CAPITOLO 2.

6 1 4
                                        

Appena svegliata da mio padre mi preparo lavandomi il viso e caricando le ultime cose sul cavallo.
Sono un po' scossa, e ho passato gran parte della notte sveglia. Certo, andare a rifugiarsi in un altro Regno non sarà facile. Non tutti sono benevoli come il nostro Re, beh le norme di sicurezza ci sono sempre, infatti  prima di far entrare qualcuno non del nostro Regno ci sono delle guardie che fanno dei controlli, è normale. Chi vuole dei nemici nel loro stesso territorio?

Mio padre mi guarda mentre accarezzo il cavallo... vedo che ha gli occhi lucidi, così gli vado in contro per salutarlo.
«P-padre, mi mancherete molto. Grazie per tutto che hai fatto per me, tu e la mamma.» Mi abbraccia e restiamo così, mi sento a casa adesso. Ci stacchiamo quando sentiamo uno sparo. Questi sono i segnali di una guerra... Inghiotto il groppo in gola e con le lacrime corro dalla mamma.

«Madre, -mi prende la mano e mi guarda con gli occhi stanchi e lucidi- mi mancherete, m-mi dispiace lasciarvi qui, non volevo, io n-non-»
«Shh, piccola mia, è per il tuo bene, e così devi fare. Hai sentito lo sparo prima? Sta iniziando... corri, ma prima abbracciami.»
Sento il suo profumo, alle rose, è così delicato sulla sua pelle. Mi ricorda lei da giovane... «Skylar, ti dono una cosa, me lo regalò mia madre, e ora tocca a te.» Sono curiosa di sapere cosa è... «Vai in q-quel cassetto, sotto c'è un pezzo di stoffa.»
Cerco attentamente ma non lo vedo. «Non lo trovo- oh! Com'è bello.» Mia madre fa un leggere risatina, e io rimango incantata. È ricamato e ha piccole pietre in oro. E noto una H. «Quando ti sentirai affranta, ricorda questo regalo, io e papà saremo sempre con te. Ora va da tuo padre, sicuramente ti starà aspettando.» L'abbraccio e le ringrazio per la stoffa, e me ne vado.

Con un gran sospiro vado da lui. «Salta sù.» Ed eccomi pronta, in sella. «Ho d-dato da mangiare e da bere al cavallo mentre eri dentro, ma ho lasciato qualcosa per nutrirsi e dissetarsi nel sacco, e ho preparato anche per te... bene bando alle ciance.» Sorrido, quando è nervoso tende a parlare molto, come me. «Prenditi cura della mamma, vi voglio bene.» Mi stringe la mano e poi mi da una cartina che mi aiuterà a trovare la strada giusta. «Vedi, noi siamo qui -indica Crawley- va verso Winchester, e beh... lì troverai quello che qui non c'è... buon viaggio tesoro.» Annuisco e lo saluto. «Addio padre.»

Mi incammino col cavallo...dopo aver camminato per un po' noto che qui è così verde e così uguale, dove vai non trovi differenza e se non si sta attenti dove si mette i piedi potresti perderti. Sono un pò sconsolata perché mi sento sola adesso. Decido di farlo correre e per un pò va tutto bene.

Saranno passate cinque ore da quando mi sono incamminata e il sole è proprio in alto, saranno mezzogiorno. É stato proprio mio padre ad insegnarmi che ore sono quando avevo circa 8 o 9 anni. Voleva che sapessi molto, perché non c'era né scuola, né qualcuno che venisse in casa a farmi studiare. Per questo tutto quello so è grazie a mio padre.

La fame e la stanchezza si fa sentire così decido di fermarmi e mangiare qualcosa.
Fermo il cavallo e lego un pezzo di corda nell'albero così da non farlo scappare. «Sta buono, su.» Gli porto il cibo e l'acqua, è grazie a lui che sono qui. Come avrei fatto a farne a meno? Mi siedo e prendo qualcosa anche per me. Pane e formaggio sarà un buon pasto.
Mi chiedo cosa staranno facendo adesso, oh come li vorrei con me adesso.

Mi incammino un pò a  piedi cercando di non perdere d'occhio il mio posto. Mi lavo il viso e vado da Eros, il mio cavallo.

***

Camminiamo per davvero molto tempo e credo che il mio amico sia già molto stanco. È quasi sera, e già non vedo un gran ché. Cerco di farlo correre il più velocemente possibile per trovare dove riposare, ma non vedendo bene si immerge dentro un lago, Eros incomincia a scalpitare e ad innervosirsi, e non riesco più ad avere il controllo su di lui.
«Piano! Ommioddio ci schianteremo per l'amor di Dio!»  Va da tutt'altra direzione e incomincia a imbizzarrirsi, correndo più volecemente di quanto credevo fosse possibile per lui. D'un tratto si ferma e mi guardo intorno, il buio è come pece e cerco la mappa sulle tasche del cappotto. «Santo Cielo, dov'è?» Ma non lo trovo.
Mi guardo intorno...
Mi sono persa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

«Explore.»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora