Capitolo 11.

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Quella notte non ero riuscita ad addormentarmi, intrisa dai pensieri e dalle riflessioni su me stessa e sulla vita che conducevo. Seguivo un filo logico particolare e cercavo di arrivare a quella che pensavo fosse la mia conclusione e la mia conclusione all'arrivo dell'alba era stata che non esiste nessuna conclusione, poiché la vita non dispone di essa. Non avrei mai potuto io, da comune essere umana mortale che sono, prevedere cosa la vita avesse avuto in serbo per me e pertanto non riuscivo mai a comprenderne il significato globale di essa.

Tutti ne concludono che la vita è una merda, ma io non era totalmente d'accordo, anche se in realtà l'ho sempre pensato anch'io, ma se partiamo da questo presupposto ce ne convinciamo, dando addito alle nostre stesse parole. Ciò vuol dire che non è la vita ad essere una merda, ma noi stessi che la viviamo così. Potremmo decidere di vedere sempre i lati positivi della nostra vita, oppure tutti i lati negativi, ma non ci rendiamo conto che quello che pensiamo è quello che siamo e di conseguenza quello che viviamo.

La parola "vivere" pertanto arriva dopo la parola "conseguenza" ed è questo fattore stesso a suggerirci che ogni comportamento che noi utilizziamo è la conseguenza di come viviamo ogni giorno: Oggi vivo male? Bene, non è colpa della vita, ma è colpa mia che mi sento male... Oggi invece sto bene? L'ho deciso sempre e comunque solo io di stare bene quest'oggi.

Lo star bene o male è un fattore soggettivo e psicologico, il male o il bene fisico dipendono, per l'appunto, da fattori umani naturali che posso o non posso prevedere, ma danno comunque delle sensazioni differenti in ognuno di noi, invece, per il male o il bene psicologico, è una storia completamente diversa. Se la tua psiche sta male tutto il tuo corpo sta male ed è un male peggiore da quello che può darti un pugno in faccia, un taglio su un braccio, o una testata, è un male più forte, incontrollabile, che arriva e non te ne accorgi, ma ti sopraffà mettendoti a terra nel peggiore dei modi ed è arrivati a questo punto che per rialzarti non bastano più le tue forze personali, perché le hai esaurite già tutte per stare male, ma inizi a chiedere aiuto a una valida persona, se esiste, o ti imbottisci di calmanti dormendo così con la forza bruta portata da un fattore chimico esterno, che non è droga, ma quasi, se non peggio, oppure, più semplicemente, muori lì in silenzio con te stesso, senza aver dato la responsabilità agli altri di averti ammazzata al tuo posto.

Questa visione della vita, in effetti, non è del tutto positiva, ma è solo la verità che pensavo su di essa.

Ho passato intere nottate a rifletterci, al punto di pensare al fatto di iniziare a drogarmi pesantemente per mettere fine a tutti questi tetri e insani pensieri e viaggi mentali notturni, perlomeno avrei dormito sicuramente qualche ora in più, al posto di arrivare a mente aperta fino allo scocco delle 4.30 del mattino.

A quel proposito, quella mattina, ho fatto che alzarmi dal letto, tanto ormai dopo un'ora sarebbe suonata la sveglia e io di sicuro non mi sarei più addormentata. Una giornata pesante e difficile da affrontare mi aspettava al varco della scuola, ma per la prima volta sono riuscita a guardare il lato positivo della cosa che almeno per quella mattina mi sarei preparata con tutta calma.

~*~*~*~

-"Piccola vuoi venire da me oggi pomeriggio dopo la scuola?"

-"Mi piacerebbe tanto, ma aspetta che chiedo prima a mamma"

Da Eloise a mamma: Mamma posso andare da Stefano dopo scuola? Torno con il pullman delle 18.00

Da mamma a Eloise: Va bene, ma mi raccomando non perderlo.

-"Amore missione compiuta"

-"Perfetto!"

