CAPITOLO 36

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Tornare lì per me era sempre difficile ma piano piano la tristezza aveva lasciato spazio ad una sorta di serenità, un pó forzata certo ma comunque serenità. Quando ero più piccola ogni volta che andavo li piangevo..ora mi sedevo sulla panchina di fronte alla tomba di mia mamma e le parlavo con il magone..ma a volte ridevo anche. Erano passati 10 anni dalla sua morte...avevo 14 anni e frequentavo la prima superiore. Almeno una volta a settimana parlavo con lei..anzi le parlavo ogni giorno ma farlo lì dove la sua presenza era più tangibile era tutta un'altra cosa. Sapevo che lei mi ascoltava e sentivo la sua presenza in un alito di vento o nello sbattere di ali di un uccellino che passava nelle vicinanze. All'inizio ci venivo con Giada o con Stephan..ora preferivo venirci da sola perché a volte parlavo anche per un ora filata oppure stavo lì semplicemente in silenzio.
All'inizio avevo quasi paura..la sua foto mentre sorrideva, quella frase tratta da una delle sue canzoni preferite...per me che ero cosi piccola e non capivo fino in fondo cosa fosse successo era una situazione troppo grande. Poi avevo imparato a convivere con il fatto che lei non sarebbe mai venuta alle feste di fine anno a scuola oppure che quella che chiamavo "mamma" in realtà non era la mia vera mamma. Adoravo Giada...era dolce, forte, determinata e aveva un gusto impeccabile in fatto di vestiti...la chiamavo "mamma" da dieci lunghi anni ormai ma a volte la rabbia per non aver accanto la persona che mi aveva messa al mondo riaffiorava. Nella stessa città, in un cimitero diverso per fortuna, era sepolto quello che era il mio padre biologico. Non ero mai andata a trovarlo...sapevo solo che non aveva neanche una lapide, che nessuno gli portava mai i fiori, che anche i suoi genitori l'avevano abbandonato e a volte, ma solo a volte, provavo tristezza per questo. Ma la maggior parte delle volte prevaleva la rabbia ed ero contenta di chiamare "papà" una persona diversa da colui che mi aveva concepita. Stephan era il mio papà, quello che mi veniva a prendere dalle mie amiche quando stavo a cena a casa loro o che veniva alle partite di pallavolo o alle gara di nuoto. Lui e Giada, insieme a Gioia e Marco, erano la mia famiglia. Mia sorella aveva 10 anni e una predilezione per la danza, ballava in ogni momento libero. Marco aveva 7 anni e il pallone fra i piedi come suo padre che a 32 anni giocava ancora con i colori rossoneri addosso. Io ero il loro mito, entrambi mi adoravano ed io adoravo loro. E non mi importava se Gioia aveva gli occhi di Stephan e Marco quelli grigi di Giada, mentre io avevo gli occhi castani ereditati da mio padre.. io mi sentivo al 100% figlia loro e da quando portavo anche io il cognome di Ste era ancora meglio.
Certo c'erano momenti in cui la tristezza arrivava..come quando al telegiornale parlavano dell'ennesimo assurdo femminicidio ed io non potevo far altro che ricordare che mia madre per molti era solo un altro numero che nel passato aveva fatto parte di quella lunga lista. Portavo al collo una piastrina con incisa una "M", la ricordavo ogni giorno ma avevo imparato a convivere con la dolorosa consapevolezza che uno dei miei genitori aveva ucciso l'altro.
Quando il cellulare mi vibrò in tasca lo presi e sorrisi quando lessi il nome di Stephan " Dimmi pá... "
"Ti passo a prendere...sei ancora lì?"
"Si...ci vediamo fuori" feci scorrere una mano sulla sua foto, poi sulla rosa rossa che avevo lasciato per lei ed uscii percorrendo sentieri infiniti con file e file di tombe. Ognuna aveva la sua storia...c'era chi era morto all'inizio della sua vita, chi praticamente non l'aveva mai inizata, chi come mia mamma era stata strappata brutalmente dai suoi affetti proprio quando la sua vita sembrava finalmente girare nel verso giusto. Ogni tanto mi fermavo a fissare qualche foto...attirata dalla giovane età oppure dalla frase incisa. Mi chiedevo quale fosse la storia racchiusa in quei numeri ed in quelle parole. Io avrei potuto racchiudere l'esistenza di mia mamma con una parola..speranza...
Quando arrivai all'esterno l'Audi era poco distante. Salii e salutai Stephan "Tutto bene tesoro?"
"Si...tutto bene... posso andare a casa di Sofia per un Pigiama Party sabato? Naturalmente guarderemo la partita...ti prego.. ti prego" rafforzai il concetto congiungendo le mani a mó di preghiera.
"Solo ragazze vero?"
"Ma certo..credo"
"Come credi?"
"Ma si dai...stavo scherzando..."
"Allora...chiedi a mamma ma per me va bene...ah l'unica cosa cerca di frenare le tue amiche nei commenti sui miei compagni di squadra diciottenni..."
"Veramente fanno commenti pure quelli della tua età"
"Ho 32 anni non 50...e non voglio sapere altro" scoppiai a ridere.. lo adoravo..era il papà migliore del mondo ma era gelosissimo di me e di Gioia anche se aveva 10 anni.
Quando arrivammo a casa abbracciai mamma che negli ultimi giorni pareva al settimo cielo poi mi rifugiai in camera per fare i compiti. A cena osservai bene il sorriso che non abbandonava mai il viso di Giada "Má... ci devi dire qualcosa?"
"In verità si..."
"Qualcosa di bello no? Sembri su un altro pianeta"
"Si...sono...insomma fra otto mesi avrete un altro fratellino o sorellina" sorrisi raggiante...per la terza volta sarei diventata "la sorella maggiore"... Gioia saltò sulla sedia battendo le mani..Marco disse subito " speriamo sia maschio"..Stephan prese di peso Giada sollevandola dalla sedia e la fece girare per poi baciarla..ed io fui...contenta..
La mia vita che poteva prendere una direzione tragica 10 anni prima se Stephan e Giada non fossero entrati nella mia quotidianità ora era perfetta...certo sarebbe mancato sempre un tassello, fondamentale e che avrebbe reso alcuni giorni incompleti ma la mia vita avrebbe sempre avuto i suoi punti di riferimento. E guardare la mia famiglia riunita attorno a quel tavolo mi ripagava di tutte le lacrime versate. Abbracciai Gioia ed insieme coinvolgemmo un restio Marco ad unirsi a noi poi sorrisi a Giada e le mimai con le labbra un "Ti voglio bene".

*********
Mentre la vita era andata avanti io ero rimasta indietro. Marta era bellissima, una stupenda ragazza di 14 anni che stava sbocciando. Aveva gli occhi castani del padre ma stava cercando in tutto e per tutto di trovare una sua dimensione. Aveva due amiche fidate e speravo che prima o poi trovasse qualcuno che la amasse per la ragazza meravigliosa che era. Sapevo che stare con Ste e Giada era stata la cosa più bella che potesse capitarle ma a volte quando chiamava la mia migliore amica " mamma " era ancora un colpo al cuore. Mentre tutti erano andati avanti io ero rimasta la stessa. Nel posto in cui ero io non si invecchiava. Indossavo gli stessi vestiti del giorno in cui ero morta a Savona. Avevo 24 anni come allora ma me ne sentivo 50 in più perché ogni giorno che passava il macigno che avevo sul cuore era sempre più pesante. Come mi mancava mia figlia...potevo solo vegliare su di lei da lontano e neanche tanto quanto avrei voluto..e amavo con tutto il cuore il ragazzo che le aveva fatto da padre negli ultimi 10 anni..lui sarebbe sempre rimasto il mio unico grande amore.

*********
"Marta era felicissima"
"Anche Gioia"
"Marco meno...o quantomeno vuole un fratellino"
"Magari sono due gemelli...maschio e femmina..."
"Poi Ste? Il numero perfetto è tre..noi sforiamo già"
"Appunto. Quindi 4 o 5 è uguale"
"Certo amore"
"Lo sai che ti amo? E lo farò per sempre?"
"Anche io"

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