Capitolo 2

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"Chloeee" sentii urlare il mio nome in mezzo alla folla ed alla confusione che si agitava intorno a me. Il vociferare era continuo e persistente tanto quanto i gruppi di persone che correvano su e giù nell'ampio atrio.
Cercai di seguire la voce che continuava a chiamarmi mentre cercavo di schivare le tante persone che a passo svelto, munite della loro ventiquattro ore e di un completo perfettamente stirato, si spostavano nelle varie aree dell'aereoporto.

"Chloe! Finalmente!" mi sentii tirare per un braccio per eliminare l'ultima distanza che ci separava, in questo caso un omaccione pelato dalla statura imponente che sembrava non avesse la minima intenzione di spostarsi, anche solo leggermente.

"Mamma" l'abbracciai forte.
"Tesoro mio, tesoro mio" mi strinse ancor di più lei, sussurrando le parole vicino il mio orecchio. "Quanto mi sei mancata piccola mia".
"Mamma" le presi il viso tra le mani e la guardai negli occhi per poi alzarli al cielo sorridendo "Mamma, ho 17 anni e mi hai chiamata e richiamata ad ogni ora di ogni giorno, veramente hai sentito la mia mancanza?"

Lei passò dall'avere un' espressione confusa, ad una meravigliata fino a farmi il broncio arrabbiata.
"Chloe tu per me ne hai dieci di anni" mi rispose mettendosi le braccia sulla vita.
"E sei la mia bambina! Non puoi starmi lontana di casa per così tanto tempo! Con che coscienza ti ho lasciato andare tre settimane in Italia?" continuò.

"Resterò bambina per sempre...Sto vivendo il sequel della vita di Peter Pan mamma"
"Oplà! Solo un po' di polvere di fata! Ee ora cercate di sognar...Sol chi sogna può volar...Riproviamo, riproviamo! Accipicchia, ma voliam..." abbozzò canticchiando.

"Okay basta" le tappai la bocca con entrambe le mie mani "Andiamo a casa" presi l'iniziativa prima che lei potesse sfoggiare il suo intero repertorio dei grandi classici.
***
Mi buttai a peso morto sul mio letto, decisamente la parte che preferivo della casa e che mi era mancata di più.

"Quanto mi sei mancatoo" bisbiciai le parole contro il cuscino.
Pur volendo godere ancora della morbidezza del mio materasso mi alzai senza voglia da questo, promettendogli che presto sarei ritornata ad accocolarmi su di lui.

"Vado in doccia!" urlai a mia mamma mentre afferravo l'accappatoio e dei vestiti puliti dal mio armadio.
Non aspettai risposta che mi chiusi nella piccola stanza ed aprii subito l'acqua calda nella doccia.

Mi auto concessi due belle insaponature e mentre risciacquavo la schiuma residua sul mio corpo sotto l'acqua, non resistii al desiderio di cantare.
Non che fossi una cantante eccellente, la mia voce era quel che era, pur sempre sopportabile.

Chiusi l'acqua e mi infilai velocemente dentro all'accappatoio, mi asciugai e mi cambiai, notando nel frattempo che la mia pelle si era scurita durante la mia permanenza in Italia.

"Bene! Al tuo ritorno a scuola non sembrerai più cadaverica!" apprezzò la mia coscenza.

Questa volta le diedi ragione, la mia carnagione abituale è fin troppo chiara.
Tale madre tale figlia.

"Chloeee" sentii urlare il mio nome dal piano di sotto.
"Mary Jennifer Lawrence" urlai di rimando ridacchiando al pensiero dell'occhiataccia che presto mi avrebbe fulminato.

"Come mi hai chiamata?" mi guardò sott'occhi mia madre quando entrai in cucina e fui difronte a lei.
"Con il tuo nome" mi avvicinai per baciarle una guancia "Mmh che odorino delizioso, cos'hai cucinato di buono?"
"Pollo con patate e...Non sopporto quando tu mi chiami con il mio nome completo" mi picchiettò con due dita una guancia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21, 2016 ⏰

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