Prologo

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La pioggia batteva sulle strade di Tokyo,nel ventesimo distretto,batteva con un assordante ticchettio,"può il silenzio essere cosi rumoroso?" si domandava una piccola ragazza che passava per di li,i suoi capelli erano neri e lisci per via del peso dell'acqua su di essi,il passo era lento e tranquillo,non le importava di bagnarsi,non le importava più nulla,rimasta sola al mondo,il cuore svuotato,la mente svuotata,i polmoni ancora pieni,perché continuava a vivere?Si fermò davanti alla fermata per prendere il suo autobus,era notte,una notte senza stelle,le nuvole grigie le coprivano,l'unica luce che riusciva a trasparire attraverso di esse era quella della luna,un debole fascio argenteo che illuminava flebilmente la figura della ragazza, un riflettore sulla star dello spettacolo,sulla star di un triste spettacolo,un piccolo pierrot infelice,infelice come la luna,costretta a vivere di luce riflessa,dipendente da qualcosa più grande di lei,lei era la luna,la notturna luna mortalmente malata,con il suo sguardo febbrilmente immenso e perso,lei moriva per un inestinguibile pena di solitudine,per un desiderio profondamente represso,lei era la luna malata,la sù nella pozza nera che è il cielo,a tutti piace il luccichio dei suoi raggi,a tutti piace quando perde il suo pallido sangue fatto d'angoscia,perchè lei era questo,una luna mortalmente malata,pian piano un altro ticchettio si mescolò a quello della pioggia,il ticchettio delle lacrime della ragazza,nessuno lo avrebbe notato,l'autobus si fermò davanti a lei aprendo la sua porta con lentezza straziante,mise un piede sullo scalino per poi alzare la testa verso il conducente,i suoi occhi erano strani,sembrava quasi che...no!si stava facendo prendere da qualche stupida paranoia venutagli dall'ansia generale che tutti avevano per via dei Ghoul,probabilmente era solo un po' di suggestione,scrollando la testa salì sul autobus.Una volta entrata notò che era totalmente vuoto ad eccezione di un figura incappucciata seduta nei posti in fondo, indossava un pesante cappotto nero che gli arrivava fin sotto i piedi,il cappuccio era tirato su per far si che la sua sua testa fosse coperta,a giudicare dalla posizione sembrava che stesse dormendo,la testa era adagiata sul finestrino e grazie la riflesso di esso si potevano vedere delle sottili ciocche bianche, le gambe erano allungate sul sedile affianco rendendo impossibile sedersi accanto ad essa,la ragazza decise di mettersi nei posti vicino al conducente,forse perché quella figura la inquietava,gli ricordava uno di quei mostri che da piccoli si sospettava che si nascondessero negli armadi per saltare fuori quando spegnevano le luci, decise che stava riflettendo troppo su quello che la circondava,perciò decise di appoggiare la testa al finestrino e di chiudere gli occhi per un po' tentando di ignorare i brividi di freddo che la percorrevano. Quando riaprì gli occhi l'autobus stava arrivando alla fermata davanti casa sua, stiracchiandosi si alzò dallo scomodo sedile su cui si era accucciata per poi appropinquarsi a scendere,guardandosi intorno notò che la figura di prima era ancora rannicchiata nella medesima posizione,non si era mossa di un millimetro,ferma ed immobile,come quelle statue che si vedevano nelle chiese,per passare il tempo tentò di immaginarsi il volto al disotto di quel mantello, credeva che sotto di esso si celasse un ragazzo dai biondi capelli folti e gli occhi di un azzurro luminoso,con un sorriso smagliante che ti riscaldava il cuore,il tipico ragazzo modello,bei voti a scuola,bella famiglia,grandi aspettative per il futuro,insomma il classico principe azzurro,mentre si perdeva nelle sue fantasie quasi non notò che l'autobus saltò la sua fermata,con sguardo interrogativo lei continuò a guardare fuori dal finestrino per vedere tutte le strade a lei conosciute che le scorrevano davanti,dove stavano andando? Si avvicinò con passo incerto alla cabina del conducente e bussò su di essa con delicatezza -Scusate volevo dirle che ha saltato la fermata a cui dovevo scendere per cortesia potrebbe fermare l'autobus?- così fece,la ragazza rimase immobile in attesa di sentire il famigliare sbuffo delle porte che si aprivano,ma invece di quelle si aprì la porta del conducente,un normale uomo dalla faccia burbera ed il fisico robusto,capelli neri e folte sopracciglia ciglia che contornavano un paio di occhi da Ghoul, si allontanò intimorita,non si era sbagliata quando era salita sull'autobus,non era solo una paranoia,l'uomo l'afferrò per il collo facendole mancare l'aria -Volevi scendere per andare a casa? Tranquilla ora andrai a casa,magari non in autobus,ma il carro funebre è comunque un mezzo dignitoso- avvicinò l'orecchio della ragazza al suo viso – Anche se quando avrò finito con te dubito che rimarrà qualcosa da seppellire- Con questo