Capitolo 5 - Luogo d'incontro

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<< Ci sei Harp? >>
Jordan mi risveglia dai miei pensieri, un'altra volta.
<< Si sì, ero sovrapensiero. >>
<< Dovresti tornare a casa, il sole sta tramontando. >>
Possibile che il tempo sia passato così in fretta? Quando sono venuta erano appena le sette. Sospiro.
<< Okay, vado. Ci possiamo rivedere? >>
Mi sorride, e una fossetta gli spunta sulla guancia. È perfetta, come lui.
<< Ma certo, "madmoiselle". >>
Rido. Il suo accento americano prevale su quello francese, e le parole suonano molto buffe. Lui mi fa l'occhiolino e scende dal ramo con un salto.
<< Dove ci rivedremo? >>
<< Qui, domani alle sette. Potrebbe diventare il nostro luogo d'incontro... >>
Non sembra minimamente imbarazzato, sebbene la maggior parte dei ragazzi lo sarebbe in questo momento.
<< Okay, allora a domani. >>
Scendo dall'albero con un salto. Rischio di cadere, ma Jordan mi afferra per fianchi e mi sorregge. Sento il sangue affluirmi sul viso, soprattutto sulle guance.
<< A domani. >> dice lui, sparendo dietro la porta che conduce alla galleria.
Per la prima volta non vedo l'ora che sia domani. Sospiro felice ed esco dal giardino.
Sto attenta ad arrampicarmi sull'albero e a non fare rumore, non vorrei svegliare mia zia Camille, che ha il sonno leggero.
Per fortuna la finestra è ancora aperta, così entro. Appena mi sono messa il pigiama, sento dei passi, così corro nel letto, pochi secondi prima che mia zia antri in camera. Per mia fortuna, fin da piccola sono sempre stata brava a fingere di dormire, e la zia non si accorge di nulla.
~ giorno dopo ~
Ho dormito fino a tardi, senza accorgermene. Mi faccio una doccia veloce e mi vesto con una canotta e un paio di pantaloncini di jeans, cercando di pettinare il groviglio di riccioli biondi che ho in testa.
Pranzo velocemente, emozionata per "l'appuntamento" con Jordan.  Aspetto le sette guardando la televisione ed esco di casa. Arrivo al luogo dell'incontro, ma sento che un braccio mi avvolge la vita a dietro e una mano mi copre gli occhi. Cerco di liberarmi, ma sento una voce familiare: troppo familiare. È lui. Isaac.

Il mio enigma irrisolto- momentaneamente sospesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora