Mi siedo sul letto, sporco e pieno di ragnatele, cercando di raccogliere i pensieri che mi affollano la mente. L'ombra mi ha parlato, eppure le sue parole mi sembrano lontane, incomprensibili, come un eco che risuona nel mio subconscio ma che non riesco a decifrare. Non capisco perché mi ha detto ciò che ha detto, o cosa voglia da me. La sensazione di essere completamente in balia di qualcosa di oscuro, che non posso controllare, mi strazia dentro. Ogni tentativo di trovare una logica, di mettere ordine nel caos che mi sta sopraffacendo, fallisce miseramente. La confusione mi divora, e ogni pensiero che cerco di formulare si infrange contro il muro di incertezza che mi circonda.
Alzo lo sguardo. L'ombra non c'è più. Se n'è andata, lasciandomi di nuovo sola. La solitudine, quella vecchia conoscenza che pensavo di aver superato, mi abbraccia di nuovo, ma stavolta con una forza maggiore. Come un'onda che risale, mi travolge e mi lascia sospesa. Una rabbia silenziosa cresce dentro di me, mentre mi chiedo: perché io? Perché devo affrontare tutto questo? Eppure, non c'è nessuna risposta. Non ancora.
Non posso fare altro che pensare a tutto ciò che è successo, ai ricordi che affiorano lentamente come se fossero strani sogni dimenticati. Mi rivedo bambina, e ricordo le cose strane che accadevano intorno a me. I fenomeni che non riuscivo a spiegare. Come quei momenti in cui le cose si spostavano da sole, o le ombre che si allungavano in modo innaturale. Non ero normale. E oggi, qui, in questo posto che mi trattava come un animale selvatico da contenere, mi rendo conto che quella sensazione di non appartenenza è la stessa di sempre. Non sono mai stata come gli altri.
Dopo una lunga giornata di domande senza risposta, mi sdraio, sperando che il sonno possa offrirmi qualche illusione di pace. Ma anche quando gli occhi si chiudono, non trovo riposo. Il mio corpo è esausto, ma la mia mente è in continua agitazione, come se qualcosa stesse per accadere, qualcosa che non posso fermare.
Il giorno seguente mi sveglio. I medici mi dicono che posso andare a casa. La mia mente fatica a crederci, ma non ho tempo per riflettere. Mi alzo, prendo le mie cose e senza nemmeno un pensiero per l'ospedale, inizio a camminare verso casa. E la cosa strana è che, mentre cammino, non sento quella sensazione di paura che mi avrebbe preso prima. In qualche modo, mi sento... liberata. Forse per la prima volta, spero davvero che la mia vita torni alla normalità.
Casa mia, quella che pensavo di conoscere, si staglia all'orizzonte. Ma mentre mi avvicino, una strana sensazione mi serra il petto. La casa sembra diversa. E più mi avvicino, più quel senso di inquietudine cresce. Vedo una figura che conosco, una ragazza della mia scuola, Megan. Decido di salutarla, pensando che forse anche lei è contenta di vedermi fuori di lì.
"Ciao Megan, come stai? Da quanto tempo!" dico, cercando di mantenere un tono amichevole. Ma Megan mi guarda, e il suo sguardo non è quello che mi aspettavo. Non c'è felicità o sorpresa nei suoi occhi, solo... confusione. E un po' di paura.
"Scusa, come fai a sapere come mi chiamo? Io... io non ti conosco."
Le sue parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. Come può non riconoscermi? Eravamo compagne di classe per anni. La gente non dimentica così facilmente.
"Megan, sono io, Kara. Abbiamo fatto cinque anni di scuola insieme!" ripeto, cercando di farle capire chi sono. Ma lei non mi ascolta. Il suo sguardo si fa più inquieto, e senza dire una parola, si gira e se ne va correndo. Il mio cuore inizia a battere forte nel petto. Cosa sta succedendo? Perché non mi riconosce?
Mi sento persa, e, senza pensarci troppo, entro in casa. Ma ciò che trovo dentro non ha nulla a che fare con la casa che avevo lasciato pochi giorni fa. Le pareti sono annerite, il pavimento è coperto di polvere e ragnatele. Non ci sono più mobili, né porte, né finestre. Al loro posto, c'è solo il vuoto, una casa che sembra essere stata abbandonata da secoli. I topi corrono freneticamente da un angolo all'altro, mentre scarafaggi si muovono senza fretta su ogni superficie. Non riesco a comprendere cosa sia successo.
Chi è venuto qui? Chi ha portato via tutto? Perché non riconosco più la mia casa?
Il panico inizia a salire. La mia mente è un turbine di pensieri e domande, ma nessuna risposta. Decido di andare dalla mia vicina di casa, la signora Pia, nella speranza che lei possa darmi qualche spiegazione. La signora Pia è una di quelle persone che sembrano sapere sempre tutto di tutti. Se qualcuno ha visto qualcosa, è sicuramente lei.
Suono alla sua porta e lei mi apre, guardandomi con un'espressione confusa. "Salve signora Pia, posso sapere cos'è successo a casa mia? Lei ne sa qualcosa? Ha visto qualcuno?"
La sua risposta mi lascia senza fiato. "Signorina, ti sarai sbagliata. In quella casa non ci abita nessuno da più di vent'anni. Non può essere casa tua. Ti sarai confusa, qui le case sono tutte uguali."
Ma non è possibile! Sono stata via solo per pochi giorni, e quella è la mia casa. Non può essere... Non può essere cambiata così. "Impossibile. Ne sono sicura. Sono stata via solo per un paio di giorni."
La signora Pia mi guarda con diffidenza, e inizia a fare un passo indietro. "Non so cosa stai dicendo, ma ti consiglio di andare via." Mi guarda in modo strano, come se stessi dicendo cose assurde.
Il mio cuore inizia a battere forte. L'agitazione cresce, e presto mi trovo a perdere il controllo. Gli occhi mi si fanno neri, le mani mi sudano. E poi, tutto esplode. Le auto parcheggiate davanti alla casa iniziano a rompersi, i finestrini a frantumarsi uno dopo l'altro. Un'incredibile forza sembra scorrere in me, come se fosse finalmente arrivato il momento di scatenare quella potenza che ho sempre cercato di tenere a bada.
La signora Pia corre spaventata dentro casa, cercando di chiamare la polizia. Io non so cosa fare. L'unica cosa che mi resta da fare è correre via da lì, allontanarmi prima che la situazione diventi irreparabile. Ma mentre corro, sento sirene in lontananza. La polizia sta arrivando. Ma ormai è troppo tardi. Sono sola. Senza genitori, senza amici. E la mia vita non è più quella di prima. Dove posso andare? Cosa posso fare? La tempesta dentro di me non accenna a placarsi, e il mondo fuori sembra essere impazzito.
Senza una casa, senza una famiglia, senza una via d'uscita, mi sento intrappolata in un incubo senza fine. E non so se riuscirò mai più a trovare la pace.

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La sconosciuta
ParanormalKara è una ragazza che vive da sola, convinta di essere come tutte le altre. Ma un giorno, una misteriosa telefonata cambia la sua vita per sempre. Scoprirà di non essere umana come pensava, e quella voce enigmatica al telefono le rivelerà la verità...