Idrogeno

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L'idrogeno è una componente chimica molto importante per noi, i ragazzi del Parketto!
Un giorno a Michele venne a mancare questa importantissima componente indispensabile per permettergli il senso dell'olfatto.
I suoi amici, allora, si adoperarono per trovare questa sostanza: attraversarono montagne, pianure, colline, pastorizia e settore terziario ma, arrivati alla fine della città, non trovarono niente per settimane.
I viveri che avevano raccolto per il viaggio bastavano per cinque giorni scarsi, per cui riducendosi all'osso, avevano bisogno di rifocillarsi e dissetarsi da qualche parte nel mezzo del deserto nella quale adesso si trovavano.
Non avevano la bechè minima idea di dove questa avventura li stesse portando, ma erano determinati ad aiutare il loro amico, che a fatica riusciva a muoversi e orientarsi.
Fortunatamente durante la notte Sara, sua cognata, riuscì a scorgere da lontano uno strano bagliore nella sabbia, e avvicinandosi di più scoprirono uno specchio d'acqua che rifletteva i raggi della luna: non avevano di che mangiare, ma almeno un po di acqua erano riusciti a trovarla.
Riccardo, l'ingegnere, nel disperarsi studiò a fondo la sorgente con i suoi macchinari portatili ad alto contenuto di meme, e scoprì che l'acqua non era formata altro che da atomi di ossigeno e anche idrogeno!
Sfortunatamente aveva dimenticato a casa il coltello per tagliare gli atomi, e quindi fecero bere Michele come un cammello prima di una lunga traversata, sperando che potesse temporaneamente ristabilire i suoi sensi.
In effetti l'idea funzionò, e lui potè ristabilirsi, acquisendo una maggiore conoscenza e, parlando ai ragazzi, disse <<Grazie ancora per tutto quello che state facendo per me. Temevo di dover morire senza olfatto, ma grazie a voi al momento ho ristabilito i sensi.>>
<<Purtroppo è solo momentaneo l'effetto, non posso calcolare precisamente quando l'ossigeno posso rallentare il processo, tuttavia possiamo solo andare avanti in attesa di trovare la soluzione definitiva.>> ribattè Riccardo; Sara intervenne improvvisamente <<Ragazzi, guardate lassù in cielo, cosa ci fa un'aquila in mezzo al deserto?>>.
Durante il faticoso viaggio, o ragazzi apprendono dall'aquila, mediente un pezzo di papiro reale, la notizia della morte dell'amico più fidato di Michele, il signor Mark Zuckerberg, fratello dell'altro suo più importante amico, Riccardo.
La conoscenza della dolorosa perdita gettò Michele in un pozzo di disperazione, profondo ben 20 metri.
<<Ti tireremo fuori di lì.>> Disse Giuseppe, il suo migliore amico, e poi rivolgendosi al gruppo disse: <<Ragazzi ci serve assolutamente una scala per salire sul pozzo! Non possiamo lasciarlo lì, proprio ora che ha ristabilito i sensi.>> <<Io ho un amico francese che potrebbe aiutarci a trovare una scala, ma per farlo dovremmo arrivare a Monaco, di certo è il posto più vicino.>> disse Dawid, non quello di Michelangelo, nato in Polacchia da genitori umanoidi, di nome Polenta e Gianferdurfo, per il nome della madre però ebbe la cittadinanza italiana, i padri non contano mai in Polacchia.
In ogni caso Dawid decise coraggiosamente di affrontare il viaggio fino a Monaco da solo, data la fretta dei tempi, e decise di correre indietro per recuperare la scala.
Durante l'attesa i ragazzi si accamparono nei pressi del pozzo, parlando con Michele, in attesa dell'arrivo di Dawid.
Durante la notte Michele impazzì, poichè la dose di idrogeno scaturita dall'acqua era esaurita, urlò e implorò di poter uscire, dicendo di soffrire terribilmente di vertigini e claustrofobia, effetto collaterale della perdita di idrogeno.
La situazione era molto tesa e sarebbe sfociata nel delitto, finché Lucia, sua moglie, trovò una botola nascosta al di sotto della pozza d'acqua, si tuffò all'interno e la aprì. Fortunatamente c'erano delle scale che  conducevno a un'entrata segreta nel pozzo.
Michele era salvo, e più calmo, ma ancora senza idrogeno!
Sfortunatamente Dawid non era più raggiungibile al cellulare e rimase bloccato nel viaggio a Monaco, non si sa bene dove, alcuni lo diedero tristemente per disperso.
Anche questa notizia stava per gettare Michele nello Sconforto, un Canyon non poco distante da lì, profondo migliaia di metri, attrazione turistica per gli appassionati di suicidio in compagnia.
