Capitolo 3

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《Corri, muoviti!》sento la voce dell'elementale urlare nella mia testa.

Siamo all'interno del bosco, nella parte così detta "Foresta Proibita", e qui dentro non posso usare i miei poteri, come chiunque altro del resto.

《Ci stanno raggiungendo!》

《L'ho capito!》l'adrenalina scorre nelle mie vene, mentre la neve continua a cadere ininterrotta, non mi fermo e continuo a correre utilizzando tutte le energie che mi sono rimaste, sento le ossa intorpidite dal freddo e nella mia mano destra stringo la sfera di luce.

Finalmente a qualche metro da me vedo una parete di rocce, allungo il passo e quando mi trovo davanti allungo l'altra mano, ma questa non passa:《Cosa? Perchè?》sono domande buttate al vento, il silenzio viene interrotto dal rumore di alcuni passi, molti passi, quello che vedo è l'esercito di neve, mi rigiro verso la parete e inizio a tastare ogni punto:"Non può finire così" continuo a pensare in preda al panico.

《Apriti cazzo》esclamo in preda al terrore, sento qualcosa di freddo appoggiarsi sulla mia schiena, il mio cuore perdere qualche battito e mi immobilizzo

《Non opporre resistenza e non ti faremo niente》sì, niente, certo.

Sento il vecchio campanile suonare.

È mezzanotte, il giorno del solstizio d'inverno è arrivato, faccio scivolare le mani sospirando, ma ad un certo punto mi accorgo ch le dita sono affondate, o la va o la spacca, speriamo che vada, altrimenti mi ritroverò bloccata fra o due mondi.

Guardo con la coda dell'occhio i soldati che mi fissano impassibili e con uno slancio veloce mi butto all'interno della parete.

《FERMA!》sono le ultime parole che sento, prima di essere catapultata dall'altra parte, mi sollevo da terra  inizio a guardarmi intorno, rilascio un sospiro di sollievo quando mi accorgo di non essere più a Verigo, inizio a correre verso l'uscita dell'ennesimo bosco in cui mi trovo, quando vado a sbattere contro una figura, cadiamo entrambi per terra, la bolla scivola lontano da me e prima che possa vedere il suo viso, il soggetto che direi essere un ragazzo, si ricompone, ignorandomi e tornando a correre, l'unica cosa che sono riuscita a notare erano i suoi occhi grigi.

Mi alzo e vado a raccogliere la sfera di luce, torno a camminare verso l'uscita che si trova davanti ad una strada, non vedo passare molte macchine, ma per precauzione ripongo la sfera luminosa all'interno dell'anello.

《Usa il teletrasporto》sento nuovamente la voce del famiglio.

《Non pensavo fossi ancora qui》non trattengo nemmeno il fastidio nella mia voce quando dico questa frase.

《Dove dovrei essere altrimenti?》sento la sua voce innervosita.

《Nello stesso posto in cui eri quando i guardiani mi hanno quasi presa》finisco con questa frase e creo uno schermo nella mia mente impedendogli di comunicare con me.

Mi osservo intorno e dopo essermi accertata che non ci sia nessuno, mi concentro per teletrasportarmi davanti alla via che era segnata sul biglietto.

Chiudo gli occhi e quando gli riapro mi trovo davanti ad un cancello chiuso, alzo gli occhi al cielo e sbuffo iniziando a fissare l'imponente struttura, immagino di trovarmi all'interno, ed eccomi, le luci dei corridoi sono accese, guardo l'ora che segna il mio orologio: 1.17 è incredibile come sia passato il tempo, prendo le scale e inizio a salire lentamente, porto di nuovo alla mente quello che c'era scritto: stanza 123, terzo piano.

Arrivo al piano e svolto l'angolo, inizio a muovermi guardando i numeri delle stanze posti sulle porte.

Quando vedo il numero 123 mi fermo ed estraggo le chiavi per poi infilarle nella toppa e girarle, apro la porta e mi trovo davanti un piccolo salotto, vado avanti e percorro il corridoio aprendo la porta a sinistra, guardo la stanza da letto decorata capendo subito che avrò una coinquilina, sposto lo sguardo sul letto intatto, sbuffo pensando al fatto che sarà una di quelle ragazze a cui piace uscire, esco e questa volta apro la porta a destra vedendo una stanza da letto vuota, finalmente posso riposarmi, c'è un letto al centro, due comodini ai lati, una scrivania sulla parete opposta, sulla parete sinistra invece ci sono degli scaffali vuoti e accanto un armadio.

Tiro fuori la valigia dall'anello aprendola per prendere il cambio e tutto il necessario per andare a farmi una doccia, lascio la collana sulla scrivania ed esco dalla mia stanza, apro l'unica porta rimasta in fondo al corridoio entrando in bagno.

Una volta finito torno a letto e mi metto a dormire aspettando il giorno seguente.

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