Capitolo 1

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La ragazza dai capelli biondi dormiva profondamente nella sua nuova stanza, appena trasferita da Cambridge a Brooklyn. Nascose il volto nel cuscino con un piccolo gemito che le sfuggì dalle labbra color pesca. La 18enne Ava Silverwater aprì gli occhi, rivelando le sue iridi grigie. La ragazza prese poi il suo telefono: un messaggio dalla sua compagna di classe Paige Rivers.

Ciao! Vuoi prendere qualcosa da Starbucks prima che inizi la lezione?

Arabella guardò il messaggio, rispondendo che non poteva. Avrebbe potuto andare, ma preferiva stare da sola al mattino. Ad Ava non piaceva l'attenzione, le piaceva essere invisibile.

Dondolando le gambe fuori dal suo comodo letto allungò le braccia mentre si alzava. Si fece strada per la piccola cucina, bevendo il caffè del giorno prima. Il maglione oversize abbelliva il suo corpo sottile mentre si alzava dopo aver terminato la prima colazione.

Si avvicinò al suo armadio afferrando un top grigio con le maniche corte, un paio di jeans e un grande cardigan nero. Dal comodino prese la pietra lunare che sua madre le aveva lasciato e la indossò.

Afferrando la borsa e la chiave di casa si incamminò verso l'uscita.

La maggior parte delle ragazze della sua età, normalmente, avevano genitori che le avrebbero guidate il loro primo giorno di scuola. Ava invece non aveva altri se non sé stessa.

"Buongiorno, Ava! Come stai? " chiese Paige vedendola all'entrata.

"Tutto tranquillo, e tu? " rispose la bionda, rivelando il suo accento inglese.

"Bene, ora il mio pulcino britannico preferito è qui!" applaudì mentre avvolgeva un braccio intorno alle spalle di Ava, trascinandola nella scuola.

"Stasera andiamo al Pandemonium, un nuovo locale" annunciò Paige, e Ava aggrottò le

"Sai che non mi piacciono queste cose. Devo venirci per forza?" piagnucolò.

"Non hai scampo, bella mia!"

"Va bene, verrò con te".

La giornata a scuola si concluse senza problemi per le due ragazze, che si incamminarono verso l'appartamento di Ava. Emily non smetteva di parlare di come sarebbe stata fantastica quella serata, quando invece Ava non riusciva a capire perché allla gente piaceva andare a divertirsi nei club.

Arrivate all'edificio grigio, entrarono a casa di Ava.

"La doccia è mia!" urlò Paige mentre correva verso il bagno. Ava ridacchiò e iniziò a preparare la cena. Aggiunse il suo alla pasta per un sapore piacevole, afferrò dei piatti fondi e li mise sul suo piccolo tavolo della cucina. Emily arrivò venti minuti dopo la doccia, aveva un asciugamano avvolto intorno al suo corpo e i capelli ancora bagnati.

"Che profumo delizioso!" applaudì mentre prendeva posto al tavolo.

Non appena finirono di mangiare, Emily prese la parola: "Ti ho comprato un vestito, come regalo di benvenuto! Lo indosserai stasera" esclamò sorridendo.

"Solo per questa volta, sai che non mi sento a mio agio con i vestiti."

Ava andò a farsi la doccia. Quando finì, si avvolse un asciugamano intorno al petto mentre lasciava che i capelli si asciugassero naturalmente.

"Va bene, fammi vedere il vestito."

La ragazza dai capelli castani si avvicinò alla borsa rivelando un panno nero. Rapidamente lo spinse tra le braccia di Ava mentre gridava che aveva bisogno di vestirsi. Sospirando, la bionda afferrò alcuni indumenti intimi di pizzo nero e iniziò a vestirsi. La gola si inaridì quando vide la sua figura allo specchio.

"Non si può nemmeno indossare un reggiseno sotto!" gridò terrorizzata mentre guardava il vestito stretto. Un profondo taglio a V teneva insieme i pezzi del vestito. L'abito si fermava a pochi centimetri sopra il sedere.

"Non piagnucolare!" la rimproverò Paige.

"Vuoi farci stuprare?" esclamò Ava mentre silenziosamente si avvicinava al suo armadio, afferrando qualche piccolo coltello per proteggersi da eventuali attacchi mondani e non.

"No, voglio trovarci dei ragazzi" rispose Paige mentre Ava nascondeva i piccoli coltelli.

Le ragazze erano entrambe pronte per uscire.

Ava moriva dalla voglia di gettare il vestito nero nella spazzatura.

"Dai, muoviti!" gridò Paige già sulla sua strada per il club.

Sarebbe stata una lunga notte.

Remembrance || Alec LightwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora