Capitolo 1

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P.O.V. LIAM

Appoggio la valigia rossa davanti alla porta della mia nuova casa.

Mi passo la mano sulla fronte, asciugando le piccole goccioline di sudore che si sono formate per lo sforzo

"Cosa ne pensi Liam?" chiede Niall, uno dei miei migliori amici, poggiando la sua mano sopra la mia spalla

"Bisognerà rimetterla a posto, ma nel complesso è carina" dico senza molta convinzione nel tono, guardando la struttura

L'appartamento è davvero grande, a due piani, con una veranda piuttosto grande al piano di sopra. Possiede un giardino con dei bellissimi alberi e un ruscello a pochi metri dalla casa. Ma non è questo ciò che mi preoccupa.

Non solo la casa è abbastanza rovinata, ma è anche piuttosto isolata dalla città. Non mi è mai piaciuto questo quartiere, data la brutta fama che ha.

L'uomo che ci abitava prima l'aveva messa in vendita ad un prezzo ridicolo e, dato che avevo bisogno di un posto dove abitare, avevo firmato subito il contratto e preparato le valigie.

Il venditore era un uomo sulla cinquantina, con una strana espressione sul viso. Sembrava quasi... spaventato e ansioso di vendermi la casa. Londinesi.

Si, come avrete capito, io non sono di qui. Almeno non del tutto. Quando compii tre anni, tutta la mia famiglia si trasferì in Irlanda per lavoro. Mi ricordo lo spavento del primo giorno d'asilo. Rimanevo sempre in disparte, senza parlare con nessuno. Fino a quando un biondo paffutello si avvicinò a me e mi offrì un pezzo della sua barretta di cioccolato. E fu così che conobbi Niall.

Quando entrambi compimmo vent'anni, ci trasferimmo a Londra, per trovare un lavoro e mantenerci. Quindi, eccoci quà

Mi stringo nelle maniche della mia giacca. Siamo a Febbraio e c'è parecchio freddo

"Vuoi che rimanga a dormire da te stanotte?" domanda premuroso, incurvando le labbra in un sorriso dolce

Scuoto la testa, rivolgendogli un sorriso di rimando

"Non ti preoccupare Niall, starò bene. Inoltre sarai stanco e vorrai andare a casa tua" lo tranquillizzo sorridendo. Mi abbraccia, dandomi ogni tanto pacche sulla schiena

"Per qualsiasi cosa chiamami, okay?" mi avverte, mettendomi le mani sulle spalle, guardandomi negli occhi

Ridacchio e annuisco

Prende in mano la sua valigia verde e la trascina dietro di lui.

"Stai attento a tutto quello che quella casa potrebbe nascondere" scherza, facendomi la linguaccia

"Sei proprio un bambino Niall, i mostri non esistono!" rido, per l'ingenuità del mio migliore amico

Lui ride più forte "Ma quali mostri e mostri? Io sto parlando della dispensa vuota! Non c'è cosa più spaventosa di non avere il cibo in casa! " afferma, mentre un brivido scorre per la sua schiena al solo pensiero di dover rinunciare al pranzo

Annuisco ridendo, salutando poi il mio migliore amico che ora sta rincorrendo il taxi sventolando la valigia da tutte le parti e imprecando contro il tassista, con voce stridula

Ridacchio ancora, per poi cercare la chiave della villa nelle tasche dei jeans

Inserisco la chiave nella serratura, per poi sbloccarla.

La porta si apre lentamente, con uno scricchiolio fastidioso, stile film horror. Domani dovrò metterci dell'olio

Entro nella struttura e, nonostante sia passato il mezzogiorno, sono avvolto da un'immensa oscurità. Un odore di chiuso invade le mie narici, facendomi storcere il naso

Do you believe in me, now? || Ziam|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora