16.

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Venerdì era arrivato prima di quanto i due ragazzi potessero accorgersene. Quella tiepida mattina di marzo si era portata dietro anche l'ansia che i due avevano già alle 8:00 del mattino.
Le solite domande che passavano nella testa di ogni ragazzina che esce con il suo primo amore per la prima volta erano le stesse che occupavano i loro pensieri in quel momento.
'Per quale motivo sto cercando di essere carino per lui? Insomma, nemmeno mi piace.' Harry non riusciva a darsi una spiegazione, davvero non capiva da dove usciva tutta quella voglia di farsi notare dal maggiore.
D'altro canto Louis sapeva più che bene perché voleva apparire bello per il minore. Sapeva che il suo carattere non era dei migliori perciò era costretto a puntare ad altro.


"Sei davvero venuto a prendermi, non posso crederci." Harry era seriamente stupito alla vista  della macchina di Louis sotto casa sua.
"Comunque ho organizzato tutto io, perciò hai due opzioni, mi fai guidare la tua macchina, prendiamo la mia, scegli." Harry sorrise a vedere il viso di Louis con gli occhi e la bocca spalancata.
"La tua, mai toccherai la mia bambina." Louis fece il giro dell'auto e raggiunse Harry affiancandolo sul marciapiede.
"Sai, se non fosse per il tuo animo da fuckboy potrei anche trovarti carino." Disse Harry sorridendo mentre teneva una mano sul fianco del ragazzo e l'altra tra i capelli. Louis si limitò a sorridere tra i denti. Sapeva che in fondo Harry teneva a lui.

"Mi hai portato in ristorante italiano, tsa! Lo sapevo che ti serviva per l'appuntamento!" Urlò Louis evidentemente troppo esaltato appena Harry parcheggiò davanti al luogo del loro primo appuntamento. 
"Si ma ora calmati, sarai comunque tu a pagare." Sorrise furbo Harry mentre si toglieva la cintura.
"Cosa? Ma..." Louis strabuzzò gli occhi e quasi si strozzò con la sua saliva.
"Che c'è? Tirare fuori i soldi non rientra nelle priorità dei fuckboy?"
Louis fece per controbattere ma fu interrotto da Harry.
"Ah no, mi sono confuso con gli sugar daddy, scusa." E poi scese dall'auto, lasciandosi alla spalle un Louis traumatizzato.
"Muoviti, scendi da lì che ho fame." Harry comandò aprendogli la portiera. 
"Bonjour finesse." Disse Louis rifilandogli uno sguardo truce.

"Così mi hai portato in un ristorante italiano solo perché ti ho detto della   lasagna?" Louis iniziò a parlare mentre faceva scorrere lo sguardo sul menù.
"Esattamente." Harry dall'altro lato del tavolo sembrava molto più impegnato a guardare il ragazzo di fronte a se invece di scegliere un piatto.
"C'è una cosa che però tu non sai." Louis posò il menù sul tavolo e si fece più vicino al ragazzo.
Harry assunse un espressione preoccupata mentre sibilava un appena udibile "Cosa?"
"Io ho una strana malattia..." iniziò il più grande
"Cosa? Dio Louis mi dispiace, avresti dovuto dirmelo avremmo fatto altro." Harry si agitò sul posto metre i sensi di colpa iniziavano ad assalirlo.
"Shh, non mi hai nemmeno fatto finire." Louis sorrise quasi dolcemente.
"Continua"
"Tutte le volte che entro in un ristorante italiano finisco sempre a mangiare la pizza, perciò ciao ciao lasagne."
"Vaffanculo, Lou, ok? Sei uno stronzo." Harry si sfogò, si era davvero preoccupato per nulla.
"Hahaha mi dispiace, lo sai che ti voglio bene." Louis sorrise, questa volta sinceramente.
"Si, certo, ora ordiniamo."

La cena era passata bene, fortunatamente erano riusciti a non insultarsi più di tanto, ora si ritrovano sulle rive del Tamigi a guardare il cielo stellato.
"Chissà come si sentono gli uccelli quando volano nel cielo?" Chiese Louis mentre la sua testa era poggiata sulla spalla di Harry, ora si trovavano seduti su uno dei prati verdi lungo le rive del fiume.
"Liberi." L'affermazione di Harry suonava più come una domanda ma Louis non ci fece caso, poteva anche risultare stupida come risposta ma a lui andava più che bene.
"Sai, non mi dispiacerebbe passare le giornate così con te." La voce di Harry ruppe quel silenzio che si era creato.
Il sorriso di Louis ruppe il buio della notte.
Perché in fondo, nemmeno a lui dispiaceva stare così con Harry.
Solo lui, Harry e la luna.


Posto questo capitolo ad un'ora quasi indecente, nemmeno tanto ma va beh. Il prossimo capitolo sarà di nuovo a messaggi. Lo so che non è granché ma capite anche che questa storia non è fatta per avere capitoli lunghi, se non mi soffermo nei dettagli è appunto per questo.

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