WAIT

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<Vuoi?>

Christina mi stava offrendo la sigaretta, una consuetudine dopo aver fumato una canna.

Non riesco a smettere di pensare a quanto mi abbia aiutata in questo periodo, dopo Andrea.....

Non potevo ancora credere che avevo amato una persona così falsa e meschina..ogni volta che penso a lui rabbrividisco.

E se fosse stata tutta una messa in scena?

Cosa sarebbe capace di fare?

Sentivo un continuo freddo addosso, sempre osservata, niente che potesse proteggermi....era paura

Paura vera.

<No grazie, magari dopo.>

Lei mi guardò un po perplessa, allora si riportò la sigaretta alla bocca e tirò e poi buttò fuori il fumo con uno sbuffo.

<Ti ha segnato questa cosa, credevo proprio che fosse la volta buona, che..>

La interrompo per non sentire altro.
Non potevo sopportarlo, faceva troppo male.

<Hai ragione, non ne posso più di ritrovarmi dei pazzi come fidanzati......scusa ancora per quello che vi ha fatto...io>

<Non devi scusarti, non è colpa tua, se lo avessi saputo prima, fidati non avresti sprecato tempo con lui.>

<Già.>

Iniziai a scrivermi con lui ad agosto.
Ci mettemmo insieme a dicembre e da li passò un anno intero.

Un anno.

<Hai bisogno di staccare, di pensare a te.>

<Lo sai di cosa ho bisogno Chri.>

<No. Sai che è la peggior cosa da fare, non farai altro che riaprire la ferita e risanguinerà di nuovo. Ti prego..>

La guardai negli occhi per cercare di farle capire la mia disperazione.

Abbassò lo sguardo con fare scoraggiante e apprensivo.

<Va bene, allora quando ritornerai da me so che dovrò farmi trovare con delle vaschette di gelato.>

<Amo il fatto che mi conosci così bene!>

Dopo aver fatto gli ultimi tiri mi salutò e si avviò verso casa.

Io in tanto stavo già digitando il suo numero.

Cazzo dovevo proprio essere disperata.

Ma non avrei mai smesso di pensare a che tipo di sentimenti e stati d'animo mi facevano provare le sue mani sul mio corpo.

<Hey, hai una sigaretta?>

                            •••

Ero seduta all'ultimo scalino, abbastanza in alto per vedere se arrivasse o meno come aveva detto.

Stavo torturando quel povero laccio che permetteva di stringere il cappuccio, quando lasciai in sospeso tutto quello che stavo facendo.

Era lì.

Non proprio lì, c'è stava camminando verso di me...e io...insomma..

Era bellissimo.

Era vestito di nero e si guardava in giro con fare esitante.

Il suo viso era illuminato dalla luce dei lampioni.

I capelli neri e lunghi fino a ricadergli sugli occhi. Quei occhi castani circondati da lunghe ciglia.

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