12.

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Harry era appena arrivato allo Starbucks, le 16:00 in punto. Si alzò sulle punte per cercare di intravedere Louis, ma di lui nessuna traccia.
Uh, sarà di sicuro in ritardo. Pensò.
Harry si andò a sedere in un tavolo appartato del negozio e aspettò. Non sapeva nemmeno lui per quale strano motivo aveva deciso di incontrare Louis così presto, il suo intento era quello di non incontrarlo mai, ma poi con il concerto sarebbe successo comunque.
"Harry!" Ad un certo punto si sentì chiamare e vide un ragazzo decisamente basso correre verso di lui, Louis.
Il più alto sorrise involontariamente, cavolo se è bello pensò.
"Lou!" Disse sorridendo mostrando la sua dentatura perfetta.
Il cuore di Louis perse un battito e giurò a se stesso che quello era il sorriso più bello che mai avesse visto sulla faccia della terra.
Dopo aver ordinato due cappuccini i ragazzi si ritrovarono seduti uno di fronte all'altro, l'imbarazzo era nell'aria, così come il silenzio che non era intenzionato a rompersi.
Alla fine di cinque minuti circa, che sembrarono interminabili, Louis parló.
"Allora Styles, come mai hai voluto vedermi?"
"Sinceramente...non lo so." Ammise il riccio.
"Di persona sei molto più bello." Sorrise sinceramente senza però perdere quel tocco di malizia Louis.
"E tu, caro Tomlinson, sei molto più fuckboy." Un ghigno si formò sulle labbra di Harry.
"Mi odi proprio, eh?" Chiese Louis mettendo il broncio e Harry lo trovò adorabile.
"Nah, semplicemente non ti sopporto." Rispose.
"Eppure siamo qui, seduti ad un tavolino di un maledetto Starbucks a parlare. E tu mi hai invitato qui!" Louis si avvicinò per quanto possibile al ragazzo di fronte a lui e se non fosse stato per il tavolo che li separava le loro distanze sarebbero state completamente annullate.
"Mi annoiavo e volevo sapere se nella vita eri una persone con cui si potesse andare d'accordo ma a quanto pare..." Sospirò Harry.
"A quanto pare, cosa? Mi trovi tremendamente attraente e mi vorresti nel tuo letto subito?" Sorrise malizioso Louis.
"Nemmeno nei tuoi sogni più selvaggi, morto di-mh...fammi stare zitto." Harry roteò gli occhi quasi scandalizzato. Quelle battutine da uno schermo non lo smuovevano quasi ma trovarsi quei due oceani blu davanti con un luccichio malizioso era tutta un'altra cosa. Sentiva il fiato mancargli e il cervello andargli in tilt.
"Ci siamo imbambolati, principessa?"
"Principessa ci chiami tua sorella!" Esclamò Harry.
"Chi delle tante?" Disse ridendo Louis.
In quel momento arrivó un cameriere che gli portó le loro ordinazioni, Harry lo ringraziò sorridendo e appena se ne andò Louis parló.
"Non flirtare in quel modo con la gente, sai, divento geloso facilmente."
"Sai non so cosa farci se non sai controllarti e poi io non ti appartengo." Disse Harry sorseggiando.
"Solo tu mi lasci senza controllo." Louis era di nuovo vicino, solo il tavolo a separarli, e i suoi oceani blu erano incatenati nei prati verdi di Harry.
Il respiro mancò per un attimo a tutti e due finché Harry non riprese il controllo della sua lucidità e si allontanò.
"Fammi una domanda..." Sussurrò flebile.
"Mh, ti piace la notte?" Chiese Louis curioso.
"Amo la notte, quando è estate vado sempre sul terrazzo di casa mia a guardare le stelle, le conto, anche se è impossibile, le unisco creando milioni di costellazioni nuove, e penso."
"A cosa?" Louis era come incantato.
"A tante cose...troppe." Harry sorrise, ma a Louis sembrò quasi un sorriso amareggiato. Forse si rese conto di non conoscere nulla del ragazzo di fronte a lui.
"Hai mai amato?" Chiese Harry cogliendolo alla sprovvista.
"Io...io credo di...no, non ho mai amato nessuno." Disse Louis abbassando lo sguardo.
"Ma non credo nemmeno che nessuno abbia mai amato me."
Harry capì che forse dietro quel ragazzo arrogante c'era qualcosa di più, qualcosa che valeva la pena scoprire. Ed era intenzionato a farlo, avrebbe scoperto cosa si gelava dietro il maggiore.
"P-perchè?" Chiese quasi in un sussurro.
"Perché non mi sono mai sentito amato come si deve, mai nessuno mi ha accettato con tutti i pregi e difetti. Nessuno ha mai preso il pacchetto completo di Louis Tomlinson, solo il bello perché insomma le cose brutte a nessuno piacciono."
"A me si." Le parole uscirono dalla bocca senza che Harry potesse controllare il suo cervello, la sua mano si mosse quasi da sola verso quella di Louis e prese a carezzarla piano.
"Io...grazie." Disse Louis.
Nessuno dei due sapeva perché ma andava bene così. Per ora gli bastava quello.

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