GIORNO DEL CONCERTO
Luke: ti vedrò tra un'ora al soundcheck, vero?
Ruby: ho paura di no :( ho perso i pass
Luke: ti posso far entrare lo stesso ruby
Ruby: non preoccuparti, devo coprire il turno di una mia amica. però ci sarò al concerto
Luke: :-/
Luke: okay allora ci vediamo dopo Principessa xx
Misi giù il telefono, per poi farmi ansiosamente una coda alta e mettermi la visiera in testa. Non avevo perso i pass del backstage dei 5sos; li avevo dati alla mia collega ossessionata da loro questa mattina presto e ora dovevo lavorare al posto suo. Al pensiero di incontrare Luke, il mio cuore impazziva e per questo lo stavo procrastinando il più possibile.
Un paio di clienti arrivarono dopo pranzo, facendo passare le ore più lentamente del solito. La mia ansia peggiorava ogni secondo che passava e mi trovai costantemente a picchiettare con le dita sul bancone. Vari pensieri preoccupanti affollarono la mia testa mentre fissai lo spazio deserto dietro alla cassa, esaminai pigramente i tavoli spolverati con briciole di bagel come piccolo tentativo di distrarre la mia mente.
La pesante porta di vetro finalmente si aprì e un familiare tintinnio risuonò ovunque nel locale. Alzai lo sguardo e incontrai quello gioioso della mia collega, Addison. Corse verso di me e sbatté le mani sul bancone.
"Erano. Davvero. FANTASTICI " disse con enfasi, facendosi cadere come se fosse quasi svenuta. "Sono così belli; non lo hai mai notato? Ashton che suona la batteria è la cosa più attraente del mondo, vedere Calum e Michael litigare sinceramente mi dà vita, e porca puttana, Luke è sexy."
Sbuffai in risposta, sistemandomi i capelli intanto che la mia amica stava avendo difficoltà a ricomporsi. Non avevo mai visto una persona fangirlare per davvero e vederla nella vita reale era come assistere a un ictus e non poterci fare niente.
"Aspetta" disse, ritornando finalmente in se stessa. "Vai al concerto stanotte?"
"Sì."
"Allora perché sei qui?!"
Sbattei le palpebre più volte, guardandomi intorno. "Perché è...il mio lavoro?"
Addison mi osservò, aprendo lentamente la bocca. "Vai. Ti copro io il turno. Vatti a fare bella e divertiti al concerto. Vivi la vita da groupie."
Tolse la visiera dalla mia testa e la mise sulla sua, ignorando gli sguardi sconcertati che gli stavo dando. Nel giro di cinque minuti mi aveva rimpiazzato alla cassa e mi aveva rinchiusa dentro al magazzino con un cambio di vestiti e la mia borsa dei trucchi. Non potevo fare a meno di ridere prima di cercare con riluttanza di rendermi presentabile.
* * *
Vedendo che ero stata solo ad un concerto nella mia vita, il quale era di una band Christian rock in uno stadio locale di pattinaggio sul ghiaccio, non avevo assolutamente idea di cosa aspettarmi.
Ragazze. C'erano centinaia di ragazze ovunque, ognuna vestista praticamente uguale all'altra. Erano -per la maggio parte- spaventosamente belle, anche quelle più giovani di me. Con esitazione, mi unii alla fila per i controlli, in seguito mi spostai con il gruppo e infine entrammo lo stadio.
Mi ci presero quindici minuti terribilmente imbarazzanti e l'aiuto di tre guardie per trovare il mio posto, il quale era direttamente di fronte al microfono centrale. Vari uomini si muovevano attorno al palco, controllando una seconda e una terza volta l'equipaggio per assicurarsi che ogni cosa avrebbe funzionato. Li guardai per un rapido momento prima che lo stadio scoppiò in urla acute. I capelli di Michael sparirono velocemente dietro alle spesse tende che sfoggiavano il nome della loro band.
Luke: Michael ha detto che ti ha visto
Il battito del mio cuore incominciò ad accelerare mentre realizzai di star per incontrare Luke. Delle preoccupazioni inondarono la mia mente; e se avesse pensato che fossi più brutta di persona? Se non fosse stato come avevo pensato? Se le cose sarebbero diventate super imbarazzanti? E se avesse voluto solo una botta e via?
"Scusami" disse la ragazza di fianco a me, appoggiando delicatamente la testa sul mio avambraccio. "Sei qui da sola?"
Feci un sospiro, il quale non sapevo di star trattenendo, improvvisamente consapevole di quello che mi stava circondando. I suoi grandi occhi marroni perforarono i miei, aspettando pazientemente una risposta. "Oh, uh, sì" balbettai.
"Anch'io! Questi biglietti sono costosi. È un bel concerto, però. Vale ogni centesimo speso."
Mi sentii quasi in colpa sapendo di non aver tecnicamente pagato io per i mie biglietti, ma non osai menzionarlo. La sconosciuta parlò incessantemente, non fermandosi mai per riprendere fiato o per controllare che io stessi ancora ascoltando. Lentamente, i posti vicino a noi si iniziarono a riempire e io mi sentii i sensi intensificarsi. La mia claustrofobia stava per rendere impossibile tutto questo.
"Sei, tipo, troppo bella" disse all'improvviso la ragazza, inclinando la testa da un lato mentre scrutava la mia faccia confusa. "Dovresti parlare con uno dei ragazzi dopo il concerto. Forse ti porteranno con loro all'hotel." Mi diede giocosamente una gomitata, ridendo alla sua stessa battuta.
In qualche modo, tutto diventò completamente travolgente. C'erano troppe persone ammucchiate nella zona che potevo a malapena riprendere fiato. Le canzoni che passavo allo schermo gigante erano assordanti, l'abbondanza di luci mi faceva sudare, e tutti stavano parlando di questi ragazzi che conoscevano a stento, che io conoscevo a stento. Il mio cuore iniziò a battere sempre più forte e le mie mani tremavano del tutto. Il concerto non era nemmeno iniziato e io stavo avendo un sovraccarico sensoriale stando seduta al mio posto.
"Scusa, ho bisogno di aria fresca" dissi all'improvviso, interrompendo rudemente la ragazza vicino. Lei annuì compresiva e si girò verso la persona all'altro suo fianco, riprendendo la sua conversazione come se loro fossero migliore amiche.
Mi affrettai verso l'uscita piú vicina che potessi trovare, fermandomi solo quando sentii il mio telefono vibrare dalla tasca dietro. Il nome di Luke apparse, insieme alla foto idiota del suo contatto. Il senso di colpa mi colpí quando con il dito declinai la chiamata. Spontaneamente decisi poi di chiamare mia sorella, pregando silenziosamente che mi avrebbe calmato i nervi.
"Ri, non ci riesco" sospirai, procedendo tra la folla fino a quando arrivai fuori. "Non riesco a starmene seduta durante tutto il concerto. Non posso incontrare Luke oggi."
Una strimpellata di chitarra rombó in tutto lo stadio, facendo gridare ed esultare le fans. Continuai a camminare sul marciapiede finchè non raggiunsi la sicurezza. Mi diedero una strana occhiata, ma mi consentirono di andare via.
"Cosa stai dicendo, Ruby?" chiese mia sorella, la preoccupazione evidente nella voce.
"Sto tornando a casa."
scusate per eventuali errori grammaticali.
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princess | luke hemmings | italian
Fanfiction"Principessa?" "sono Ruby, in realtà." questa è solo una traduzione. tutti i diritti vanno a overdosive