualsiasi imperfezione, per quanto piccola potesse essere.

Una volta raggiunto il fondo della stanza si voltò su sé stesso e, dopo un'ultima occhiata, proferì: "Spero che abbiate mantenuto pulito e ordinato ogni singolo spazio di questa camera, compreso quello sotto i vostri letti".

L'americano e soprattutto l'australiano cercarono con tutte le loro forze di rimanere immobili e senza espressione mentre il panico si impossessava lentamente di loro.

Oh god... perché proprio sotto letto?... Se dovesse trovare i miei fumetti tutti ammucchiati... e le riviste di Playboy!!!

F*** f*** f***!!! Ho dimenticato di buttare le carte degli hamburger che ho mangiato ieri di nascosto!!! Se scopre che porto cibo non consentito all'interno dell'accademia... Urgh, sono spacciato!!!

Nel frattempo l'uomo, non avendo notato reazioni degne di nota, decise di andare avanti con il suo lavoro.
"Molto bene... allora, iniziamo dagli armadi."

Una nuova cortina di gelo sembrò calare sulla stanza, mentre una sola domanda si ripeteva incessantemente nelle menti dei quattro.

Gli armadi?! Chi ha sistemato gli armadi?!

Occhi azzurri incrociarono occhi smeraldo che si rivolsero a occhi viola che fissarono occhi color muschio.

Nessuno di loro conosceva la risposta.

Il panico dilagò senza freni.

Lo scricchiolio di un'anta li riportò alla realtà.
L'ignaro comandante dalle sopracciglia selvagge stava per scatenare una tragedia.
In un ultimo quanto disperato tentativo di evitare l'inevitabile, l'australiano racimolò le forze necessarie a gridare: "No! Non lo faccia Mr Kirkland, non apra...!"

Troppo tardi. Kirkland riuscì appena a gettare un'occhiata perplessa in direzione dello studente prima che tutto crollasse. Letteralmente.

Ruuuumble.

"AAAAAAAAARGH!!!"

Spazzettoni, secchi, coperte, libri, vestiti, bottiglie, scarpe e una marea di altra roba capitombolò giù dalla precaria posizione in cui era stata sistemata. Direttamente addosso al povero ufficiale.
I ragazzi guardarono con orrore mentre il loro superiore, nonché insegnante, veniva seppellito da un cumulo di oggetti tale da nasconderlo completamente alla vista.
Quando la valanga fu finalmente finita si avvicinarono, cercando di capire in che condizioni avessero ridotto quel pover'uomo la cui unica colpa era l'essere molto, a volte troppo, zelante nel pretendere l'ordine all'interno della scuola.
Dopo alcuni terribili secondi di immobilità, l'americano trovò il coraggio di parlare.
"S-sir? È a-ancora vi-v-vivo?"

Non ci fu risposta.

Quando ormai sembrava che non potesse succedere niente di peggio, una mano, seguita da un braccio, si sollevò di scatto. Il movimento inaspettato spaventò a morte i ragazzi, già provati dagli eventi appena accaduti, provocando una serie di urla non proprio adatte a dei quindicenni maschi.
Purtroppo per loro però non era ancora finita: dopo il primo braccio ne apparve un altro, quindi un busto e infine una faccia a dir poco furibonda.

"Voi... VOI... Giuro su Dio che... Io vi... grrrr..."

"S-Sir... po-p-p-possiamo spiegare..." cercò di calmarlo l'americano, coraggiosamente nascosto dietro il suo gemello, il canadese.

"Sarà meglio, Jones!"

"Ew..."

"Allora? sto aspettando."

"Eh... eh-ehm... ecco... eeeeeeh..."

Mentre il ragazzo si spremeva le meningi per trovare una risposta soddisfacente (o anche semplicemente una risposta) Kirkaland si sollevò e cercò di liberarsi da quell'ammasso di roba, inciampando goffamente nel tentativo. Nessuno degli altri quattro si sognò neanche lontanamente di ridere.
Quando si fu rimesso saldamente in piedi, inchiodò il suo sguardo su di essi, i quali non ebbero il fegato di aprire bocca di fronte a quei due occhi che, seppur verdi, parevano infuocati in quel momento.
Li esaminò tutti, uno per uno, accorgendosi dell'angoscia e del terrore ben evidenti sui loro volti. Dopo qualche minuto di riflessione sospirò e, stringendosi la base del naso per prevenire il mal di testa in arrivo, sbottò: "Ascoltate bene. Vi do tre ore, non un minuto di più, per rimettere a posto questa stanza. A quel punto tornerò qui e faremo i conti. Non so cos'altro steste nascondendo né voglio saperlo. Badate però che quando tornerò questo posto dovrà essere splendente. Intesi?"

"Y-YES SIR!"

"Umpf... Allora, al lavoro!" Dopo aver ringhiato l'ordine si avviò verso la porta, leggermente zoppicante, per procedere con la sua ispezione a sorpresa. Prima di andarsene tuttavia si rivolse loro per un'ultima volta, accompagnando l'avvertimento con uno sguardo che non lasciava dubbi sulla sua serietà: "E non pensate di cavarvela con poco."

Tutto ciò che ottenne fu un debole "Yes sir..." accompagnato da un tremante saluto militare.
Perché le uniche volte in cui si comportano come dovrebbero è dopo aver appena combinato un disastro? Rifletté sconsolato Kirkland mentre usciva.

I ragazzi rimasero sull'attenti finché non sentirono i passi girare l'angolo del corridoio. Solo allora si permisero di tirare un sospiro di sollievo e lasciarsi andare.
Il canadese, Matthew, praticamente svenne, atterrando di schiena sul suo letto e rimanendo in quella posizione per almeno cinque dei minuti successivi. Suo fratello Alfred si sedette, tremante, sul bordo del proprio letto, ringraziando Dio di essere ancora vivo e vegeto. L'australiano, Jett, si lasciò cadere sul primo appoggio che gli capitò a tiro mentre il neozelandese, Timothy, scivolò lentamente sul pavimento. Quest'ultimo fu anche il primo a prendere la parola: "Ha detto che abbiamo tre ore, giusto?"
A quella domanda tutti gli occhi si sollevarono verso il semplice orologio a parete appeso al di sopra della porta. Segnava le quattordici e tredici minuti.
"O-Okay dudes. La situazione è questa: il Sopracciglione ci ha dato tre ore per sistemare questo disastro. Contando che almeno cinque minuti sono già passati, possiamo dire che dobbiamo finire tutto entro le cinque. Per riuscirci dobbiamo dividerci i ruoli: Jett controllerà sotto i letti e Timothy nei bauli, mentre io e Matthew rimetteremo a posto gli armadi. A quel punto tutti insieme ripuliremo e porteremo via la spazzatura." Alfred fece una piccola pausa per controllare che gli altri lo stessero seguendo. "Ci sono obiezioni?"
"Sai Alfie, se a scuola fossi bravo anche solo la metà di quanto lo sei a dare ordini in questo momento, diventeresti un ottimo ufficiale."
"Grazie Matt, ma non mi sembra il momento di discutere di questo. E ora dudes, al lavoro!"

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