Capitolo 6 - Gli incubi ritornano

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Arrivo al luogo dell'incontro, ma sento che un braccio mi avvolge la vita da dietro e una mano mi copre le labbra, impedendomi di parlare. Cerco di liberarmi, ma sento una risata familiare: troppo familiare. È lui. Isaac.
<< Ho saputo che ti nascondevi qui biondina. Mi sei mancata, e questo non mi ha reso felice. Sai che quando non sono felice ci rimettono gli altri vero? >>
Tento di parlare, ma lui preme ancora di più il palmo sul mio viso, tanto che sento il sapore del sangue in bocca. Se solo ci fosse qualcuno in questa stupida cittadina, deserta sempre nei momenti opportuni. Isaac mi trascina dietro una casa abbandonata -ormai da anni-, dove da piccoli andavamo insieme, quando ancora non era così. Mi tiene premuta contro la parete esterna e mi guarda beffardo.
<< Harp, ma guardati. Nei tuoi occhi leggo paura, ma di cosa? Di me? È buffo, molto buffo. Un giorno dici che mi ami, il giorno dopo scappi e quello seguente hai paura di me. Perché? PERCHÉ? >>
Il suo tono beffardo diventa un grido alla fine, ma io riesco a liberarmi dalla sua presa e gli tiro un pugno nello stomaco.
<< Sai perché ho paura di te? Perché tu sei pazzo! Completamente! Non ti voglio più vedere stronzo! >>
Vengo interrotta da un ceffone sulla guancia talmente tanto forte da farmi cadere a terra. Si susseguono dei calci sulla schiena e le risate di Isaac.
<< Credo di non poterti accontentare, dato che verrò a vivere qui. Sai, i miei adorano questo posto, e pensano che tu abbia bisogno di compagnia. Ci vediamo in giro puttanella. >>
Mi tira un calcio in testa e inizio a vedere bianco, poi non vedo più nulla.

Il mio enigma irrisolto- momentaneamente sospesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora