La vita senza di te.

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È una tipica giornata che inizia con un peso sul cuore e non finisce più.
O è tutta la vita, così.

Louis è chiuso in casa da troppo tempo.
Le tapparelle sbarrate non gli permettono di vedere fuori - non che lui voglia realmente farlo - non sa neppure che ore siano o se ci sono ancora delle persone che lo aspettano, in attesa di una dichiarazione riguardante la morte di Harry.
Sono sette mesi che tutti attendono una sua parola ma lui è rimasto in silenzio, stretto nelle sue stesse spalle e ha lasciato correre il tempo, fin troppo.
Più volte ha cercato di formulare un pensiero, esprimere i suoi sentimenti e come si sente al riguardo, su cosa significa davvero vivere senza Harry. Ma non ci riesce, non riesce a formulare nulla, a dire altrettanto: si sente in colpa e queste sono le uniche parole che dice, le ripete in continuazione come un automa; e ci si sente anche, un automa, perché ciò che fa è solo dettato dalla necessità di sopravvivere, la vita vera lui l'ha persa dopo quella telefonata di Niall che singhiozzante gli ripeteva di far presto, balbettando stremato il nome di Harry, urlando parole confuse, le ultime che gli ha rivolto. In quel giorno, non ha perso solo Harry.

Louis non è più in grado di cavarsela da solo, con gli altri, in mezzo alla gente.
Sembra a suo agio solo in quella estrema solitudine che si è costruito intorno, tenendo fuori tutti. Perché tutti gli ricordano Harry e lui è combattuto sul dimenticare per sempre oppure andare avanti così, con quella non-vita. La prima opzione, in realtà, non è nemmeno contemplabile. Perché a lui basta chiudere gli occhi un momento e ritrovarsi l'immagine di Harry che gli sorride, con le fossette che gli contornano il viso e gli occhi luminosi di una persona che ama. Quegli occhi che gli mancano come aria e le foto che stringe al petto, non gli rendono giustizia, non sono abbastanza.

Gli basta solo un momento per tornare indietro e vedere Harry seduto sulla poltrona, con le gambe incrociate ed un libro dal titolo impronunciabile. Con le mani in mezzo ai capelli lunghi e Louis, d'istinto, allunga un braccio e vorrebbe toccarlo, stringerlo ancora una volta e sentire il calore della sua pelle, delle sue labbra o solo il suo profumo floreale.
Ma tocca solo il vuoto, si sente lui stesso così.
Chiude nuovamente gli occhi ed esprime un desiderio ma Harry non è lì.

Louis vive la sua vita passivamente.
Ad ogni passo sente sempre di più il pavimento cedere ma si trascina con - poche - forze da una parte e l'altra della casa, ha ancora qualcuno a cui dimostrare qualcosa, o tutto. Ha delle responsabilità nonostante lui stesso, precedentemente, era fuggito da queste. E l'ha promesso ad Harry, ha promesso al corpo esanime di suo marito di prendersi cura di lui, di vivere una vita dignitosa.
Si chiede spesso se Harry abbia realmente percepito quelle parole, quella promessa e la stretta delle loro mani. Si chiede se Harry abbia sentito la sua presenza in quell'ultimo atto di vita, in quell'ultimo momento di vita insieme.

Liam è convinto di sì ed in quelle poche volte che si sono visti, gliel'ho detto. Ha cercato in qualche modo di aggiustarlo, di farlo sentire meno solo e meno in colpa. Una notte si è anche presentato con un fascicolo di fogli ed ha iniziato a blaterare di depressione pre-parto ma Louis non ci ha creduto, perché lui sa che la colpa è solo di se stesso, per averlo abbandonato, per averlo lasciato da solo nel momento che doveva essere quello più bello e significante della loro vita, per averlo tradito con Zayn, lo stesso che saputo la notizia ha solo alzato le spalle ed è tornato a Los Angeles.

Si tortura e si tormenta Louis.
Va avanti così da sette lunghi ed stentanti mesi.
Se non fosse per quella promessa fatta ad Harry, lo avrebbe già raggiunto oppure sarebbe scappato nuovamente, cercando di allontanarsi dal reale pensiero di aver perso per sempre l'amore della sua vita, colui che non ha saputo gratificare nel giusto modo, amandolo nel modo sbagliato o almeno, tanto quanto Harry dava a lui. Persino quell'ultimo estremo gesto, glielo ricorda.
Perché Harry una vita senza di lui non l'ha accettata e allora vi ha messo fine. Solo con il tempo, con le conseguenze, Louis ha capito cosa provava Harry nel sentirsi così solo, senza la metà di se stesso, senza colui che, nonostante tutto, considerava casa sua. Il tatuaggio sul suo avambraccio, quello che punta verso casa, ora non ha più un vero significato, non lo dirige verso nessuno, perché senza Harry non c'è posto, non c'è casa, non c'è nulla.

If This Was A Movie || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora