'Le stelle cadenti sono la dimostrazione che si può essere bellissimi anche quando si cade'
{DA CORREGGERE}
Mi risvegliai in una stanza mai vista in vita mia, e appena provai ad alzarmi sentii un forte dolore alla nuca. Appena ci riprovai vidi di fronte a me un ragazzo. Aveva degli occhi glaciali che mi scrutavano cercando una qualche mia reazione.
"E tu chi sei?" chiesi allarmandomi e indietreggiando fino ad andare a sbattere sulla tastiera di quello scomodo letto.
"Per ora non serve che tu sappia chi sono" rispose alzandosi e mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Almeno puoi dirmi dove sono e cosa ci faccio qui?" chiesi ancora grattandomi la nuca per il dolore.
"E perché mi fa così tanto male la nuca?" aggiunsi seccata dalla situazione.
"Non posso dirti né dove sei, né come ci sei arrivata. Ogni cosa al suo tempo. Però posso dirti come ti sei fatta male. Mentre ti stavo portando qui ti ho fatto accidentalmente andare a sbattere con la testa ad un palo. Ti ho curata con il mio sangue, non preoccuparti" spiegò con una naturalezza incredibile.
"I-il tuo sangue?" chiesi balbettando confusa chiudendo gli occhi per un attimo.
"Esatto, e, prima che tu mi chieda qualcos'altro, ti ripeto ancora una volta che ogni cosa viene al suo tempo" mi lasciò da sola in questa stanza, ancora più confusa di prima. Cosa diamine stava succedendo? Forse era solo un brutto incubo...mi diedi un pizzicotto e feci una smorfia di dolore. Quello non era un incubo, era tutto vero.Dopo quelle che mi sembravano ore -in cui mi annoiavo a morte-, il misterioso ragazzo fece la sua comparsa con in mano un hamburger ed un bicchiere d'acqua.
Si avvicinò a me dandomi il panino e mi porse il bicchiere. Cominciai a mangiare sotto il suo sguardo attento, e dopo un po' cominciai ad infastidirmi.
"Potresti evitare di fissarmi?! Mi infastidisci!" dissi sbuffando e guardandolo negli occhi.
"Stammi bene a sentire ragazzina, anche se mi hanno incaricato di proteggerti non vuol dire che tu non debba avere paura di me, ne che tu non debba portarmi rispetto. Quindi, o moderi i toni, o ti ritroverai nei guai" mi avvertì lanciandomi un'occhiata di fuoco ed uscendo dalla stanza. Rimasi spiazzata dalle sue parole. Per quale motivo doveva proteggermi? E chi si credeva di essere per parlarmi in quel modo?Passai la serata a leggere uno stupido libro trovato sullo stupido comodino nella mia stupida camera, fin quando non mi venne bisogno di fare la pipì.
Mi avvicinai alla porta e provai ad aprirla, ma -naturalmente- il ragazzo la chiuse a chiave.
"Ragazzo misterioso!" urlai per farmi sentire. Non sapevo il suo nome quindi lo chiamai nel primo modo che mi venne in mente. Stavo per richiamarlo quando sentii il rumore di una serratura aprirsi e una maniglia girarsi.
"Cosa vuoi, ragazzina?" chiese con tono strafottente da vero idiota.
"Non provare mai più a definirmi un idiota" disse avvicinandosi minacciosamente a me. Come faceva a saperlo? Non l'avevo mica detto ad alta voce?!
"Non lo hai detto ad alta voce, so leggere nel pensiero" disse ancora incrociando le braccia aspettando una mia reazione.
Non volevo dargli il piacere di vedermi confusa, quindi mi finsi indifferente.
"Devo andare in bagno" dissi cambiando discorso.
"Terza porta a sinistra" si fece da parte per farmi passare ed io uscii velocemente dalla stanza.
"E ti avverto che se proverai a scappare ti troverò e non avrò pietà!" aggiunse urlando per farsi sentire.Stai calma Grace, andrà tutto bene. È solo un maniaco, Grace, tranquilla.
Oh, giusto, meglio non pensare queste cose, lui, si insomma...legge nel pensiero.
"Esatto, quindi non pensare queste cose e sbrigati!" urlò ancora facendomi ridacchiare, anche se era l'ultima cosa che avrei dovuto fare.
Finii di fare la pipì e mi lavai le mani, poi tornai nella stanza dove c'era lui ad aspettarmi.
"Hai finito?" chiese appena mi vide entrare nella stanza.
"Si" risposi. È ovvio, altrimenti sarei ancora in bagno!
"Volevo esserne sicuro, ragazzina" oh giusto, i pensieri...
Sbuffai e andai a sdraiarmi sul letto sotto il suo sguardo confuso.
"Non vieni sotto?" chiese aggiustandosi il ciuffo di capelli con la mano.
"Me lo hai chiesto?" ribattei con tono di sfida.
"No, pensavo me lo avresti chiesto tu, ma se non vuo..." non gli diedi il tempo di finire di parlare che lo interruppi.
"Nono, va bene. Andiamo"Quella casa non era come me la aspettavo. Era moderna con i mobili tutti bianchi e neri -tranne la mia camera ovviamente, che a confronto era una topaia- e c'erano delle grandi finestre da dove entrava la luce.
Guardai il ragazzo misterioso mentre andò a sedersi sul divano e lo seguii. Non sapevo cosa fare, quel ragazzo faceva paura.
"Puoi fare quello che vuoi tranne andare in cucina, e comunque è il mio hobby incutere terrore" disse prendendo il telecomando per accendere la televisione al plasma.Non mi sarei abituata mai a questa cosa dei pensieri, e poi, come diavolo faceva a leggermi nella mente?
"Lo scoprirai tra un paio di giorni, ragazzina" sbuffai e mi sedetti sul divano pronta a guardare spongebob.
Aspetta un momento. Stava sul serio guardando spongebob?
"Si, mi piace spongebob. Perché, a te no?" chiese guardandomi per la prima volta negli occhi.
"Emh, si. Ma non mi immaginavo che a te piacesse" risposi togliendo lo sguardo e guardando quel cartone animato.Non dovevo pensare a cose che lui non doveva sapere perché riusciva a leggere nel pensiero ed era uno svantaggio.
"A cosa non devi pensare, ragazzina?"
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Take My Heart. [BOOK ONE]
VampireMi strinse forte come se fossi tutta la vita e mi volessero portare via. Mi strinse sentendo che io ero tutta la vita che poteva esserci per lui. Ed in effetti era così. Io ero tutta la vita che poteva esserci per lui, e lui lo sapeva. Avrebbe fatto...