Capitolo 1

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Me ne stavo lì seduta a fissare la mia immagine allo specchio, alla ricerca di qualsiasi somiglianza con mia madre. Scrutai con attenzione la particolare sfumatura di biondo del mio perfetto caschetto, la linea dritta del naso fino alla punta leggermente all'insù per poi ritornare agli occhi, del colore dell'acqua marina, così mi hanno detto, io non l'ho mai vista. Occhi particolari, abituati a non vedere la luce del sole. Occhi, che di generazione in generazione si sono adattati a vedere al buio, dato che la nostra popolazione dopo la terza guerra mondiale, per poter sfuggire agli attacchi dei nemici, si è rifugiata nei sotterranei delle città e lì ha ricreato un governo, una società con annessi e connessi e non è mai più uscita all'esterno. Occhi, uguali a quelli di mia madre, una madre che non ho mai conosciuto.

Rimasi ancora un istante a fissarmi e sobbalzai quando la porta della mia camera sbatté di colpo.

<<Andrew maledizione!Vuoi farmi morire dallo spavento?!>>

Intercettai lo sguardo di mio fratello nello specchio e vidi che stava sorridendo

<<E' sempre bello vedere la faccia che fai quando ti spaventi!>>

Mi raggiunse alle spalle appoggiandoci le mani sopra, era molto più alto di me, tanto che appoggiò il mento sulla mia testa senza sforzo.

Guardai la sua immagine molto simile alla mia, stesso colore di capelli ma tagliati a spazzola e stessi occhi. Spesso ci scambiavano per gemelli, anche se avevamo quattro anni di differenza.

<<Cosa vuoi?>>

<<Un fratello non può essere affettuoso con la propria sorella?>>

Mi divincolai e mi girai per averlo di fronte <<No, di solito hai bisogno di qualcosa quando fai così>>

Sogghignò <<Siamo di malumore oggi?>>

<<Cosa te lo fa pensare?>> misi le mani sui fianchi

<<C'entra qualcosa la discussione avuta con papà ieri sera?>>

Distolsi lo sguardo da lui. Nostro padre, sindaco in carica della nuova New York sotterranea, pensava, anzi era pienamente convinto, che un matrimonio di convenienza sarebbe stato utile alla sua carriera politica, tanto da aver già scelto per me, John Stone junior, figlio del generale (e suo braccio destro) John Stone senior, a capo dell'esercito che protegge e sorveglia tutti gli ingressi della città dall'esterno, cosa stupida secondo me, dato che nessuno aveva mai provato ad entrare.

Da quanto ne sapevo, la città esterna era un cumolo di macerie e nessuno ci viveva più da anni.

<<Si, odio John e la sua aria di superiorità e poi è passato un secolo dall'ultima volta che l'ho visto e papà ha deciso di farci sposare!SPOSARE?!Ti sembra una cosa da poco?>>

<<Le mie amiche lo trovano attraente però e poi devi pensare alla tua città e a quello che ne consegue>> sentenziò mio fratello

<<Non ho detto che è un brutto ragazzo, odio il suo pensare di essere superiore a tutto e tutti>>

Alzò le spalle in segno di resa <<Come vuoi Allison, magari ora è diverso, un anno in missione può cambiare una persona! Comunque ero venuto per avvisarti che tra poco verrà qui a cena e papà ha detto di farti bella>>

Detto questo, girò sui tacchi e uscì di corsa dalla stanza, afferrai una bottiglietta di profumo dal comodino lì accanto e la tirai contro la porta che si chiuse alle sue spalle.

Emisi un urlo frustrato e sbattei i piedi a terra come una bambina.

C'era poco che potevo fare, se papà aveva deciso così, sarebbe stato irremovibile.

Underground (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora