Cuore di Marmo

I

Anno 404 a.C.

Dopo la sconfitta subita da Atene nella guerra del Peloponneso, Sparta impone i 30 tiranni. All'età di 81 anni Gorgia da Lentini, famoso oratore, viene posto a capo del governo ateniese insieme alle personalità più importanti del suo tempo. La sofistica viene esasperata, ma, nonostante questo, le idee di Gorgia riescono ad imporsi: nulla esiste, se qualcosa esiste, non si può conoscere e, se si può conoscere, non si può comunicare. Chiunque non si attenga a quanto il Tiranno ha stabilito deve essere giustiziato e giudicato da un tribunale composto dai soli 30.

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Illusioni. Il mondo esiste soltanto grazie alle illusioni. Ogni oggetto, persona, colore, elemento... sussiste per mano di una splendida e meravigliosa bugia che, indisturbata, aleggia nell'aria disperdendosi nell'etere.

Tutti gli edifici, che scorgo lungo la strada, sono anche loro una banale menzogna: l'armonia che unisce ogni elemento architettonico ad un altro é solo un comune modo di valorizzare ciò che in realtà é caratterizzato dall'ordinario e non dallo strabiliante... questo non significa però che certi luoghi non siano dotati di una straordinaria bellezza.

I rumori della città in fermento mi ronzano nelle orecchie interrompendo il corso dei miei pensieri. Mi fermo ai margini della via e alzo lo sguardo, con fare distratto, al cielo plumbeo che si estende sopra Atene.
Chissà quando il sole si deciderà a fare capolino dal grigiore delle nubi cariche di pioggia per arricchire il bellissimo marmo bianco dei monumenti delle sfumature più curiose dell'iride...

Respiro profondamente per assaporare appieno i numerosi profumi che la lieve brezza mattutina porta con sé. Chiudo lentamente gli occhi e lascio che i miei sensi si distendano in seguito a quel fresco contatto. Un piccolo brivido freddo mi corre lungo la schiena facendomi stringere d'istinto al petto il plico di fogli che tengo tra le braccia e che mio padre mi ha chiesto di consegnargli. Riapro nuovamente gli occhi e riprendo la mia camminata.

Sebbene sia mattino presto, le vie della città sono gremite di gente: venditori che dispongono le loro merci sui banconi, schiavi che svolgono le loro commissioni alla spicciolata, qualche bambino che rincorre un cerchio e una coppietta che si tiene per mano.
Che visione insolita... lui sta ammirando lei come se fosse il suo sole personale mentre la fanciulla, tenendo gli occhi bassi, gli sorride teneramente, facendo oscillare le loro dita intrecciate avanti ed indietro... questo dovrebbe essere l'amore: struggersi l'animo fino a non sentirsi più il cuore nel petto, mordersi le labbra fino a farle sanguinare, perdersi negli occhi di qualcuno senza badare a tutto il resto, piangere lacrime di gioia o di dolore, ridere, sorridere, disperarsi, vivere. Tutti pensano che questa emozione debba funzionare così ma io la credo diversamente: l'amore è un sentimento e, in quanto tale, é un'apparenza priva di significato, si tramuta nell'illusione per eccellenza. L'amore non esiste, questo mi ha sempre insegnato mio padre. Gli uomini sono instabili, delicati, finti e hanno bisogno della falsità delle loro sensazioni per poter dare un senso alle loro miserabili vite. Affretto il passo per cercare di allontanarmi il più possibile da quei due giovani innamorati.

Un'improvvisa rabbia inizia a montarmi nel petto: perché gli esseri umani sono così tanto stupidi da cadere nel tranello dell'infatuazione? Perché non si rendono conto che ciò che provano non è reale ma uno strumento di monopolizzazione usato dagli dei?
"L'amore non esiste" continuo a ripetermi mentre raggiungo i marmorei gradini del portico colonnato della scuola sofista. "Gli uomini sono tutti falsi" penso ancora mentre supero il timpano riccamente decorato che sovrasta l'ingresso dell'edificio. "E sono tutti uguali" concludo, iniziando a percorrere il labirinto di colonne corinzie che si estende per tutto l'avancorpo.