Mistletoe

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Erano stati invitati a casa di Jack Barakat per passare quella serata con gli amici, giusto per "cambiare la tradizione della cena di famiglia e svagarsi un po'"; queste erano le parole scritte sull'invito, almeno.
I quattro amici australiani avevano deciso di partecipare, considerando quell'idea buona per distrarsi un attimo dagli impegni quotidiani dovuti al lavoro e dalla distanza tra loro e le proprie famiglie.
Due componenti in particolare passarono il resto della serata insieme, tra diversi tipi di alcolici e bevande, seduti su un divano in disparte. Entrambi ormai erano brilli.
Calum non sapeva perché rideva come un idiota alle squallide battute di Michael, e Michael non sapeva perché le diceva, magari solo per sentire la risata interrotta spesso dai singhiozzi di Calum. E nessuno dei due sapeva perché erano seduti vicini, attaccati, anche se il divano era abbastanza largo.
Nessuno sapeva niente, quella sera.
Il moro reggeva la terza, se non quarta bottiglia di birra in mano continuando a ridere contro la spalla del rosso, sulla quale aveva poggiato la testa pochi minuti prima. L'altro invece continuava a parlare a vanvera, gesticolando con la mano sinistra mentre con la destra tracciava le lettere DSH tatuate sulla mano ambrata poggiata sul suo ginocchio.
Il loro "discorso" fu interrotto dall'arrivo di Casey, un loro amico che ha partecipato alla festa, messo peggio di loro a livello di sobrietà. Aveva in mano una piccola piantina verde. I due non capirono cosa fosse, finchè il ragazzo dai capelli neri non andò dietro di loro sollevandola sopra le loro teste.
Era un vischio.
Michael rise, scuotendo la testa più volte, il viso paonazzo.

-Non ci sperare, Moreta!- disse senza smettere di ridere, mentre Calum osservava perplesso il vischio, con la bocca semichiusa.

-Oh eddai, non ditemi che darvi un bacetto implicherà qualche cambiamento radicale nella vostra vita!- rispose il ragazzo, ridendo a sua volta.

-Magari sulla guancia...- si aggiunse Calum, l'aria assente.

-No, no! Se dovete darvelo le vostre labbra devono toccarsi.- specificò Casey.

-Mh, sei un rompicoglioni, lo sai?!- esclamò Michael, ancora in preda dalle risate. Quelle risate così prive di senso.

-Non me ne vado finchè non lo fate.-

-Senti, se facciamo solo toccare le nostre labbra, ti levi dal cazzo?- chiese il rosso. L'amico annuì.
-Bene. Cal, tu ci stai?-

Calum non sapeva bene cosa rispondere. Continuava a sorridere come un ebete, ma non sapeva esattamente cosa provava.
Forse l'unica cosa certa è che, se fossero stati sobri, lui non avrebbe mai accettato di farlo.

-Va bene, ci sto.-

Michael piegò un angolo della bocca per dar vita ad un sorrisetto.

-Alzati.- sussurrò a Calum, che lo guardò alquanto confuso. Visto che il rosso non gli dava spiegazione, decise di obbedire. Ma appena si alzò, barcollando leggermente, venne di nuovo spinto sulla poltrona, sta volta però sopra le gambe dell'amico.
I loro occhi si incontrarono. Stettero alcuni secondi in silenzio, guardandosi negli occhi senza accennare una qualche specie di movimento. Casey sbuffò spazientito.

-Volete muovervi o devo stare con questo coso sopra le vostre teste fino al prossimo Natale?- chiese ironico, ridendo. Una serie di singhiozzi uscirono dalla sua bocca.

Michael aprì la bocca per protestare, ma fu bloccato dalle labbra di Calum che si posarono subito sulle sue.
E quello che doveva essere un leggero tocco si trasformò in qualcosa di molto di più.
Le loro labbra cominciarono a muoversi lentamente, quasi timorose di compiere determinati gesti, ma incapaci di staccarsi. Il moro toccava delicatamente il petto del rosso con le dita, disegnando piccoli cerchi, mentre l'altro accarezzava i morbidi capelli corvini.
Le loro lingue non ci misero molto per incontrarsi, segnando così la fine per entrambi i ragazzi.
Il sapore dell'alcool si mischiò all'odore del fumo presente sui vestiti di Calum, ma quel bacio per loro rimaneva così stranamente dolce.
Sciolsero il bacio per riprendere fiato, le loro fronti erano unite, i loro respiri si fondevano. Le mani di Michael lasciarono i capelli neri, spostandosi per accarezzare, con tocco leggero, il collo di Calum, che rabbrividì. Ma lui non aveva freddo, anzi. Sentiva davvero molto, molto caldo.
Aprirono entrambi gli occhi, che nel mentre avevano chiuso, facendo perdere uno nel colore dell'altro.
Il ragazzo dai capelli corvini fece per alzarsi, ma prima di allontanarsi un altro piccolo e ingenuo bacio a stampo gli fu lasciato sulle labbra da parte del tinto. Quel gesto lo fece immobilizzare completamente.

-Wow ragazzi, e meno male che dovevano solo toccarsi, le vostre labbra!- esclamò Casey scherzando.

I due non si mossero, restarono lì, a guardarsi, sempre più consapevoli.

-Già.- risposero all'unisono.

Non sapevano se avrebbero ricordato l'accaduto il giorno dopo. Non sapevano se avessero mai parlato di nuovo di quel momento. Non sapevano cosa stava accadendo dentro di loro. Non sapevano perché lo avevano fatto. Non sapevano perché un'ondata di emozioni molto piacevoli gli aveva appena fatti affogare.
Ma in fondo, nessuno sapeva niente, quella sera.

Spazio autrice:
SALVE POPOLO!
Eccomi qua con la mia prima Malum. Be', che dire? Non ne sono per niente fiera, gnaw.
Poi, anche se ha superato le 600 parole, non riesco a considerarla una One-Shot decente. Per me è troppo, come dire... spoglia, ecco.
Per questo il termine Flashfic mi sembrava più appropriato.
Cercherò di migliorare.
Spero vi sia piaciuta nonostante sia scritta alla cavolo lol
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate c:

Un bacio,
~Aurih

Mistletoe || Malum Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora