Il pericolo non viene da quello che non conosciamo, ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è.
(Mark Twain)L'acqua colava sui vetri della casa e Clarissa la guardava con seria preoccupazione.Voleva solo che la sua Evelyn tornasse da lei;era uscita parecchie ore prima e nessuno l'aveva più vista tornare.
In realtà nel cuore della donna c'era l'oscuro presentimento di trovarla in pericolo.
Da quando sua figlia aveva mostrato un potere ben più grande del suo aveva passato notti insonni.
Clary sapeva che la guerra non sarebbe mai finita e sapeva che non ci avrebbe mai voluto coinvolta Evie.
Sentiva la preoccupazione crescere sia in lei che in Jace che era sprofondato nella grossa poltrona al centro della stanza con in mano una tazza di caffè.
Poteva apparire calmo,ma in realtà Clary sapeva che stava nascondendo la preoccupazione come sapeva fare lui.
La legna ardeva nel caminetto spargendo per la casa l'odore del bosco e contribuendo al riscaldamento della casa.
Clary non lo sentiva nemmeno quel calore:non riusciva a fare altro che guardare fuori dalla finestra aspettando di vedere spuntare la piccola figura bionda,bagnata fradicia,di sua figlia.
-Vedrai che tornerà.
La donna sobbalzò al sentire il silenzio che si era creato infrangersi.
Si voltò verso quell'uomo che tanto aveva sofferto e amato insieme a lei e che in quel momento era fisso a guardare il pavimento con fare quasi curioso,come se lì a terra ci fosse stata disegnata una mappa che andava capita e tradotta per arrivare al tesoro.
-Come dici?-chiese confusa.
L'uomo alzò gli occhi fino a portarli in quelli verdi della moglie.
-Sto solo dicendo che Evie tornerà, molto probabilmente appena smetterà di piovere.
-Lo so,ma non posso fare a meno di essere preoccupata.E poi lo sai che ho paura per lei.-disse la donna con l'agitazione nella voce.
-Non ci siamo trasferiti qui per questo?Non abbiamo lasciato New York per la sua incolumità?Sei preoccupata,ma anche io lo sono,come non potremmo essere in pensiero per lei,siamo i suoi genitori.Dai,Clary ti farai venire le rughe di questo passo! -dichiarò Jace alzando la voce sulle ultime parole.
La donna era ormai abituata alle cazzate che sparava Jace per ogni situazione e non gli diede importanza anzi,si precipitò nel grande atrio della casa per recuperare il giubbotto.Stava per uscire.Stava per andare a cercare sua figlia.
-La vado a cercare-disse all'improvviso.Non aveva sentito nemmeno che l' uomo si era alzato e che ora si trovava proprio davanti alla porta di legno,bloccandole la strada.
Jace le prese il polso e la attirò a sé facendo congiungere le loro labbra,sperando di far sciogliere la donna,che invece si irrigidì e si staccò.
Di solito i loro baci erano fuochi accesi che prendevano i loro corpi senza bruciarli,lasciando carezze di fuoco,ma quella volta non successe.
Il rumore di un tuono rimbombò per la casa.
-Vedrai che tra poco sarà di ritorno-riprovò l' uomo- e poi se esci ti bagnerai-continuò con un sorrisetto.
-Ma anche lei non ha né ombrelli,né altro!
-E tu lo sai che Evie ha preso di me e si sarà riparata da qualche parte.
-E cosa c'entrerebbe il fatto che ha preso da te con l'intelligenza di aspettare che finisca di piovere?-Clary alzò un sopracciglio,curiosa di conoscere la risposta.
-Io sono INTELLIGENTE.-sbottò il biondo.
Clary notò che ormai i capelli di Jace arrivavano ad arricciarsi sulle orecchie e lui non li aveva mai portati così lunghi.Di solito impiegava molto tempo nella loro cura e non permetteva che crescessero più di come aveva stabilito.
Purtroppo era stato cresciuto da soldato e persino i suoi capelli erano sempre 'in riga'.
-I tuoi capelli...-disse allora.
-Cos'hanno i miei capelli Clary?
Jace era sorpreso da quella domanda.
-Non li fai mai crescere così tanto.
-È vero.Dovrò tagliarli un giorno di questi.-rispose tranquillo quello.
Clary continuava a trovare strano il comportamento del marito.
-Però fino a pochi giorni fa non li facevi crescere neanche un po'.
Jace le rispose con una risata lasciando la rossa un po' sorpresa da quella reazione.
-Che c'è da ridere?-domandò lei con un sorriso.
-Sono riuscito a diastrarti.-disse fiero.
-Già. Ma ora non mi fermer- -
A fermarla furono invece dei colpi alla porta.
C'erano stati tempi in cui Clary avrebbe pensato fosse Jace,ma da un po' di anni ormai sapeva che non era più così. Si avvicinò alla porta e girò la maniglia.
La porta si aprì mostrando una ragazza bionda che i due conoscevano bene:Evie.
Era bagnata fino all'osso e tremava per il freddo.
Clary la lasciò entrare e la ragazza si gettò subito in una coperta di pail datale da suo padre che guardava sua moglie soddisfatto per aver avuto ragione.
-Allora Clary? Chi aveva ragione? -domandò Jace.
-Questo non significa che tutto ciò che dici è giusto,mio grande profeta-ironizzò la donna.
-Donna,stai usando del sarcasmo?-chiese l'uomo fingendosi shoccato perché di solito era lui ad ironizzare su tutto.
-Niente me lo impedisce.-poi si rivolse a sua figlia ancora in piedi nell'atrio a fissarli-Evie vieni a riscaldarti-e si avviò nel loro salotto pieno di quadri dipinti anni prima da Jocelyn , la madre di Clary,e di armi appese come trofei.
Evie si avvicinò al caminetto.Neanche
però,fu vicina al calore che si sentì tirare un lembo della coperta.Suo padre la stava invitando in uno dei suoi abbracci caldi e confortanti.Si lasciò trasportare e si accoccolò vicino a lui prima che le sue braccia segnate dalle cicatrici e dalle molteplici rune la circondassero.
Le era sempre piaciuto andare a rifugiarsi negli abbracci che il padre le donava.
-Ma dove eri finita?Piove!-sbottò infine la madre.
-L'ho sentito, mamma-disse la ragazza enfatizzando il "sentito".
-Signorina,non fare ironia con me.-Clary non era davvero arrabbiata,anzi si sentiva sollevata,ma non voleva darlo a vedere.
Evie prese fiato come se non avesse nessuna voglia di parlare
e infatti non voleva raccontare del suo vagare sconsolata per Alicante.
-Ero con Call.-Ecco come risolvere ogni cosa:buttare in mezzo il suo amico.
-Dai,Clary non fa niente, è tornata e non ha niente che non si possa aggiustare con una doccia calda.E poi mica se ne va in giro dando il suo numero di telefono a tutti i nascosti che ci sono in città! -disse allegro Jace.
Evie si voltò a guardarlo mentre lui era intento ad arrotolare e srotolare una ciocca bagnata dei capelli della ragazza tra le dita con un sorriso divertito sulle labbra.
-Scusatemi la prossima volta vi faccio mandare un messaggio di fuoco da Magnus,o un piccione viaggiatore.-si strinse ancor di più nella coperta.
-Oh,non cambierai mai-disse la madre dandole un bacio sulla fronte.
-Infatti hai preso tutto da tua madre-rispose di rimando il biondo,cambiando la frase che aveva usato con Clary nell'atrio pochi minuti prima,per comparare sua figlia a lui.
-Si,come no Jace.-rispose la donna che sembrava stanca persino di commentare.
-Quando venne per la prima volta ad Alicante non lo disse a nessuno.-iniziò l'uomo con il tono di voce di uno che stava iniziando a raccontare una storia piuttosto che iniziando a ricordare.
-E di chi fu la colpa?-domandò allora Clary,sicura di aver messo con le spalle al muro il marito.
-Non fu certo mia,ovvio.Tu creasti il Portale-disse Jace alzando le spalle.
In quel momento Evie notò che i suoi genitori non avevano mai condiviso quei dettagli con lei prima e in quel momento le sembrò un gesto strano e curioso allo stesso tempo,un qualcosa di pericoloso ma con così tanto mistero da ossessionarla.
-Mamma potresti essere un esempio sbagliato per tua figlia-scherzò Evie con tono autorevole,come a prendere in giro la donna che si limitò a fare solo un verso di esasperazione.
-È tutto vero,io sono una fonte attendibile per quanto mi riguarda-continuò Jace-Mi ricordo quando alloggiava dalla sorella di tuo nonno,Amatis-la sua voce ebbe come un momento di incertezza sul nome della donna-e quando facevamo delle scappatelle, le prendeva proprio sul serio facendo tutto in segreto come se io fossi stato un tipo da boschi.
-Jace!-intervenne Clary,già rossa fino alle orecchie,prima che arrivasse a raccontare della loro prima volta all'Inferno.
-Mamma,guarda che non c'è bisogno di fermare papà sui vostri "fatti" amorosi-aggiustò un sorriso sul suo volto,un sorriso tra il soddisfatto e il divertito-tanto lo sanno tutto che all'Inferno fa caldo-disse provocando un po' di stupore alla donna dopo che ebbe capito il doppio senso.
-Evie!-urlò Clary un po' indignata,non con la figlia bensì con il marito che se la rideva sotto i baffi.
-Dai,Clary,quelle erano emergenze.-dichiarò il biondo con lo stesso tono della figlia.
-Basta, posso competere con uno,ma con due non ho speranze.-concluse la donna con un verso di esasperazione.
-Allora io ne approfitto per salire a fare una doccia-disse la ragazza che si era già allontanata dal caldo abbraccio del padre.*scusatemi ma ho dovuto dividere il capitolo in due parti,sennò sarebbe uscito troppo lungo.Continuate a leggere e spero che vi piaccia.<3
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Destiny:virtus angeli
FanfictionLa storia è ambientata in Shadowhunters dopo Città del Fuoco Celeste. (Attenzione spoiler) Evelyn è figlia degli Shadowhunters più famosi della Guerra Oscura che le hanno donato un grande e misterioso potere,ma la sua vita non sempre è stata felice...