Capitolo 1

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"Sei arrivata?" Mike era al telefono con me da quando ero atterrata a Los Angeles,io e mia sorella ci eravamo date appuntamento al Theme Building,e io mi ero fermata alla Starbucks per fare colazione.

"Si sono appena arrivata al luogo di incontro" stavo sussurando al telefono
"Sai che sembra un piano per spaccio di droga oppure un omicidio!" risi dopo aver sentito la sua battuta

"JESSE"ed eccola lì,la mia piccola sorellina con il pancione,aspetta?! pancione?! le corsi incontro ma non saltai addosso per colpa di quel palloncino che aveva al posto della pancia piatta della scorsa estate

"non fare battute sulla mia pancia" mi ammonì abbracciandomi
"Mike adesso vado,baci" prima di attacare mia sorella si mise ad urlare al telefono

"Mike da quanto tempo non ci sentiamo?Allora,come va con mia sorella?state ancora insieme?eravate cosi carini da piccoli,dimmi che sei ancora da stupro!" gli rubai il telefono dalle mani,ed attaccai prima che lei lo spaventasse

"non potevi semplicemente salutarlo,invece di interrogarlo come se...non lo so " la sgridai come una sorella maggiore,ma non dovrebbe essere il contrario?!

"guarda che ci sarà da fare molta strada per arrivare a casa"
cambiò argomento.É sempre stata così: un'impicciona timida.
Dopo circa venti minuti di 'stai attenta alla strada.' 'Togliti quelle dannate cuffie se non vuoi che ci ti strozzi e raccontami tutto' 'se non guardi la strada di cavo gli occhi' di mia sorella,ma dov'era finita quella parte dolce e premurosa ? Ahh chi può saperlo.

"Eccoci." eravamo davanti ad una 'piccola' casa con giardino,intorno a lei c'erano queste specie di palazzetti di qualche piano,ma sinceramente non ci feci molto caso.

"Prima di entrare,per favore togliti un'attimo quel nero dagli occhi,perché Christian é un pò troppo duro su questa cosa." É indicò il mio viso,suo marito É sempre stato così,troppo antico nonostante abbia solo ventisei anni,che sprecco di uomo.

"Okay,aspetta un secondo." Presi un astuccio dal mio piccolo zaino,presi una salviettina e con attenzione e fretta mi 'tolsi' il nero da sotto gli occhi.

"Grazie" mi baciò la guancia,solo perché alla fronte non ci arrivava.

Entrate in casa mi si parò davanti un metro e settantacinque e due possenti braccia avvolserò il mio corpo.Ecco,nonostante sia una mente un po' chiusa era un tenerone,con un cuore che avrebbe intenerito anche la parte cattiva di un cattivo

JESSE certe volte penso che tu sia un letterato da come ti esprimi.

Ma come sei divertente.

"Adesso mi stai strittolando" dissi con fiato corto
" Hai mai pensato di ingrassare?sembri quelle modelle che non fanno altro che vomitare e bere acqua" mi squadrò fino ad arrivare al mio viso.
Fece un smorfia ma non disse nulla.

"Cosa mangiamo?" Eccola qui,questa è la mia parte senza fondo,dove ho sempre fame,ma non mangio mai nulla.

Dopo esser rimasta la sera a digiuno perché quell'ingorda incinta di mia sorella ha mangiato anche il mio piatto di pasta,avrei pensato di fare una colazione decente,invece no.

"Mi spieghi perché non hai cibo in casa?" Scesi dalle scale in pigiama.

"Perché sono una donna incinta." non ho ancora capito questi suoi sbalzi d'umore,ma il fatto che sia entrata in camera mia alle sette e mezza del mattino,canticchiando sorry, come se fosse normale mi da già delle risposte.

"Comunque oggi devi andare a perder i fogli a scuola." disse sedendosi sulla sedia in cucina,sembra affaticata.

"Qualli fogli?qualle scuola?" Lei si mise a ridere,ma io ero seria.

"Guarda che da me non starai in vacanza." Mi afflosciai sul tavolo della cucina e finsi un pianto

"Tranquilla,qui ci sono tanti tipi carini,e le feste son da sballo." La guardai male,io odiavo le feste.

"Vai a prepararti." Mi sa che era tutta colpa di quel mostriciattolo dentro la sua pancia.

Ero stata catapultata fuori di casa,non sapendo nemmeno dove andare,cercando dei stupidi cartelli con scritto le indicazioni,ma nulla.

Dopo circa mezz'ora di camminata a vuoto trovai la scuola,era abbastanza bacraba
HCIA

J. sembra della Cia,solo che c'é l'h come copertura.

Ti faccio uccidere dalla Cia.

Che tenera che sei.

Chissà che giorno è
Non mi sono portata niente,ma ci sono persone per la scuola,non credo sia domenica.

Ferma qualcuno e chiedi dov'è la segreteria.

No.
Si.
No.
Si.

"Hai bisogno di aiuto?" Una voce tranquilla e dolce interruppe la litigata mentale.
"Ehm..dovrei andare in segreteria prende dei moduli..Ma credo proprio che io non sappia orientarmi." Perché diamine sto dicendo tutto questo?
" se vuoi ti accompagno io'' mi sorrise così amabilmente che sentivo il bisogno di premere le sue guanciotte.
Io la fissavo.
Lei fissava me.

"Credo che dovremmo andare se non vuoi far tardi alle prossime due lezioni"

Lezioni?cosa?da quando?

Si incammino' verso destra,e io la seguì.

Eravamo già in segreteria,dissi alla signora nome e cognome per poi perdere i fogli

La ragazza era ancora qui con me.

"Sono Jesse" mi presentai
"Annabelle,ma per gli amici Anne"
Mi sorrise.
Ma non le fanno male le guance?

"Vieni a pranzo? "

Adesso credo proprio di non aver passato solo una mezz'ora alla ricerca della scuola.

"Non ho soldi" dissi "a dir la verità non ho proprio niente " risi per quanto potessi essere stupida.

"Tranquilla ci sono io" mi fece l'occhiolino e rise.

Dopo il pranzo offerto da Anne,mi diressi alle mie ultime ore.

Economia
Scienze

Meglio di niente.

Entrata in classe,avevo circa venti paia di occhi puntati addosso.

Che nervi.

"Signorina?" Lui doveva essere il mio insegnante centenario di economia.

"Gheting" dissi con troppa nonchalance,ebbene sì,ero una povera e disgrazita sconosciuta.

Questo non valeva per mia sorella,che grazie a Christian era diventata una spendacciona squilibrata.

Mi avvicinai ad un posto libero vicino ad un tizio con i cappelli verdi,carnagione olivastra e due pozzi nere,faceva abbastanza ridere.

"Jonh" mi sussurrò
"Jesse" sussurrai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 19, 2019 ⏰

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