I still love you.

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Subito dopo quel litigio presi il primo volo e tornai a Boston,a distanza di anni mi laureai, da neolaureata quale ero all'inizio feci alcuni corsi di specializzazione in Inghilterra poi trascorsi due anni in Italia la vera musa dell'arte e mi fermai a Firenze per il resto del tempo a lavorare nella galleria d'arte di un'amica. 

 Nonostante tutto non riuscivo a levare dai miei pensieri Aria ed una di quelle mattine,mentre il sole illuminava coraggioso le strade variopinte di Firenze,mi sedetti su uno di quei muretti,sui quali si assiste ad una meravigliosa vista panoramica,e iniziai a scriverle l'ennesima lettera: 

                                                                                                                          April 22nd 

Aria, 

Lui è l'uomo più fortunato del mondo ad averti ma non ti sei resa conto che la verità è un'altra?Non ti merita. Tu meriti di meglio. Meriti qualcuno che ti ami con ogni battito del suo cuore,qualcuno che ti pensi costantemente, qualcuno che passi il tempo a chiedersi cosa tu stia facendo,dove tu sia e con chi e se tu stia bene.Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a rendere reali quei tuoi sogni così particolari e che ti protegga dalle tue paure. Qualcuno che ti rispetti,che ami qualsiasi parte di te,specialmente i difetti. Dovresti stare con qualcuno che ti renda felice,molto felice,felice come quando scoppietti le bollicine della carta da imballaggio che riempie gli scatoloni! Meriti qualcuno che avrebbe dovuto provarci anni fa anziché farsi prendere dalla paura. Non ho più paura,Aria. Non ho più paura di provarci.

                                                                                                                                     - Spencer 

 La inviai con la speranza che anche lei decidesse di non nascondersi più ed invece eccomi qui,cinque anni dopo, su un aereo diretto a Seattle dove Jason e Aria convoglieranno a nozze. Non so cosa mi abbia spinto a partecipare ad una cosa del genere e perlopiù il ruolo da testimone non è roba da poco. 

L'atterraggio non fu uno dei migliori ed ero a pezzi ma quando vidi Skyler aspettarmi fuori dallo aeroporto tutti i miei malori si estinsero.Com'era bella! Aveva questa bellissima cascata di capelli biondi che le ricadevano sui fianchi,era alta a differenza della madre ma aveva i suoi occhi ed il suo sorriso,perfino lo stesso profumo di cannella; mi corse incontro e per poco non finimmo col cadere a terra o urtare qualcuno. 

 " Zia,finalmente!" - Quasi urlava di gioia mentre mi stritolava.

 "Signorina ma quanto sei cresciuta?" - Le dissi con una voce incredula a quella visione eterea che era diventata,ci avrei giurato.. Era la reincarnazione di Afroidite.

 "Non cominciare con questi discorsi da ""oramai adulti che hanno una certa età"", tu sei la zia figa."

 - Potei gustarmi il suo senso dell'umorismo che in questi ultimi mesi mi era tanto mancato 

 "Oh certo che lo sono!" - mi scappò una risata mentre le avvolsi il braccio intorno al collo avviandoci verso l'auto. 

 "Allora fammi un quadro generale della situazione." - Chiesi in maniera quasi disinvolta alla mia figlioccia mentre cercavo dei cd di buona musica. 

 "Da dove posso cominciare? Ah,si! Non riesco a capire se mamma stia facendo la cosa giusta decidendo di proseguire con questo matrimonio. Non fa altro che ripetere che è per amor mio ma io non voglio sacrifichi l'ennesimo pezzo di sè stessa per me,capisci?" - Chiaramente mentre pronunciava quelle parole era piena di preoccupazioni per la persona che da sempre le aveva dato tutto,perfino la migliore parte di sè. 

 "Ti prometto che risolveremo anche questo" - la tranquillizzai mentre in cuor mio l'alta marea si stava alzando.

 "Lo so, come tutto il resto d'altronde." - Mi strinse la mano e mi lanciò una fugace occhiata di orgoglio per poi riportare gli occhi sulla strada.

 Dopo una mezz'ora piena mi fece sapere che eravamo arrivate, il posto dove si sarebbero celebrate le nozze era un grazioso villino appena fuori città, forse l'unico pezzo di terra a Seattle dove la pioggia non bagnasse quelle pianure verdi già di suo; Skyler mi mostrò dove avrei alloggiato per i prossimi due giorni e m'invitò a mettermi comoda visto che Aria e le altre erano fuori per la prova abito. Stanca com'ero decisi di fare una doccia lampo e poi magari stendermi un po' su quel lettone enorme che occupava per metà l'intera stanza. Quando mi svegliai erano le sei e mezzo del pomeriggio e i raggi di sole che restavano continuavano a farsi spazio tra le vedute per impadronirsi di ciò che era nella camera. Mi alzai e mi misi qualcosa di carino per uscire giù in veranda e perdermi in quella leggera brezza serale ma non fui l'unica ad aver avuto quell'idea. 

 Ci fu un silenzio imbarazzante per qualche minuto. 

 "Stavi dormendo così profondamente che ho preferito aspettare che ti svegliassi." - Mi era mancato il suono della sua voce ma fino ad allora non avevo realizzato quanto. 

 "Beh,ora sono sveglia." - Le dissi restando in piedi davanti al balcone guardando di fronte a me un punto fisso che finiva nel vuoto della mia preoccupazione per poi mimetizzarsi in quel magnifico tramonto. 

 "Sono contenta che tu sia qui,pensavo non saresti venuta" - Rivolse lo sguardo verso di me in attesa di una risposta così decisi di accontentarla. Mi presi un attimo per riordinare le idee e poi tutto uscì senza chiedermi prima il permesso.

 "Sono così arrabbiata con me stessa. È come se odiassi me stessa anziché odiare te e non sono certa sia possibile,eppure eccomi qui ad attendere un matrimonio nel quale non ho mai creduto. Non lo so perché sono qui... Forse perché mi ero convinta che venendo e vedendoti scegliere lui avrei convinto me stessa che ti avevo dimenticato ma ora che sono qui al tuo fianco,ora che non ti ho degnato neanche di uno sguardo,non posso continuare a mentire a me stessa. La verità è che era tutta una lurida bugia. Ho finto di non essere io guardarti quando ti giravi sentendoti osservata, ho finto di non percepire la luce che emanavi quando entravi in una stanza, di non essere arrabbiata con te quando litigavamo. Ho finto di non volerti vedere ogni giorno, di non stare male quando mi spezzavi il cuore. Ho finto di non sentire la tua mancanza quando non mi eri intorno. Ma ora che sei qui ho capito che per tutto questo tempo non ho fatto altro che mentire a me stessa e che mi sei mancata più di quanto potessi mai immaginare." -  Recitai quelle parole con assoluta calma e compostezza,dopo anni ero riuscita ad esprimere i miei sentimenti e lei ora aveva abbandonato quella vecchia seggiola,sulla quale era stata seduta fino ad un attimo prima,e mi aveva abbracciato. 

Non seppi cosa dire o pensare. Continuavamo a sfuggirci ed io non sapevo come reagire a tutto quello.

 Ero così confusa.  

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