morse il lobo della ragazza staccandoglielo di netto,lei strillò per quanto la mano dell'uomo intorno alla sua gola glielo permettesse,proprio mentre la presa su di lei si stava facendo insopportabile l'uomo la scagliò per terra facendole battere fortemente la testa,sentiva qualcosa di caldo e dall'odore metallico che le colava sulla nuca,sangue,il suo sangue,l'uomo si riavvicinò alla ragazza per darle un calcio nello stomaco,due,tre,si sentiva come se presto l'avrebbe trapassata,dalla sua bocca stava tossendo sangue -Sai mi diverte molto giocare con le mie vittime,mi piacciono gli umani- Le pestò una mano e lei poteva giurare di aver sentito il rumore delle sue ossa rotte che sovrastava quello delle sue atroci urla di dolore -Mi piacete perché siete cosi fragili, come delle bambole di coccio- la prese da sotto le ascelle facendo dondolare il suo corpo inerme -da strapazzare e sbatacchiare da tutte le parti- la lanciò contro il finestrino dell'auto dove lasciò una scia di sangue per poi cadere al suolo con un tonfo sordo,troppo stanca anche per urlare, troppo rotta anche per soffrire-ma prima o poi anche voi vi rompete e diventate solo degli scarti- Dalla schiena del mostro apparvero dei tentacoli simili a quelli di una piovra solo dalla superficie squamosa e presumibilmente ruvida con uno di essi avvolse il suo piccolo corpo per tirarlo su ed avvicinarlo al suo viso -Buonanotte bambolina- mentre stava per dargli il colpo finale un coltello dalla lama argentea si conficcò nel tentacolo che stringeva la ragazza il quale mollò la presa facendola cadere a terra per l'ennesima volta,il Ghoul gemette per il dolore ma non fece in tempo a rendersi consto di cosa fosse successo che altre lame susseguirono quella precedente,laceravano la pelle con una precisione straordinaria,oltre alle urla della creatura si sentivano delle risate cristalline,come quelle di un bambino a cui si regalano delle caramelle ,esse come i coltelli provenivano dalla figura incappucciata di prima che con un agile movimento salì sulle spalle dell'uomo per mettergli un coltello nel occhio destro,lui urlò tastandosi la faccia -Come hai detto tu,noi umani siamo bambole di coccio- un altro coltello gli venne messo nell'occhio sinistro -Ma devi sapere che il coccio se rotto diventa incredibilmente tagliente- con un salto all'indietro scese dalle spalle del Ghoul per toccare terra con estrema delicatezza e senza esitare prese la sua valigetta da cui estrasse una falce,era strana,non era la solita falce che si poteva vedere nelle rappresentazioni o in un campo di grano,sia per l'insolito colore viola che per la forma,con un abile movimento della mano mozzò la testa all'avversario il cui corpo cadde a terra privo di vita e privo della testa,la figura fece roteare la sua arma ridendo felice saltellando da un piede all'altro -Il mio nuovo quinque è fantastico,fantastico,la la la lalaaaa- canticchiava allegramente mentre si tirava giù il cappuccio rivelando il suo volto,la ragazza aveva fantasticato sull'aspetto dello sconosciuto immaginandosi il prince azzurro dall'armatura immacolata,ma quello che aveva davanti era l'esatto opposto di quello che si era immaginata,la sua pelle era incredibilmente pallida,cosi pallida da risultare diafana,i capelli erano bianchi e lunghi per essere un ragazzo,gli sfioravano le spalle e per evitare che gli coprissero gli occhi erano tenuti fermi da delle mollettine che formavano il numero "13" scritto a caratteri romani, i suoi occhi erano di un acceso rosso cremisi e spalancati in una maniera oltre modo esagerata rendendo la sua espressione a dir poco inquietante,sotto di essi vi erano delle profonde occhiaie segno che non dormiva da giorni,ma il dettaglio più strano erano le sue cuciture,ne aveva per tutta la lunghezza del collo e sul braccio destro che salivano a formare una spirale che si arrampicava intorno al suo dito medio,ne aveva anche sul viso,due sul labbro inferiore e due sotto l'occhio destro,quello che aveva davanti somigliava più alla morte,quella era l'immagine che ella aveva di essa,pallida,coperta da un lungo mantello nero e con in mano una falce sporca di sangue,sangue delle sue vittime,rideva delle morti altrui perché oramai per lei era consuetudine,era già arrivata la sua ora? No,non poteva essere,la morte non aveva il suo sorriso,il suo sorriso dolce ed infantile che aveva stampato sul volto,non era la morte,era qualcosa di diverso,forse qualcosa di peggio,lui si girò verso la ragazza per poi avvicinarcisi con passo lento,quando camminava alzava il suo mantello facendo scorgere...delle ciabatte rosa,si chino sopra di lei e con voce alta ed entusiasta disse -Ora Juuzou si occuperà di te per un po',si si- Questa fù l'ultima cosa che lei sentì prima di svenire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 13, 2019 ⏰

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