La scossa di adrenalina che Lucia portava sempre con se però, servì a dissuaderlo dall'impulso disperato, Michele si fece coraggio e si affidò di nuovo nelle mani dei suoi cari compagni di viaggio.
Decisero insieme che ormai era troppo tardi e  abbandonarono Dawid al suo triste destino.
Viaggiando i ragazzi trovarono un'enorme montagna, che si ergeva dalle sabbie, così alta e ripida che non c'erano strade per salirla. Ad un certo punto Michele disse: <<Sento l'idrogeno! È lassù.>>, come se magicamente gli si fossero arcuiti i sensi per l'idrogeno; a Gabriele, un modello di fama internazionale, suggerì: <<Io sono abbastanza alto per aiutarvi a salire! Forza, arrampicatevi sulle mie spalle >> e così grazie alla sua prodigiosa altezza, e alle sue gambe che facevano da crick, i ragazzi riuscirono ad arrivare sulla cima del monte.
Sulla cima era situato un enorme e bellissimo tempio di Giada purissima, Ma le porte erano chiuse e sorvegliate da un Toro, che li intimò di andare via:<<Io vi uccido tutti bastare infami, questo è un luogo sacro. Nessun uomo donna o bambino può arrivare qui, la sola presenza è punibile solo con la morte. Dovete schiattare, qui è adesso!>>.
Cominciò a caricare i ragazzi, ma Aristide, un magnate di Casertave dintorni, gli corse incontro urlandogli:<<Ti prego risparmiamo la vita, tu mi conosci, posso pagare tutti i miei averi pur di aver salva la vita, ti scongiuro, salva solo me e io di darò ciò che ri spetta, oro, gioielli, macchine, donne nude pronte a servire i tuoi più oscuri e perversi desideri. Non è forse su questo che si basa il culto del Basilisco?>>.
Al sentire queste parole il Toro si fermò immediatamente e, avvicinandosi al ragazzo gli intimò:<<Dici bene, testina. Allora sgancia prima l'assegno, e poi finirò di uccidere gli altri. Non vedo l'ora di rimettere un sesto il caro pilastro, sai è tanto che non assaporava prelibatezze di avrà qualità, se capisci cosa intendo>>, <<Oh si, intendo bene...>> rispose Aristide, con le guance arrossite. <<Contrattiamo, potresti anche darmi solo metà dei tuoi averi, io non mi accontento solo della femme fatale, tutti i piaceri della vita vanno assaporati. Inoltre... Non mi è mai capitato prima d'ora di sovrastare un magnate importante. Che ne dici? Ti andrebbe un po di movimento?>> controbattè il Toro, con voce seducente.
Aristide allora si avvicinò dolcemente al suo muso, accarezzandogli delicatamente la nuca.
Fece un sorrisetto divertito, e gli sussurrò nell'orecchio:<<T'piacess.>>.
Estrasse immediatamente un coltello affilato di 20 cm dalla tasca destra, e con l'altra mano gli bloccò la testa, pugnalandolo alla gola, trapassandogli la lingua e spinse fino al cervello, in tempo prima che l'animale realizzasse del pericolo.
Mai cedere ai compromessi di un ricco, se non puoi assicurarti che non abbia un coltello nascosto.
Per cui, le porte del tempio di aprirono, e i ragazzi poterono varcare la soglia.
Lì trovarono una papera maestosa, che li sfidò a braccio di idrogeno, l'unico modo per ottenere la sostanza tanto agoniata.  Si propose Sara, che battè la papera con un rigore al 68ttesimo per il Napoli, tutto merito del suo amico Lavezzi, proprio un grande giocatore.
La papera, sconfortata dall'aver perso per la prima volta nel gioco, si trafisse gli occhi con una scheggia di legno, per poi gettarsi dal parapetto della montagna, ma prima di morire sussurró negli occhi gialli del presunto basilisco di giada: <<MOOSECA!>>.
Ella cadde rovinosamente al suolo, sfracellandosi come uno dei suoi figli in padella, poichè era una papera che faceva uova di papera.
La scena fu così raccapricciante che anche Lavezzi volle buttarsi, per cui morì, lasciando a Sara lo scudetto.
Il basilisco si tramutò in basilico, fresco e appena fumante per una bella pizza marinara, per cui tutti a mangiare la pizza nel forno di Giada!
Una volta trovati gli ingredienti nelle cucine reali, e impastato tutro per bene, misero turro in forno, e al basilico uscì l'idrogeno che andò da Michele, curando dal terribile malore che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio.
Ormai Michele era cambiato la sua aura si fece di un azzurro intenso: aveva nelle mani il potere dell'idrogeno!
Presi dall'entusiasmo i ragazzi furono commossi, dimenticandosì però la pizza nel forno, lasciandola bruciare in ceneri nere e bollenti, da cui fuoriuscì un nuovo elemento: l'elio!

Le Albicocche Del ParchettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora