Bianco.
Rosso, nero.
Ouch.
OUCH.Provo a muovere un braccio, ma qualcosa mi blocca dal farlo.
Cosa é successo? Dove cavolo mi trovo? Perchè ho la sensazione di avere tutti i muscoli intorpiditi?
Ma soprattutto: cosa diamine è successo? Dopo l'esplosione della bugatti di Christian e le grida ovattate dei ragazzi non riesco a ricordare nulla. Forse sono morta?l'oscurità.
I pensieri si rincorrono talmente veloci nella mia mente, che ad un certo punto mi accorgo di sapere esattamente dove mi trovo. Un ospedale, no? Talmente banale, da darmi mentalmente della stupida; come ho fatto a non pensarci prima?
Lentamente distinguo nell'aria l'odore dell'alcool che mi pizzica le narici mischiato ad un odore dolce, ma indefinito.
Intanto la luce artificiale del neon batte senza pietà sulle mie palpebre.Un momento gente, le mie palpebre!
Non senza uno sforzo immane, riesco ad aprire gli occhi sbattendoli ripetutamente e a guardarmi intorno.
In un attimo, riesco a focalizzare gli oggetti che mi circondano.
Mi trovo in una stanza spaziosa e spoglia, con a destra un'enorme finestra che occupa quasi l'intera parete.
Deduco di essere in un piano situato in alto, dato che riesco ad intravedere gli inconfondibili grattacieli di New York, sai che novità. Alla mia destra è situato un comodino con sopra un mazzo di rose rosse e una lampada led che segna le 10:24 am, mentre proprio difronte al mio letto c'è un piccolo armadio che dovrebbe contenere i miei vestiti. Nella parete opposta alla finestra ci sono due porte.E qui mi sorge un dubbio: cosa ci fa una tipa del bronx come me in un posto dall'aria costosa come questo? Non credo proprio di riuscire a permettermi questo lusso..nemmeno se vendessi tutti i miei vestiti e casa mia insieme.
Con un guizzo dell'occhio, noto di aver tralasciato un particolare importante alla mia destra.
Le rose.
Le rose rosse.Decisa a capirne qualcosa di più, tento di alzare il busto verso l'alto, ma una fitta lancinante mi attraversa la schiena e mi costringe ad annullare l'azione.
Cavolo.
Non mi demoralizzo e testarda come sono, chiedo il massimo al mio corpo: spingo il petto in avanti e tiro su la testa.
A impresa compiuta, lancio un gridolino vittorioso e allungo il mio povero braccio martoriato verso destra, per poi afferrare il bellissimo mazzo, annusarlo e leggere la sconosciuta calligrafia del biglietto:
"Carissima queen, spero vivamente che tu apprezzi questo piccolo ed insignificante regalo, guarisci presto. Un bacio -J ps-ti aspetto fuori"
Chi potrà essere stato? Mai nessuno aveva prima fatto questo gesto carino nei miei confronti..nemmeno Christian, il mio pseudo ragazzo, altrimenti noto come l'idiota che mi ha fatto arrivare qui.
Oh cavolo.
La corsa clandestina. No no no no. No.
Non posso restare qui, cavolo. Se la polizia venisse a sapere che sono una superstite dell'incidente, mi farebbe una moltitudine di domande alle quali tra l'altro non saprei nemmeno rispondere. E questo è davvero l'ultimo dei miei problemi.
Devo ancora pensare ai miei due fratellini, che non hanno nessuno all'infuori di me.E i ragazzi? Solo Dio sa dove saranno in questo momento.
Devo fare l'impossibile per tornare a casa da loro, ora.
Con questo pensiero fisso in mente, sposto le gambe fuori dal letto cercando poi di alzarmi, ma ben presto il mio tentativo di fuga sfuma nell'esatto momento in cui un'infermiera entra nella stanza dicendomi con entusiasmo "buongiorno signorina Thames, sono felice di vederla in forma dopo l'incidente che ha avuto, deve essere stato terribile per lei l'impatto".
STAI LEGGENDO
Life after the break (DA REVISIONARE)
RomanceDecido di rispondere molto casualmente "hey, ehm ci conosciamo?" Teoricamente mi sarebbe davvero piaciuto molto conoscerlo. Capelli biondo sporco, luminosi occhi nocciola, sorriso da copertina Vogue e fisico statuario. Wow. Christian è una nullità...