Capitolo 5: Fratello

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Suicide comparve all'ombra del lampione, era un gioco da ragazzi comparire nei posti bui, era più difficile comparire in posti dove c'era gente o dall'acqua. Anzi sopratutto dall'acqua, l'ultima volta che l'aveva fatto, negli anni sessanta era finito in uno gran schifo di petrolio.

:-Merda...-. Gli uscì dalla gola, ricordando l'esperienza, poi ricordò che l'equipaggio l'aveva salvato credendogli un marinaio, risultato? Una strage.

Era in un vicolo che dava sulla strada, le macchine passavano, i conducenti ignoravano che lui poteva scegliere se una di loro poteva essere la futura vittima, accanto a sé c'era una pattumiera e dietro di lui delle scale antincendio di un edificio abbandonato.

Gli bastò sentire un rumore metallico per notare un ragazzo, vestito con jeans blu, maglia a maniche corte, a strisce bianche e nere, guanti marroni e degli occhiali da sole con lenti blu, tanto da notarli subito per via delle lenti a sfera che scintillavano nel buio.

Aveva una bocca larga che si apriva su labbra sottili e un naso stranamente piccolo, anche se aveva un berretto messo come i cantanti rap i capelli erano corti e neri.

Sembrava che avesse la sua stessa età ma, Suicide non si scordava mai che lui era sempre stato il suo amico, nonché il suo fratello "adottivo" da circa duecento anni, erano diventati subito così per via delle loro capacità, non si erano mai combattuti, per timore di perdere il controllo.

Suo fratello lo salutò:- C'è ne hai messo di tempo per arrivare, hai trovato "na'guagliuna"?-. Suicide lo squadrò:- Sei stato a Napoli?-. Suo fratello ridacchiò, sorrise perfido:- Le ragazze pur di avere un fidanzato stanno troppo al computer o al cellulare, cosa credi? In questi tempi il progresso mi fortifica-. Suicide salì le scale calmo, lo fissava, guardandolo da vicino notò che si era allenato ed aveva dei muscoli da intimorire chiunque, lui no.

In fin dei conti proprio lui gli aveva consigliato di esercitarsi perché se non avesse potuto usare i suoi poteri, avrebbe dovuto usare il suo fisico debole. Ora però, avrebbe intimorito chiunque.

:- Mi pare che la tua vittima sia una secchiona, potrebbe fregarti a mio parere-. Suicide gli era di fronte, un brivido caldo gli percosse la testa ai piedi, per lui era come un brivido freddo degli umani, solo che invece di mandargli il gelo nelle vene, lo sentiva scottante.

Chiese, pensieroso:-Lasciando stare il fatto che trovi sempre un modo per tenere d'occhio le mie vittime, mi hai chiamato per qualcosa d'importante? Spero che non hai vomitato addosso a una ragazza, perché non ne voglio sapere -. Il ragazzo dai capelli neri, rispose con tono serio:- Sai come stanno le cose tra noi e quel bastardo di Maschera d'Ambra? C'è stato un problema-. Suicide sbuffò, spazientito:- Ma cosa cazzo vuole da noi!? C'è ci siamo noi e gli EXE, e Maschera d'Ambra ha i suoi mostri: Slenderman, Jeff the killer, Jason, ecc. noi rispettiamo i patti, che diamine!-. Suo fratello rispose, freddo:- E' successo il solito: due predatori e una preda, gli è andata male a Sonic.exe, si è scontrato con Smile, la preda è fuggita è ora si danno la colpa a vicenda-.

Suicide disse, facendo ritornare il sorriso a suo fratello:- Speriamo solo che non li troviamo a giocare a "chi lo fa meglio"-. Ridacchiarono poi lo salutò, Suicide scomparve, tirando la corta e Mr. EXE divenne un lampo elettrico che entrò in rete.

Suicide ricordava il patto che avevano fatto quando erano uniti, loro avrebbero controllato sopratutto la tecnologia e Maschera Ambra avrebbe fatto degli "approcci" più diretti con gli umani.

Tirò il cappio sgretolandosi.

Si ritrovò in casa di Idelle, nella sua camera. Lei non c'era, vide una lettera con sopra scritto il suo nome, l'aprì e lesse: " Scusa se non mi trovi ma, sono andata in biblioteca, ci dovremo rivedere tra un paio di ore" Suicide guardò l'orologio a pendolo che era in corridoio, erano le quattro del pomeriggio, si passo una mano sui capelli castani.

Aspettò.

Un ora e venti.

Poi venti minuti.

Infine altri venti.

Lei non era tornata, non gli piaceva la situazione. Di solito era facile localizzare la propria preda ma, sentì come un disturbo, era come se fosse qualcuno lo scacciasse, chiamò suo fratello, mentalmente.

Il loro legame era forte.

Mr. EXE uscì dalla TV, chiese:- Che c'è? Vuoi presentarmi la tua "bella"?-. Mr. Suicide, sbuffò:- Mi è sfuggita, non pensavo che avrebbe avuto il coraggio di farlo, merda-. Mr. EXE piegò il collo, dicendo:- Ma sei scemo!?!?-. Suo fratello ribatte con un sorriso:- Ha parlato quello che non ha capito su Skipe un uomo travestito da donna-. Suicide notò che sullo schermo della TV, il quale faceva vedere il canale disturbato, una faccina arrabbiata, quelle che si mettono tra amici sui Social Network.

Mr. EXE, chiese, diffidente:- Che vuoi?-. Suicide capì che era meglio calmarlo, prima di chiedere

:- Scusa, fratello e...-. EXE, ripete più irritato:- Allora?-. Suicide si arrese, perdonando un po' del proprio orgoglio personale:- Voglio che la trovi per me-. Suo fratello sorrise perfido, si sfilò il guanto dalla mano destra, l'appoggiò allo schermo e rispose:- D'accordo, basta che io mi diverta un po' con lei, credo che uno dei miei figli (Mario.exe è l'ideale) mi potrebbero dare una mano-.

Se Suicide avesse avuto la bocca, avrebbe voluto mordersi la lingua a sangue.

Idelle però, era in salvo.

Mr.Suicide & companyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora