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Mattina dopo la morte

Mi sveglio come ogni mattina al suono della sveglia sul comodino. La spengo e mi alzo controvoglia dal mio amato letto. Vorrei poter rimanere a casa e dormire tutto il giorno.
Scendo in cucina dove mia madre è già seduta a tavola a bere il suo caffè mentre lavora a computer. Non so proprio come faccia a lavorare già a quest'ora della mattina, io è già tanto se vedo dove metto i piedi. È così presa dal suo lavoro, la mattina esce di casa presto e torna la sera tardi dall'ufficio, a volte rimane fuori anche la notte. Mi siedo di fianco a lei e la saluto ma non ricevo nessuna risposta. Ha ancora lo sguardo fisso sullo schermo del computer. Forse è troppo concentrata che non mi ha sentita così provo a salutarla di nuovo. Ancora nulla. Provo a chiamarla più volte e ad un certo punto faccio per toccarle la spalla quando accade una cosa assurda. La mia mano ha appena trapassato la sua spalla, letteralmente. Sto sognando questo è sicuro, provo a darmi un pizzicotto come un'idiota per vedere se sono sveglia o se sto dormendo. Fa male ma non è detto che per questo sia sveglia, sicuramente sto dormendo. A volte mi capita di fare sogni così realistici che se non fosse perché poi mi sveglio penserei di essere già completamente sveglia. Decido di uscire per strada e fare un tentativo anche lì. Vedo una signora passare con una busta della spesa e provo a chiamarla ma vengo ignorata un'altra volta. Allora vedo una bici arrivare e mi metto in mezzo alla strada ma nulla, non si ferma. Quando sta per avvenire l'impatto chiudo gli occhi ma non appena li riapro la bici è già infondo alla strada. Mi ha oltrepassato il corpo. Mi incammino verso la scuola facendo finta di niente e non appena iniziano le lezioni ed io sono seduta al mio banco il professore comincia a fare l'appello. Quando arriva al mio nome rispondo 'presente' ma lui chiama ancora il mio nome più volte e io più volte gli rispondo. Mi segna assente ed è lì che realizzo che non sto sognando. È tutto troppo vero per essere un sogno. Ormai mi sarei dovuta svegliare già da un bel pezzo.
Il professore sta già spiegando da una decina di minuti quando entra lui in classe, in ritardo come al solito. Non appena i nostri occhi si incontrano volto lo sguardo verso la lavagna. Vorrei sprofondare dall'imbarazzo. Lui va a sedersi al suo posto nella fila di fianco a me. Per tutto il resto della lezione cerco di guardarlo il meno possibile.

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Questo primo capitolo è un po' corto ma i prossimi saranno sicuramente più lunghi, spero vi sia piaciuto!

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