Sono un uomo morto

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"Bella stronzata che hai fatto Luca!" mi dico uscendo dalla sala professori. Me lo ripeto scendendo le scale, poi attraversando l'atrio e, infine, ad alta voce raggiungendo Alice, Riccardo e Massi, abbarbicato come al solito alla sua ragazza, Simona, che continua a tormentarsi i capelli ricci cotonati, col ciuffo. Siamo un bel gruppo. Alla moda anche. Timberland d'ordinanza. Vestiti Naj-Oleari o Best Company. Jeans Levi's 501 oppure El Charro. D'inverno il bomber oppure il piumino Moncler. Ogni giorno zaino Invicta. E sopratutto i cari vecchi Dr Marten's. Ce li ho anch'io nonostante mia madre abbia sempre cercato di nascondermeli  o di buttarli via da quando avevo quindici anni.
Il nostro gruppetto è tutto lì. Ah... manca Monica, la mia ragazza, che è più grande di me di un anno e già va all'università. E se la tora perché ascolta i Police, Lou Reed, il Boss e Battiato che canta "tra Beethoven e Sinatra preferisco l'insalata".
Massi, il mio migliore amico, sta litigando col pedale dell'accensione del vespino. Lui è lo studente che detiene il record italiano di nonni morti: 35 poveri vecchietti sacrificati per dribblare le interrogazioni! Quando suo nonno se n'è andato per davvero, dato che a Roma nevicavada tre giorni - un evento storico -, la scuola era chiusa. Più sfiga di così. Un sacrificio inutile.
<<Bella cazzata che hai fatto>> è quello che mi dice anche Massi. Per poi infierire crudelmente: <<Se Martinelli ti promuove, l'anno prossimo l'Ascoli vince la Coppa dei Campioni>>.
Sono spacciato.
<<Fammi andare, va'>> mi dice spintonandomi quando riesce finalmente ad accedere la sua vespa giallorossa, l'unica con le figurine di Bruno Conti e Ubaldo Righetti incollate sopra <<che se la Carogna esce e ci vede assieme mi sega pure a me! Dài, Simona, te dai 'na mossa che annamo?>>
Simona sta chiacchierando con le amiche lì vicino. Le saluta ridendo <<Scusatemi,ma ho ricuvuto un elegante invito da premio Nobel dell'educazione. Ciao, Alice, ti chiamo dopo>>.

Anche Alice non vuole credere alle sue orecchie. Alice è la mia migliore amica. Il destino ha voluto metterci seduti vicini il primo giorno di scuola della prima elementare e, da allora è una tradizione quella di stare di banco insieme. Parlare con lei degli argomenti più disparati sdraiato sul divano bevendo uno Yoga alla pera è una delle cinque cose più belle al mondo!
Quel pomeriggio vado da lei. Disperato. Stiamo in camera sua. è Una stanza molto graziosa. Con il letto sul soppalco. C'è pure una sua gigantografia: il suo volto riprodotto in quattro riquadri colorati, come in quella famosa di Marilyn in quella famosa opera di Andy Warhol.
Mi passa i succo di frutta. Alla pera.
E cerca di essere pratica.
Per ALice ho solo tre possibilità di salvarmi.
Uno: il buco dell'ozono si allarga e ci stermina tutti.
Due: un meteorite gigante passa attraverso il buco dell'ozono e bamm si schianta sulla casa della Carogna, rimbalza, abbatte i Ministero della Pubblica Istruzione e gli esami vengono annullati.
Tre: devo chiudermi in casa a studiare... studiare... studiare-
Delle tre, quest'ultima mi sembra subito l'ipotesi più improbabile.
Sono sicuro che mi bocceranno per la grandissima stronzata che ho fatto. Bene che vada sono uno che aspira al 40, 42 al massimo. Ma ora mi sono rovinato con le mie stesse mani!

La mia ultima spiaggia, l'unico che può davvero capirmi è Riccardo, il mio migliore amico... Sì, lo so, l'ho già detto per Massi e Alice... c'ho tre migliori amici... mica si può fare l'hit parade dell'amicizia!
Il mio terzo amico del cuore, come al solito, giocando l'ennesima interminabile partita di Subbuteo, mi consiglia di fregarmene: <<Ma che ti frega, Luca! Hai fatto la primina, no? Torni in pari. Non è mica morto nessuno! Una bella cannetta e passa tutto!>>.
Facile a dirsi per lui, mezzo francese e mezzo pazzo, visto che non credo esista niente al mondo capace di scuoterlo. Geniaccio a scuola nonostante non studi praticamente mai, Riccardo ha un'atteggiamento fatalista verso qualsiasi cosa. Dice sempre che se deve succedere qualcosa, succederà! Cammina come Micheal Jackson nel video di Thriller ed è pettinato come Awana Gana. Saràper questo che ha sempre una canna in tasca, è particolarmente aggressivo e guida come uno schizzato: è l'unico tra noi ad avere la patente e le sere che può prendere la macchina del padre scattano spedizioni a Saturnia per farci i bagni caldi e sulfurei o altre allegre scorribande.
Eccoci di nuovo tutti insieme, al solito bar della solita piazzetta, il nostro luogo di ritrovo.
Io sono sempre più depresso.
So bene che tutti loro avrebbero mandato volentieri a quel paese Martinelli. Ma l'unico coglione che l'ha fatto sul serio sono io!
Massi continua a cazzeggiare. Dice che forse è il caso di non farci vedere più insieme, soprattutto dal prof Martinelli. Insomma, si dissocia da me!
Simona ci prova ance a farlo smettere ma quando Massi comincia col cazzeggio, bisogna sparargli per fermarlo. Massi è il più simpatico cazzaro che abbia mai conosciuto in vita mia, stupidamente generoso e con una propensione a cacciarsi nei guai fuori dal normale. Simona per il nostro gruppo è soprattutto la ragazza di Massi. Credo che  nessuno di noi abbia mai avuto il suo numero di telefono, anche perché lei abita in un palazzo che si affaccia proprio sulla "nostra"piazzatta, perciò praticamente ogni giorno ci ritroviamo sotto casa sua.
Per tirarmi su il morale Massi mi ricorda dell'appuntamento di stasera. Lui farà il DJ in una mega villa fuori Roma, sull'Appia, e ci farà imbucare tutti alla festa per i diciott'anni di una sconosciuta. Consumazioni gratis e musica a palla!
Ma a me in quel momento non me ne può fregare si meno. Ho preso una decisione. Lo giuro anche davanti ai miei amici: divernterò una monaca di clausura, un frate trappista e mi chiuderò in casa fino al giorno dell'esame. Proclamo solennemente che d'ora in avanti studierò, sempre studierò, fortissimamente studierò ("Bravo, legati alla sedia come Vincenzo Alfieri" chiosa Massi "ma prima spegni la televisione"), e poi me ne vado, lasciandoli tutti lì.
Appena rientrato a casa ricevo due telefonate abbastanza inquietanti  che mi mettono di pessimo umore. Monica, mettendo in campo il suo irritante spirito da crocerossina, prima si dice disposta ad aiutarmmi a preparare gli esami, e poi, non paga, mi richiama per convincermi a risolvere la questione parlando l'indomani con Martinelli e chiedendogli scusa. Riccardo mi assicura che se lo faccio non mi rivolgerà più la parola.
Sono senza parole.

Non potevo ancora sapere che quello era solo l'inizio del periodo più incredibile della mia vita. E che i dieci giorni che mi separavano dalla notte prima degli esami non li avrei più dimenticati.






Notte prima degli esamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora