Non so esattamente quando la scrittura divenne la mia vita. Ricordo quasi di aver scritto da sempre. Forse é un pregio, una fantasia così grande che ti fa allontanare dal mondo reale: I problemi, la tristezza, le ansie improvvisamente si annullano, diventano di qualcun'altro, che le vive ed affronta al posto tuo, come tu forse non sei in grado di fare. Ti rivedi in quelle pagine ma al tempo stesso non sei tu.
Forse é il senso di solitudine ad avermi fatta avvicinare alla scrittura, emarginata dagli altri perché zeppa di difetti, con un carattere remissivo e forse troppa poca voglia di lottare per me. Un giorno, presi un quaderno e con la matita iniziai a scrivere. Una storia a caso, che una canzone degli Stratovarius mi aveva ispirato, con un mondo strano popolato da creature bizzarre che si chiamò Destiny e che oggi, a 13 anni di distanza é Bydhafol. E lì iniziò la mia storia forse, con amici di carta che non erano creati da altri, no, ma da me; plasmati non a mia immagine e somiglianza ma com'era giusto che fossero. Chi buono, chi cattivo, chi logorroico e un po' bugiardo, chi forte e si, con l'umiltà di essere debole ogni tanto. Mi sentii e mi sento, come Geppetto, che plasma pinocchio nel legno e lo vede infine formato, un piccolo bambino irreale, ma così vivido ai suoi occhi da sentirlo addirittura parlare. Così sono loro, i miei piccoli figli di carta, che vivono tra l'inchiostro e la fantasia.
Scrivere è un istante di pura magia privata, perché crei qualcosa.
Se é stata la solitudine a spingermi a scrivere dopo altro mi spinse. Il dolore, per la perdita ed il cambiamento, due elementi che fanno parte della vita quanto l'amore e la scoperta. Si scrive per ricordare qualcuno, per impedire che le cose cambino; per affrontare quella morte che ci aspettavamo ma che non possiamo accettare. Insomma, se é il cambiamento che ci spaventa possiamo creare qualcosa dove le cose non cambieranno mai, dove ci sono problemi certo, quello è normale, ma che si affrontano e si migliora. Sognai una notte un treno immaginario, creato dalla collettività di 14 individui imperfetti, ognuno con un problema da affrontare, con dei grandi difetti da correggere, non per migliorare il proprio stile di vita, ma per migliorare ciò che siamo ai nostri occhi; difetti così grandi che: Chi per invidia, chi per stupidità, chi per vanità, non erano in grado di vederli. Il treno parte, per questo viaggio isolato tra boschi, montagne e vallate. Ognuno distante, persi a rimirarsi allo specchio, a contare il proprio denaro, a nascondersi dietro un libro perché troppo timidi, o semplicemente persi nel silenzio, perché questo mondo non ci piace poi così tanto. Poi improvvisamente la scoperta, il mondo é completamente morto, oltre ai 14 individui e ai proprietari del mezzo, nessun'altro esiste più. Lo specchio si frantuma, i soldi svaniscono, la timidezza scivola via e il mondo é davvero orribile, ora che si é davvero soli. Tutto ció che ci sembrava importante prima, ora non ha più importanza, non potremo più dire a nessuno "Ti voglio bene" ed il tempo che fino a poco prima ci sembrava infinito, per dimostrare e parlare, ora non c'è più. Ci si rende conto che avevamo dato importanza a cose inutili, che restiamo noi e quei tredici sconosciuti con cui a malapena abbiamo parlato, benché ormai sia trascorso un mese. Il viaggio prosegue, ora di parole ce ne sono tante da dire, i nostri viaggiatori si rendono conto di quanti e quali sono stati i loro errori durante la vita, di quanto poco conta la bellezza se poi é soppiantata dall'interioritá mostruosa, quanto poco conti il denaro se tanto non si ha nessuno con cui condividerlo, di quanto sia inutile lamentarsi della solitudine se non si ha il coraggio di parlare a nessuno. Il viaggio continua ancora, come la vita, cambiandoli un poco in meglio, finché il treno non si ferma. Sono tanti i dubbi dei viaggiatori, c'è chi non vuole scendere e restare lí, ma i problemi si affrontano, non si può sempre scappare.
Il mondo non é morto, era una bugia; addirittura il treno non si era mai mosso, perché é un museo, ed il tempo era una mera illusione così come i paesaggi fuori dal finestrino. Eppure qualcosa é cambiato, loro sono migliorati, loro hanno vinto una seconda possibilità per vivere, questa volta davvero e la donna che aveva annunciato la morte di 7.439.835.486 persone era la loro coscienza.
STAI LEGGENDO
Memorie di una scrittrice di sogni
Short Story"Memorie di una scrittrice di sogni" sono le uniche pagine in cui parlo un po' di me, della mia scrittura e di quanto sia importante per la mia vita. Di quanto sono cresciuta con e grazie a quelle pagine e di quanto ogni singola riga mi abbia miglio...