È già da un mese che io e Stefano stiamo insieme e sono stata a casa sua parecchie volte. Il suo appartamento è a dir poco gigantesco, disposto su un piano solo con due bagni, la cucina, il salotto e tre stanze da letto, ma la mia stanza preferita fra tutte è quella più calda e accogliente. Penso sia la stanza degli ospiti, anche se Ste l'ha ribattezzata chiamandola "stanza della play", arredata con due divani comodissimi e giganteschi uno di pelle marrone e l'altro di un pesante tessuto color turchese, entrambi affacciati su un televisore da quaranta pollici e su una stufa a legna che emana una luce soffusa e un calore decisamente rilassante.

Ed eccoci proprio lì, dopo qualche ora dalla richiesta, in quella stessa stanza a farci le coccole, sdraiati sul divano uno sopra l'altro.

Non ho idea di che ora sia, generalmente il tempo vola quando sono qui, ma questo pensiero viene spazzato via quando, improvvisamente, Ste si alza in piedi e con una mossa veloce mi tira su in braccio nella stessa posizione sdraiata in cui sono, spostandoci entrambi nella stanza da letto a noi più vicina.

Avendo già inteso le sue volontà per il proseguimento del pomeriggio, non sento nessun tipo di costrizione e quindi mi lascio andare completamente vulnerabile da quello che succederà.

Ci baciamo avidamente sentendo il membro di Ste indurirsi sopra di me...

-"C'è un problema di fondo piccola..."

Non gli lascio nemmeno portare a termine la frase...

-"Se vai nel mio zaino, nella tasca interna, c'è il mio portafoglio..."

Gli si illumina il viso con un sorriso a quaranta denti, scatta in piedi ed esce dalla stanza tornando dopo trenta secondi esatti con tutto lo zaino.

Scoppio a ridere quando lo vedo e lui si lamenta dicendomi che non trovava il portafoglio...

-"Ci penso io tranquillo"

Prendo il portafoglio dallo zaino e ne estraggo un preservativo che porto sempre dietro, ho quest'abitudine da quando stavo con Anas, nonostante i pessimi ricordi di quel periodo, ma devo dire che come cosa è tornata utile.

Glielo infilo facendo attenzione a non bucarlo e non fare male a Ste, date le mie unghie lunghe, tornando successivamente sdraiati, avvinghiati uno sopra l'altro.

Ste inizia a penetrarmi e la trovo una sensazione paradisiaca dopo mesi che non facevo più nulla, quando capisce che inizio a godere, aumenta leggermente il ritmo con delle piccole e rapide spinte... Merda è terribilmente bravo.

Il suo viso è rigato di sudore, le vene della testa gonfie e il suo sguardo nei miei confronti affligge ogni singolo nervo del mio corpo.

Si sdraia sugli avambracci prendendomi i seni tra le mani...

-"Mammamia che tette spettacolari che hai, sono giganti"

Con uno sforzo tremendo emetto un risolino, che viene spezzato subito dopo da un gemito, quando inizia a masturbarmi i capezzoli rendendoli turgidi per poterli così leccare e mordicchiare.

Mi sta facendo impazzire ed entrambi siamo ormai al limite.

Gli prendo il viso sudato e lucido tra le mani, nei suoi occhi verdi le pupille sono ridotte a due piccoli spiragli neri e, con due ultime spinte decise, viene dentro di me nel preservativo e dopo qualche secondo, lo seguo a ruota, svuotandomi, completamente appagata, da tutta quella rabbia che mi aveva eroso per troppo tempo prima di oggi e devo dire che come prima volta Stefano, in tema di sesso, promette proprio bene.

Ci lasciamo cadere sul letto sudati e soddisfatti, abbracciati e accoccolati l'uno all'altro ancora nudi e più lo osservo, più sento di essermi perdutamente innamorata di questo ragazzo dagli atteggiamenti misteriosi. È stato però in grado di rubarmi il cuore mettendo pace al mio animo turbato da anni.

È così che chiudiamo gli occhi, lasciandoci svegliare dal suono della sveglia del mio cellulare che mi ero puntata in previsione di ogni ritardo.

Andata E Ritorno Dall'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora