Marchiatura

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Finalmente il momento tanto atteso, la fine delle lezioni quando l'ultima campanella suona, si può assistere ad un evento quasi magico, l'animo di ogni ragazzo di quella scuola londinese è più gioioso del solito, anche sui volti dei fan di Lana Del Rey spunta un sorriso, cose dell'altro mondo. L'ultima ora di Matt era educazione fisica svoltasi nel campo da football della scuola situato nella parte posteriore dell'edificio a due piani, pur non essendo un amante dello sport fa tutto il possibile per entrare nelle grazie del suo professore cercando così di averne uno in meno contro; per tirare avanti si fa anche questo, una specie di prostituzione per salvarsi le penne, gli studiosi dell'epoca di Carlo Magno le chiamerebbero Corvée, utilizzando così un po' di francese che non fa mai male ma non è questo il momento. Di solito la mente del giovane è sempre popolata da diverse idee e pensieri, per non parlare delle sua vita sentimentale che lo porta spesso a dover sfogare dipingendo, l'unico metodo a quanto pare efficace per farlo calmare e tenerlo a bada senza lasciarlo divorare dai demoni sotto il suo letto. Il corridoio nel quale stava passeggiando presentava una pavimentazione di marmo, uno degli elementi ricorrenti nella scuola, ai lati invece c'erano gli armadietti blu notte degli studenti e ogni tanto erano separati da qualche piccola libreria di legno che presentava delle ante in vetro decorate con un motivo a cassettoni; ogni tanto era possibile vedere qualche ragazza della squadra di cheerleading specchiarvisi all'interno. 

Una volta uscito da scuola si avvia verso la solita fermata del bus, questa volta volta però è in compagnia, in realtà succede sempre che all'uscita ci sono altre persone alla fermata ma oggi non c'erano solo "persone" c'era la ragazza, quella ragazza dell'ora di chimica, la ragazza "nuova". Non sa neanche lui perché nota la sua presenza, è più che altro una sorta di magnetismo nei suoi confronti da non confondere con attrazione fisica che è l'ultimo dei suoi pensieri in questo momento. Accennerebbe per primo un saluto se non fosse preceduto da Margaret che questa volta presentava i capelli raccolti in una corposa coda di cavallo che la faceva sembrare una vera studentessa modello: modello in tutti i sensi, cioè la sua bellezza era davvero elevata che avrebbe potuto benissimo fare la modella. 

<<Ciao.>>

Anche lo stesso saluto viene pronunciato con una voce divina, qualcosa a mo dì sirena; che il nostro Matt sia un Ulisse moderno che si trova a dover resistere alle tentazioni di queste creature sovrannaturali? Tutto è possibile. Il ragazzo non apre, bocca accenna solamente con il capo una specie di saluto che per fortuna viene recepito dalla ragazza senza troppi problemi, non ha intenzione di iniziare una conversazione o almeno lui non farà il primo passo, non è mai stato il tipo coraggioso che affronta le situazioni di getto, forse è questo uno dei suoi difetti; fatto sta che se non lo fa lui la ragazza come sempre lo precede senza troppi indugi.

<<Com'è andata il resto della giornata?>>

Una domanda non troppo difficile, sicuramente più semplice di quella fatta dal prof. Valdimor. Poco prima di rispondere inizia involontariamente a massaggiarsi il centro del palmo della mano, un movimento circolare che aumentava di pressione ogni minuti di più. 

<<Non male, per fortuna me la sono cavata oggi in chimica. Sinceramente non so neanche io come.>>

Infatti riflettendoci un po' non è che si sa dare una risposta molto razionale e proprio mentre riflette su questo alza gli occhi al cielo esternando totalmente la sua perplessità. Ma la risposta arriva subito da qualcuno che ne sa più di lui.

<<Magia!>>

Dopo aver dato quella risposta la bocca della giovane ragazza si riempie di una corposa risata, facendo ridere di conseguenza anche Matt. Subito l'autobus arriva e pur avendo iniziato una conversazione con Margaret finisce subito soprattutto perché l'autobus era troppo affollato da poter permettere una conversazione, tra una serie di spintoni ed un'altra arriva la fermata più vicina alla casa di Matt e così con un cenno saluta prima la giovane e bella Margaret e poi scende dal pullman, dopo pochi minuti di cammino si ritrova davanti al portone di casa, alza lo zerbino e prende le chiavi che erano nascoste sotto di esso per poi aprire la porta richiudendola subito dopo alle sue spalle. Come immaginava nessuno era a casa, la madre era al lavoro e la sorellina più piccola era ancora a scuola, lui come fa sempre inizia a preparare il pranzo sia per se che per la sorella Jocelyn mentre aspetta proprio il ritorno di quest'ultima. Un buon odore di pollo e curry si espande per tutta la casa ma un dolore sempre più acuto e fitto infastidisce proprio il palmo della mano che poco prima si stava massaggiando, appena quando poggia i suoi occhi su questo nota una sorta di Marchio che brillava di una pulsante luce nera, più che luce era oscurità o qualcosa che unisse le due sensazioni, sembrava profonda come il buio ma accecante come la luce, il contorno si poteva notare benissimo perché era di un colore blu elettrico. Il ragazzo che ancora vestiva i panni di scuola non potendosi allontanare dalla propria mano sbatte prima due volte gli occhi incredulo e preoccupato sempre di più per quella cosa spaventosa ma maledettamente curiosa presente sulla sua mano; istintivamente alza la manopola del lavatoio così da far scorrere dell'acqua fresca dato il senso di forte calore ed ustione che il Marchio provocava ma non accadeva praticamente nulla, l'acqua era come assorbita da questo simbolo che aveva la forma della lettera greca Varphi ma soltanto con qualche ghirigoro in più. Dopo 10 minuti passati a correre su e giù per le scale lignee della casa e dopo aver provato di tutto ma senza alcun risultato il Marchio inizia a emanare luce sempre più forte, con un ritmo che forse rappresentava il cuore di Matt che però batteva molto ma molto più veloce rispetto alla luce che vedeva. 

La strana lettera greca iniziò a far diramare delle fasce imprecise che si andarono a espandere per tutto il corpo, una sorta di rigonfiamento delle vene ma di un puro colore nero come se nel suo corpo scorresse inchiostro e non più sangue ma la sensazione che aveva non era di un liquido fluido ma qualcosa di più denso e viscoso qualcosa che, a differenza del sangue, si sentiva molto bene sentì echeggiare in ogni vena nera il battito del Marchio fino a quando non sentì proprio un bel nulla, tutto si spense. Lui si spense, cadendo di botto a terra come se fosse stato pietrificato e perdendo così anche conoscenza.

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