Capitolo 2

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Diego Pov

In casa ormai regnava il silenzio più totale quando Martina entrò spalancando la porta di casa. Mi meravigliai nel vedere i suoi occhi brillare accompagnati da quel tenero rossore che le colorava le guance. Si bloccò di scatto non appena entrò in cucina e mi vide seduto con i gomiti appoggiati sul tavolino su cui erano appoggiato di fronte a me il libro di aritmetica "C-ciao Diego." "Dove sei stata?" Chiesi prontamente mentre lei distolse lo sguardo da me per versare del latte in un bicchiere di vetro preso da uno sportello della credenza "Ne vuoi un po'?" Domandò lanciandomi un'occhiata veloce e ignorando accuratamente la mia domanda "Ti ho coperta con i miei genitori dicendo che eri ancora da Candelaria, quando invece la rossa mi ha detto che eri già uscita da casa sua. Dopo tutto questo credo di meritarmi una spiegazione, non ti pare?"Serrai le labbra in una linea dure e sentii tutti i miei muscoli contrarsi non appena indugiò a rispondere. Continuai a fissarla livido in volto mentre lei si sedette sulla sedia di fronte a me proiettando il suo sguardo verso il basso ed iniziando a torturarsi le pellicine delle dita "Sei stata con quello stronzo." Constatai passandomi una mano tra i capelli sotto il suo sguardo preoccupato e titubante mentre le sue labbra che non accennavamo né a smentire né a confermare questa mia constatazione impegnate a bere il liquido bianco contenuto nel bicchiere "Martina, rispondimi." "Si, vuole aiutarmi, Diego." Ammise appoggiando il bicchiere sul tavolino "E tu vuoi lasciarglielo fare, no? Insomma, dopo che ti ha usata, ti ha illusa, è stato il motivo principale delle tue sofferenze per mesi, lo fai tranquillamente rientrare nella tua vita come se nulla fosse stato, o mi sbaglio Martina?!" Ero incazzato nero in quel momento. Non riuscivo a credere che mia cugina gli stesse dando un'altra opportunità, e soprattutto non riuscivo a capacitarmi dell'effetto che aveva quel bastardo su Tini.


Spalancai la porta del locale e senza esitazioni lo raggiunsi con passo spedito non appena lo vidi di spalle appoggiato al bancone. "Diego!" Esclamò portandosi alla bocca un liquido verdastro e contemporaneamente squadrando la mia figura piazzata immobile accanto a lui con uno strano luccichio negli occhi che mi fece capire che era ubriaco."Tutto bene, Diego? Sembri incazzato." Disse Ruggero appoggiando una mano sulla mia spalla mentre Jorge si alzò lentamente dal suo sgabello "È incazzato perché ho mollato sua cugina." Sghignazzò facendomi contrarre lo stomaco e serrare i pugni "Mi sbaglio, Diego?" "Spiegami cosa cazzo è successo tra di voi per vedere Tini così distrutta." Ringhiai "Mi aveva stancato. Mi ero stancato di quella ragazzina insicura e paurosa." La sua voce era incolore e il suo sguardo glaciale e distaccato mi fece rabbrividire "Già, la stessa ragazzina per cui sbavavi sino ad una settimana fa. CHE C'È JORGE, NON VOLEVA SCOPARE CON TE, NON SI VOLEVA LASCIARE TOCCARE DALLE TUE VISCIDE MANI?!" Ogni tentativo di non perdere totalmente il controllo andò definitivamente a farsi fottere vedendolo così indifferente e disinteressato. "Esattamente Domiguez. Non l'ho mai amata, nemmeno per un secondo, e non lo farò mai. E poi, perché correre dietro alla sua gonna quando posso infilarmi nelle mutandine di chiunque." Sghignazzò provocando una risata da qualche idiota finché non calò il silenzio non appena colpii il volto di Jorge stendendolo a terra. Il dolore che sentii alla mano subito dopo averlo colpito era imparagonabile a quello che provai interiormente: era il mio miglior amico, e quel pugno e il suo atteggiamento avevano rovinato ogni traccia del nostro rapporto. Rimasi non so per quanto tempo a guardarlo riprendersi prima di seguire lo sguardo di un Ruggero preoccupato che portava dritto a Martina, o almeno quello che ne restava. Era sconvolta, tremante, mentre alternava lo sguardo da me al suo primo amore con una espressione di disgusto dipinta in viso prima di correre via.


"A cosa pensi?" Domandò Tini appoggiando la sua mano nella mia che strinsi prontamente "Nulla, solo che stare accanto a Jorge non ti farà di certo bene. Ma io non sono nessuno per decidere al posto tuo, l'unica che può farlo sei tu, Martina. Scegli ciò che è meglio per te valutandone le conseguenze, per il resto io ti starò sempre accanto." Mormorai prima di schioccarle un bacio sulla guancia ed andare verso camera mia "Diego, puoi dire agli zii di avermi accompagnato tu a prendere le mie cose?" Domandò indicando le valige appoggiate accanto la porta principale rivolgendomi uno sguardo da cucciola indifesa "Va bene, ma non ti approfittare troppo della benevolenza di tuo cugino." Sospirai facendola ridacchiare "Ah, Diego. Un'ultima cosa." Mi voltai verso di lei prima di entrare in camera "Ti voglio bene." "Anch'io cuginetta."

Quando mi guardi, rinasco nei tuoi occhi » jortini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora