sopravvivenza

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Vedo buio, provo ad aprire gli occhi, ma non ci riesco.
Una luce proviene da uno squarcio situato nel vuoto davanti a me, mi avvicino sempre di più fino a ritrovarmelo davanti.
La luce sembrava pulsare, quasi fosse viva.
Avvicinai lentamente il braccio allo squarcio fino a raggiungerlo con un dito.
Appena lo toccai venni come risucchiata in un enorme stanzone bianco sul quale si affacciavano diverse porte di un rosso sangue secco.
Mi avvicinai ad una di esse, strinsi la maniglia tra le mie esili dita e mi decisi ad entrare.
Una volta aperta, la porta, rivelo un'altra stanza dove due persone intente ad amoreggiare.
Solo dopo mi accorsi che la stanza era come uno schermo, infatti al posto dell'intonaco sulle pareti era come proiettato lo spazio circostante ai due piccioncini, i due erano in un parco mai visto prima.
Uscii dalla prima stanza e mi diressi nella seconda, qui i due si trovavano in una sala parto e la donna teneva in braccio una piccola bambina.
Uscii anche da questa stanza e incuriosita mi diressi sei stanze più giù.
Aprii la porta la quale rivelò un paesaggio innevato, due persone sulla trentina stavano giocando con una bambina piccola dai lunghi capelli corvini.
Erano davvero teneri, la piccola stava facendo un pupazzo di neve con il padre, mentre la madre stava rientrando in casa, dopo una manciata di minuti la donna si affacciò dalla porta d'ingresso chiamando il padre e dopo di esso la figlia "Morgana! Morgana, dai che sto facendo la cioccolata calda, vieni dentro!" disse la donna la piccola obbedì senza fare storie ed entrò.
Uscii dalla stanza, richiusi la porta e guardai le altre intorno a me, quelle stanze erano la mia vita.
Vi era in particolare una stanza che mi attirava, la porta era tutta nera e le seguenti quattro grigie.
Mi avvicinai alla porta color nero pece, sopra c'era intagliata una parola "presente" capii che quella era la porta che mi avrebbe mostrato il mio destino presente, presi coraggio ed aprii la porta.
Davanti a me si ripresentò la scena che avevo vissuto poco prima di svenire, vidi jack in piedi davanti a me, io rannicchiata davanti al mio armadio danneggiato dal forte urto ed infine vidi l'artiglio di jack che si dirigeva violentemente verso di me.
Solo che accadde una cosa strana, quando l'artiglio di jack stava per colpirmi, tutto d'un tratto il tempo cominciò a scorrere lentamente ed una voce si sentì rimbombare nella mia mente.
Una voce roca che mi chiese "ti vuoi davvero arrendere? Senza nemmeno lottare?" "Chi è?" chiesi la voce si fece come più vicina a me "il mio nome è shadow-walker e sono il figlio di freddy Krueger, ma questo non ha importanza, piuttosto rispondimi, vuoi vivere?" disse "ovvio che voglio vivere, che domande sono!" risposi alquanto stizzita "bene, allora ti propongo un patto" "quale?" chiesi io "io ti donerò un potere molto antico e molto potente, così che, quando verrò di nuovo a riscuotere il favore che mi devi tu mi aiuterai" ci misi un pò a capire, ma appena realizzai il senso della frase mi accorsi della mancanza di un piccolo dettaglio "scusa la domanda..." cominciai io "...ma questo patto comprende anche il salvarmi vero?" "Si certo, anche perché un cadavere è utile a me quanto uno spaventa passeri che non spaventa niente è utile ad un contadino" stavolta lessi un leggero velo di fastidio nel suo tono di voce, forse causato dalla mia sciocca domanda "si certo...scusa non ci avevo pensato" dissi io "bene, allora il patto è siglato" disse con tono solenne, cominciai a sentire come del calore sulla mia spalla, questo calore aumentò fino a brucare, urlai.
Tutto intorno a me cominciò a girare, caddi, la vista mi si offuscò.
Quando tornai a vedere, jack era lì ancora con l'artiglio diretto verso di me.
Istintivamente misi il braccio davanti al volto ed urlai......

my best love || laughing jackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora